
Il rigore della Regola continua ad essere un problema per il Santuario. Si devono concedere l’uso dei muli e l’assunzione di garzoni alla Verna.
28 – 31 gennaio 1682: Consentiti muli e garzoni alla Verna
Capitolo a Fiesole. Lo studio di filosofia è trasferito a Sinalunga.
Ordinazioni. Al n. XV è interdetto l’uso dei muli, introdotto da pochi anni in alcuni conventi, e permesso solo l’uso di asinelli come più consono allo spirito di povertà. Segue però immediatamente un’eccezione per la Verna:
“Si eccettua però solo il Convento del Sac. Monte della Verna per la singolarità del luogo, ma si esorta però il Superiore locale pro tempore, che procuri tenerne quanto meno si può, e che sminuisca tanto numero di Garzoni salariati, intorno a quali devono stare accorti…”.
Al n. XVI:
“Nel medesimo Sacr. Monte in ogni Capitolo o Congregatione si deputi un Sacerdote modesto e morigerato per l‘ufficio della Porta, con uno o più frati laici secondo il bisogno, subordinati al Sacerdote, né si ingeriscano altri Religiosi in quell‘offitio…”.
28 ottobre 1682: il Noviziato alla Verna
Lo studio delle Arti è trasferito a Sargiano, mentre il Noviziato torna alla Verna con 28 novizi chierici e 15 laici (Lib. Prov. III f. 251 r – 253 r).
1685: La “Vera Imago”

Don Giuseppe Monti da Bagno, segretario del Cardinal Pelci Nunzio a Vienna, dona alla Verna una copia della “Vera Imago Salvatoris D.N. Jesu Christi ad Regem Abgaro missa” conservata nella Capitale dell‟Impero Asburgico (Menabbio 1702 p. 91).
Attualmente tale copia, di scuola fiamminga, si trova al Museo.
5 giugno 1685: il cardinale de’ Medici e il servitore turco
Francesco Maria dei Medici, fratello di Cosimo III, “pochi giorni dopo che fu creato Cardinale visitò il Sacro Monte e con grandissima devozione vi si comunicò, vestito dell‘habito Cardinalizio la prima volta con tal habito, nella Chiesa delle Sacre Stimmate” (Menabbio 1702 p. 88).
Un servitore turco del card. Francesco Maria de‟ Medici, in pellegrinaggio alla Verna, presso il letto di S. Francesco dice di aver visto il Santo, grida di volere il battesimo e rifiuta di lasciare il luogo se non con la promessa di essere battezzato a Firenze (MdC p. 5). Particolare degno di nota: i frati, invece di precipitarsi a battezzare l’infedele… lo ricoverano in infermeria! Ne uscirà per sua insistenza, per farsi condurre di nuovo al Letto di S. Francesco e ricevere la promessa del battesimo.