Possibile che nella Bibbia, anzi nell’Antico Testamento, esista un libro intitolato «Numeri»? Nella versione greca sì: proprio «Arithmoí», i numeri della nostra aritmetica… In realtà i Numeri non c’entrano niente, i traduttori greci lo chiamarono così perché questo libro inizia con un censimento delle dodici Tribù, di cui vengono forniti i numeri, mentre il contenuto è bene espresso dal titolo ebraico: «Bemidbar», «Nel deserto».
Il titolo
Sembra quasi che nel caso di questo libro si sia rovesciata la normale procedura di nomenclatura. Solitamente, i titoli greci, dati dai traduttori della Bibbia dei Settanta (III secolo a.C.), riguardano il contenuto del libro, mentre i titoli ebraici sono casuali, derivando dalle parole iniziali (come nei documenti della Chiesa: Gaudium et Spes, Mater et Magistra, ecc.). Così, riguardo al Pentateuco, abbiamo queste corrispondenze:
Il titolo ebraico è causale, mentre quello greco è incentrato sul contenuto del libro. Ma nel caso del libro dei Numeri c’è una sfasatura: il libro inizia sì con un censimento, ma per spostare subito il suo centro di gravità sul soggiorno quarantennale di Israele nel deserto. Casualmente, dunque, il titolo ebraico, desunto dalle parole iniziali del libro («E parlò il Signore a Mosè nel deserto»), ne descrive proprio il contenuto: Nel deserto.
Il libro dei Numeri è, a tutti gli effetti, il libro del deserto, di quei 40 anni in cui gli ebrei soggiornarono in terra arida e desolata aspettando di poter entrare nella terra promessa ai padri. Fame, sete, serpenti velenosi, contrasti, profeti nemici e asine parlanti, difficoltà e pericoli di ogni genere, ribellioni… Come libro del Deserto, parla benissimo alla nostra vita.