Geremia è libero di muoversi (37,4) e nel momento in cui i babilonesi lasciano l’assedio esce dalla città per prendere possesso di una eredità nella sua patria Anatot. Viene però fermato e accusato di collaborazionismo, di voler seguire i babilonesi che si stanno allontanando. È gettato in una cisterna: come l’antico Giuseppe figlio di Giacobbe, tradito e venduto dai fratelli per i suoi sogni profetici ma scomodi. Come Giuseppe, Geremia viene salvato e tratto fuori dalla cisterna: «Il re Sedecìa mandò a prendere Geremia e lo interrogò in casa sua, di nascosto: “C’è qualche parola da parte del Signore?”. Geremia rispose: “Sì” e precisò: “Tu sarai dato in mano al re di Babilonia”» (37,17).
Geremia nella cisterna: il testo (cap. 37)
37 1Sedecìa figlio di Giosia divenne re al posto di Conìa figlio di Ioiakìm; Nabucodònosor re di Babilonia lo nominò re nel paese di Giuda. 2Ma né lui né i suoi ministri né il popolo del paese ascoltarono le parole che il Signore aveva pronunziate per mezzo del profeta Geremia.
3Il re Sedecìa inviò allora Iucàl figlio di Selemia e il sacerdote Sofonia figlio di Maasià dal profeta Geremia per dirgli: «Prega per noi il Signore nostro Dio».
Non illudetevi
4Geremia intanto andava e veniva in mezzo al popolo e non era stato ancora messo in prigione. 5Però l’esercito del faraone era uscito dall’Egitto e i Caldei, che assediavano Gerusalemme, appena ne avevano avuto notizia, si erano allontanati da Gerusalemme.
6Allora la parola del Signore fu rivolta al profeta Geremia: 7«Dice il Signore Dio di Israele: Riferite al re di Giuda, che vi ha mandati da me per consultarmi: Ecco l’esercito del faraone, uscito in vostro aiuto, ritornerà nel suo paese d’Egitto; 8i Caldei ritorneranno, combatteranno contro questa città, la prenderanno e la daranno alle fiamme».
9Dice il Signore: «Non illudetevi pensando: Certo i Caldei si allontaneranno da noi, perché non se ne andranno. 10Anche se riusciste a battere tutto l’esercito dei Caldei che combattono contro di voi, e ne rimanessero solo alcuni feriti, costoro sorgerebbero ciascuno dalla sua tenda e darebbero alle fiamme questa città».
11Quando l’esercito dei Caldei si allontanò da Gerusalemme a causa dell’esercito del faraone, 12Geremia uscì da Gerusalemme per andare nella terra di Beniamino a prendervi una parte di eredità tra i suoi parenti.
Nella cisterna
13Ma, quando fu alla porta di Beniamino, dove era un incaricato del servizio di guardia chiamato Ieria figlio di Selemia, figlio di Anania, costui arrestò il profeta Geremia dicendo: «Tu passi ai Caldei!». 14Geremia rispose: «E’ falso! Io non passo ai Caldei»; ma egli non gli diede retta. E così Ieria prese Geremia e lo condusse dai capi. 15I capi erano sdegnati contro Geremia, lo percossero e lo gettarono in prigione nella casa di Giònata lo scriba, che avevano trasformato in un carcere. 16Geremia entrò in una cisterna sotterranea a volta e rimase là molti giorni.
Il colloquio con Sedecia
17Il re Sedecìa mandò a prenderlo e lo interrogò in casa sua, di nascosto: «C’è qualche parola da parte del Signore?». Geremia rispose: «Sì» e precisò: «Tu sarai dato in mano al re di Babilonia».
18Geremia poi disse al re Sedecìa: «Quale colpa ho commesso contro di te, i tuoi ministri e contro questo popolo, perché mi abbiate messo in prigione? 19E dove sono i vostri profeti, che vi predicevano: Il re di Babilonia non verrà contro di voi e contro questo paese? 20Ora, ascolta, re mio signore; la mia supplica ti giunga gradita. Non rimandarmi nella casa di Giònata lo scriba, perché io non vi muoia».
21Il re Sedecìa comandò di custodire Geremia nell’atrio della prigione e gli fu data ogni giorno una focaccia di pane proveniente dalla via dei Fornai, finché non fu esaurito tutto il pane in città.
Così Geremia rimase nell’atrio della prigione.
Geremia nella cisterna: sempre fedele alla Parola
Geremia nella cisterna è in una condizione disperata, ma questo non lo esime dal dire l’amara verità al re, anche se questa franchezza si dovesse ritorcere contro di lui. È stupefacente e commovente la fedeltà di Geremia alla Parola. Il re insiste a cercare da lui parole diverse, forse pensando che il mutamento politico (il farsi avanti dell’Egitto) o la stessa strematezza del profeta possano produrre una profezia di segno diverso. Ma non sono gli uomini a poter mutare Dio, Geremia lo sa molto bene. Chiederà al re di non rimandarlo nella cisterna, ma non cederà: la Parola di Dio è una sola, è fedele a se stessa, e non può essere adulterata né da minacce né da lusinghe.
La Parola è sempre la stessa; le parole di Geremia non possono essere che quelle di sempre: l’unica salvezza per Gerusalemme è la resa, i babilonesi torneranno e la occuperanno…
L’ambiguità del potere
Il re Sedecia in relazione con il profeta Geremia mi sembra molto simile a Erode Antipa nella sua relazione ambigua con il Battista: da una parte lo ammira e lo teme, dall’altra lo considera inevitabilmente un personaggio scomodo che è meglio eliminare. L’ambivalenza di questi re è emblematica dell’ambivalenza di ogni tipo di potere, che ha bisogno di profeti ma li teme: il profeta dovrebbe dire quel che al potere è gradito e non può, quindi si profila immancabile uno scontro. Il potere cerca consensi autorevoli, il profeta obbedisce alla verità. Non alla “Verità” con la V maiuscola, sbandierata dai potenti che se ne fanno schermo usandola come una giustificazione dei loro soprusi: la verità pura e semplice, quella dei fatti, quella della Parola… questa sì, la Parola, con la P maiuscola…
Sedecìa sente il bisogno di un profeta che lo rassicuri, ma non ha la forza morale di ascoltare la Parola autentica in tutta la sua scomodità, cerca piuttosto qualcuno che riesca a manipolarla ai suoi fini. La manipolazione è caratteristica di questi personaggi ambigui, che mentono anche a se stessi.
Infatti, Geremia con la medesima franchezza ribatte: «E dove sono i vostri profeti che vi predicevano: “Il re di Babilonia non verrà contro di voi e contro questo paese”?» (37,18). Ovvero: se cerchi panzane rassicuranti, rivolgiti ai falsi profeti che ti dicono quello che vuoi sentire. Il vero profeta non può farsi servo del potere e delle sue ipocrisie. La durezza della Parola non è in conflitto con la misericordia, anzi ne è uno strumento: contraria alla misericordia sarebbe la menzogna che vuole essere consolatoria ma che spinge nel baratro. La Parola del Signore resta quella, senza sconti, senza saldi… anche nelle situazioni più drammatiche: così è per Geremia, questo giovane così schivo, introverso e insicuro.