Viaggio nella Bibbia. Il ciclo dell’Esodo: Nel deserto

Nel deserto
Immagine da me realizzata con AI tramite www.deepai.org

Fra i due estremi rappresentati dall’Egitto e dalla Terra promessa, si colloca la fase intermedia del cammino nel deserto, simbolo dell’esperienza esistenziale del tempo dell’attesa, della provvisorietà.

Nel deserto

Questo tempo è presentato dalla Bibbia come tempo di tensione verso la meta e di superamento di tutte le resistenze che possono far ritornare alla schiavitù. In questo tempo Israele esperimenta la propria fragilità (scoraggiamento e ribellioni) ma soprattutto la fedeltà di Dio e la sua capacità di far stabilire all’uomo un rapporto con Lui: il momento forte è l’alleanza del Sinai (berith), incontro gratuito e dono all’uomo liberato, da questo incontro nasce la legge come indicazione del senso e della direzione della vita.

Il senso del cammino di Israele nel deserto, frutto della pedagogia divina, è dato dal seguente midrash:

“Perché Dio portò gli ebrei per la via più lunga? In poche settimane sarebbero arrivati alla terra promessa, invece di attraversare tutto il deserto. Il fatto è paragonabile ad un re che voleva dare il regno in eredità a suo figlio. Pensò: ‘Mio figlio è ancora piccolo, sa appena leggere e scrivere. Come potrebbe governare un regno? Aspetterò che cresca in forza e saggezza’. Così anche Dio pensava: ‘Se li conduco per la via corta, presto dovranno affrontare i nemici e non sono preparati. Sono schiavi appena liberati, sono come bambini nel deserto li condurrò per mano, insegnerò loro a camminare nella sapienza del cuore’”.

L’acqua

Il passaggio da una fase all’altra di questo cammino è sempre indicato dall’acqua, dal Mar Rosso prima e poi dal Giordano. Il simbolo dell’acqua evoca l’eliminazione delle forze che si oppongono al progetto di Dio, come il potere politico (inseguimento da parte del faraone) e la ribellione del popolo (nel deserto), ed anche l’apertura alla libertà promessa da Dio (rappresentata dal Sinai e poi dalla Terra promessa).

La notte

Un altro elemento importante del tempo della salvezza è la contrapposizione notte / mattino. La notte è il momento del trionfo del male e della paura. Eppure Dio è presente nel cuore della notte. Alla veglia del mattino, infatti, sulla riva del mare, Dio sconfigge gli egiziani; sul far del mattino, Israele vede l’opera del Signore e crede in Lui. Ma l’intervento decisivo del Signore avviene di notte, la notte della pasqua, e quella notte dovrà essere una “notte di veglia in onore del Signore per tutti gli israeliti, di generazione in generazione” (Es 12,42).

Nella tradizione rabbinica, la notte di pasqua è diversa da tutte le altre perché è la sintesi e il modello di tutti gli interventi salvifici di Dio. Quattro sono le notti memorabili per Israele (Targum su Es 12,42):

  • la prima notte fu quella in cui il Signore si manifestò sul mondo per crearlo.
  • La seconda notte fu quella in cui il Signore si manifestò ad Abramo vecchio di 100 anni e a Sara vecchia di 90 promettendo loro un figlio.
  • La terza notte fu quella della pasqua.
  • La quarta notte sarà quando il mondo giungerà alla fine e verrà il Messia.