N come Nostalgia. Chi immaginerebbe mai che l’altisonante, immaginifico Vate d’Italia Gabriele D’Annunzio avesse potuto in anni giovanili dedicare una poesia alla nonna, tornando a guardare il presepio con gli occhi di un bambino?
A mia nonna di Gabriele D’Annunzio
D’inverno ti mettevi una cuffietta
coi nastri bianchi come il tuo visino,
e facevi ogni sera la calzetta,
seduta al lume accanto al tavolino.
Io imparavo la Storia Sacra in fretta
e poi m’accoccolavo a te vicino,
per sentir narrar la favoletta
del Drago azzurro e del Guerrin Meschino.
E quando il sonno proprio mi vincea
m’accompagnavi fino alla mia stanza,
e m’addormivi al suono dei tuoi baci.
Allora agli occhi chiusi m’arridea
in mezzo ai fiori, una gioconda danza
di fantasime splendide e fugaci.
Nel tuo giorno natal tutta di fiori
Si riempia l’azzurra tua stanzina
E il sole compiacente i suoi fulgori
Lanciava per la candida cortina.
In casa cominciavano i clamori
Di noi bimbi a le sette di mattina,
e si veniva a renderti gli onori
cantandoti una bella canzoncina.
A Ceppo si faceva un presepino
con la sua brava stella inargentata,
coi Magi, coi pastori, per benino
e la campagna tutta infarinata.
La sera io recitavo un sermoncino
con una voce da messa cantata,
e per quel mio garbetto birichino
buscavo baci e pezzi di schiacciata.
Poi verso tardi tu m’accompagnavi
alla mamma con dir: “Stanotte L’Angelo
ti porterà chi sa che bei regali!”.
E mentre i sogni m’arridean soavi,
tu piano, piano mi venivi a mettere
confetti e soldarelli fra’ i guanciali.
Fonte:
In Memoriam, Sonetto IX (1881) dedicato alla nonna paterna Anna Lolli.
Ho faticato a trovare la raccolta cui appartiene questa poesia abbondantemente diffusa su Google, perché trattandosi di un genere completamente diverso da quello in cui si inquadra l’Orbo Veggente, fu stroncata dai critici come puerile. Ma è proprio quello che D’Annunzio voleva in quel momento esprimere, la nostalgia della nonna e la poesia delle piccole cose di quel mondo passato…
Inoltre, ho dovuto correggere un errore insistente sui siti che la riportano. In quasi tutti si trova la dizione “tu m’accompagnavi alla nonna“, mentre è il contrario: “tu m’accompagnavi alla mamma” – visto che è alla nonna che il poeta si rivolge.