Natale con la Scuola Media… che cosa avranno fatto gli studenti? Vi propongo tre poesie sulla commercializzazione del Natale (più una a sorpresa), accompagnate da foto di lavori scolastici fatti da alunni di scuola media in preparazione alla festa. I lavori sono stati eseguiti sotto la guida delle professoresse Maria Dell’Amico (Piombino) e Agata Romeo (Follonica), con grande soddisfazione degli alunni… e invidia degli scolari che non seguono le lezioni di religione.
Vieni sempre
Vieni di notte,
ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in silenzio,
noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni in solitudine,
ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, figlio della pace,
noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a liberarci,
noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a consolarci,
noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni a cercarci,
noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre, Signore.
Vieni, tu che ci ami,
nessuno è in comunione col fratello
se prima non lo è con te, Signore.
Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:
vieni, Signore.
Vieni sempre, Signore.
Padre David Maria Turoldo
Natale
Vieni, Signore Gesù,
anche se
non c’è più notte,
ma negozi
con le vetrine in festa,
imbellettate
con l’albero e la stella,
in attesa che torni a nascere
il dio quattrino.
Vieni, Signore Gesù,
anche se
non c’è più silenzio,
ma folla impazzita
per le strade,
con pacchi e pacchetti
pieni di niente,
stordita dal clacson
impietoso e
dalla onnipotente pubblicità.
Vieni, Signore Gesù,
anche se non ci son più
gli umili pastori adoranti,
in silenzio,
e con gli occhi
pieni di stupore,
ma affollate chiese
di persone annoiate
con voci tremule in falsetto,
che cantano del Bambino
e della grotta,
per ritornare poi,
nelle calde e comode case
con le tavole deserte,
ma apparecchiate,
piene di cibo che va sprecato.
Tutto, tutto,
in attesa non di Te,
ma di essere consumato.
Abbi pietà di noi,
ancora una volta,
vieni, Signore Gesù,
a saziare la nostra fame,
che ogni cosa consumata aumenta,
la nostra sete
a cui ogni altra bevanda
è solo amaro sale.
Vieni ancora, Signore Gesù.
Fernando Filanti
Non amo il Natale…
Non amo il Natale… quella falsa benevolenza,
quella sfrenata frenesia del consumismo,
come se emergessero da una guerra o da una carestia,
quelle luci sospese ad ipnotizzare
adulti-bambini cresciuti male,
omogeneizzato in conformità,
regali inutili pubblicizzati,
sponsorizzato dai media.
Come schiavi della dipendenza,
crediamo di essere migliori…
Ipocriti, demoni o devoti,
spinto a varcare le soglie
sacro, mai attraversato prima,
chiediamo una benedizione
scrollarsi di dosso
ogni cattiva azione.
Così l’ignorante passa la sua vita
da Natale a Natale.
Guarda quanta fatica sgranocchiare la torta di Natale,
recitare una preghiera,
donare per abitudine,
trascurando i poveri e gli emarginati,
massacri in Ucraina e Gaza,
e il cataclisma dei migranti!
Franca Colozzo
E se nel Presepe si invitasse qualcun altro?
E se nel Presepe si intrufolassero degli estranei? Tutto previsto da Gianni Rodari. Ai suoi tempi l’intruso poteva essere un pellerossa (non è politicamente corretto, Rodari: si dice Nativo americano!), adesso, col proliferare dei giochi e videogiochi, può essere di tutto. Ed ecco dei Trolls invitati ad entrare nel Presepe – ma, sapete, c’è posto per tutti!
Il pellerossa nel Presepe di Gianni Rodari
Il pellerossa con le piume in testa
e con l’ascia di guerra in pugno stretta,
come è finito tra le statuine
del presepe, pastori e pecorine,
e l’asinello, e i magi sul cammello,
le stelle ben disposte,
e la vecchina delle caldarroste?
Non è il tuo posto, via, Toro seduto:
torna presto di dove sei venuto.
Ma l’indiano non sente. O fa l’indiano.
Ce lo lasciamo, dite, fa lo stesso?
O darà noia agli angeli di gesso?
Forse è venuto fin qua,
ha fatto tanto viaggio,
perché ha sentito il messaggio:
pace agli uomini di buona volontà.