
Scrisse Franz Werfel, nel suo bellissimo romanzo Bernadette (1941) che ha per protagonista la veggente di Lourdes: «Per chi ha fede nessuna prova è necessaria, per chi non ha fede nessuna prova è sufficiente».
Dal romanzo di Werfel, nel 1943, fu tratto un celebre film diretto da Henry King, che si può vedere integralmente QUI. Il film vinse quattro premi Oscar nel 1944.
Osservazione profondamente vera e innegabile. Le basi della “fede” o dell’assenza di fede non sono “prove” constatabili con i sensi. Se si crede non occorre niente per dimostrare vera la fede, se non si crede non c’è prova bastante per poter credere. Duemila anni fa, davanti alle medesime guarigioni operate da Gesù, c’era chi credeva e chi non credeva, chi pensava fossero illusioni, o addirittura opere del diavolo. Chi ha assistito ai miracoli del Sai Baba può aver creduto che fosse l’incarnazione di Shiva o aver pensato che fosse solo un abile illusionista o un uomo dotato di capacità paranormali o, peggio ancora, uno strumento del demonio: non è ciò che si vede con gli occhi ciò che di per sé convince.
Oltre la ragione ma non contro la ragione
Questo non significa che la fede sia irrazionale, essa ha invece una sua intima ragionevolezza. Va oltre la ragione, ma non è contro la ragione. Semplicemente, la fede non è e non può essere originata da “prove”. La sua origine sta altrove, in una esperienza non dimostrabile scientificamente. Ma non è nemmeno di natura emotiva, anche se le vicissitudini della vita possono avvicinare alla fede (o allontanarne).
Attenzione, anzi, alla fede originata da traumi o da esaltazione: può essere come la casa costruita sulla sabbia, o come il seme gettato tra le spine, basta niente per distruggerla o soffocarla.
La Fede di Trilussa (1942)
Quella vecchietta cieca, che incontrai
la notte che me spersi in mezzo ar bosco,
me disse: – Se la strada nun la sai,
te ciaccompagno io, ché la conosco.
Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò ‘na voce,
fino là in fonno, dove c’è un cipresso,
fino là in cima, dove c’è la Croce…
Io risposi: – Sarà … ma trovo strano
che me possa guidà chi nun ce vede … –
La cieca allora me pijò la mano
e sospirò: – Cammina! – Era la Fede.
Per durare, deve mettere radici solide nella conoscenza. Deve trovare le proprie ragioni nella mente (e a questo serve la teologia), non limitarsi allo slancio dell’emozione, che va e viene. Si dice che la fede sia cieca, come nella bella poesia di Trilussa che potete leggere qua sopra; ma è una cieca che sa il fatto suo, che procede con passo lento e sicuro, e che al buio è capace di orientarsi meglio di tanti vedenti…
La sete e l’acqua
Un indizio a favore della fede può essere la constatazione che in ogni popolo, in ogni uomo c’è in qualche modo la sete di Dio. E se qualcuno chiedesse: «E allora? Che cosa dimostra la sete?», gli si potrebbe rispondere, sempre con Franz Werfel: «La sete dimostra la sicura esistenza dell’acqua». Provate a dire che non è vero…