“Oggi state davanti al Signore”!
Il v. 28,69 funge da titolo al terzo discorso di Mosè, dopo l’alleanza che il Signore ordinò a Mosè di concludere con gli israeliti nel paese di Moab, oltre all’alleanza che aveva concluso con loro all’Oreb. È sorprendente la concezione di un’alleanza, in Moab, stipulata distintamente dall’alleanza del Sinai. Di essa non si parla in nessun altro testo dell’Antico Testamento, ed anzi essa appare contraddittoria con la concezione che sta alla base del Deuteronomio, il libro che interpreta la rivelazione del Sinai. Il fatto è che attraverso le parole di Mosè tutto Israele sta OGGI davanti al Signore…
Oggi state davanti al Signore
Nel testo che segue troviamo lo schema del formulario dell’alleanza:
- preambolo storico (1-7): ricapitolazione delle vicende di Israele (prodigi in Egitto, cammino nel deserto, conquista della Transgiordania)
- dichiarazione di principio (v. 8: «osservate dunque le parole di questa alleanza…»)
- ingiunzioni particolari (vv. 15-18)
- stipulazione dell’alleanza anche con coloro che non erano nati, OGGI (il termine si trova ben sei volte nei primi 14 versetti)
- benedizioni e maledizioni (vv. 19-27)
- invocazione dei testimoni (vv. 21-23).
Completamente nuovo emerge il pensiero che Israele non era, allora, in grado di capire i fatti, e solo adesso essi divengono comprensibili per il presente (v. 3).
Oggi
C’è una parola che risuona in questi testi (cinque volte in 29,9-17 e sette volte in 30,1-19), anche quando non sembra necessaria: ha-yom , “oggi”.
Deut 29 9 Oggi state tutti davanti al Signore vostro Dio…
12 affinché oggi vi stabilisca per lui come popolo…
30 2 …esattamente comeoggi ti comando …
8 …e osservate tutti i suoi comandamenti cheoggi vi comando .
15 Ecco, oggi vi pongo davanti …
19 Oggi prendo a testimoniare contro di voi i cieli e la terra…
In questo modo, i discorsi di Mosè sembrerebbero concentrarsi sul momento presente, e tuttavia la ripetizione della parola “oggi” sembra anche eccessiva. Possiamo trovare un’altra ragione per cui il testo insiste su ha-yom in questi capitoli?
La ripetizione di ha-yom nel Deuteronomio può non solo indicare il momento presente nel contesto di questi capitoli – la generazione che sta per entrare nella terra promessa – ma anche l’ “oggi” dei lettori, ovunque si trovino e in qualunque tempo.
L’esperienza deuteronomistica di ascoltare “oggi” la Parola trasforma i lettori successivi del testo nei destinatari dei discorsi di Mosè.
Questa sorta di dissolvimento del tempo riecheggia l’idea rabbinica che tutti gli ebrei fossero misticamente presenti al Sinai per la stipulazione dell’alleanza. Come dice Dt 29,13-14,
«Non con te, con te solo, stringo questa alleanza e questo giuramento, 14 ma con colui che è qui, che sta oggi con noi, davanti al Signore nostro Dio, e con colui che è non qui con noi oggi».
All’inizio del libro, in 5,3, abbiamo trovato un parallelo:
«Non con i nostri padri YHWH ha concluso questo patto, ma con noi, sì, noi, quelli qui oggi, tutti noi [che siamo] viventi!».
Le parole ricontestualizzate condividono il senso della “nuova alleanza” di generazione in generazione: è l’“oggi” eternamente rinnovato che va oltre uno spazio e un tempo statici e determinati.
È questo il ruolo del Deuteronomio, la lettura della storia passata per la generazione presente.
E la parola-precetto di Dio non è incomprensibile e irraggiungibile: «invece la parola ti è molto vicina, nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la eseguisca» (vv. 11-14).