Lettura continua della Bibbia. Giosuè: Motivi ecologici ed etici della conquista incompleta

Motivi ecologici
Foto di Moshe Harosh da Pixabay

Come abbiamo visto, esistono tradizioni secondo cui la terra di Canaan sarebbe stata oggetto di una conquista incompleta da parte di Israele: addirittura per motivi ecologici. Già alla fine del Codice dell’Alleanza, il Signore avverte Israele di non aspettarsi una conquista immediata dell’intera Terra Promessa. Dio darà inizio alla conquista, dapprima spaventando i popoli del posto con il Suo terrore (v. 27) e poi inviando lo tzirʿah (calabrone) dietro di loro per scacciarli (v. 28). Ma la conquista resterà un processo lungo poiché gli Israeliti non hanno numeri sufficienti per sostituire i Cananei se la terra viene conquistata tutta in una volta:

«Non li scaccerò davanti a te in un solo anno, perché il paese non diventi un deserto e le bestie selvatiche non si moltiplichino a tuo danno. Li scaccerò davanti a te a poco a poco, finché tu cresca e prenda possesso del paese» (Esodo 23,29-30).

Conquista incompleta: motivi ecologici

Una terra inabitata permetterebbe agli animali selvatici di prosperare, creando una nuova minaccia all’esistenza di Israele. Anche quegli Israeliti che alla fine riusciranno a entrare nella terra, sperimenteranno ulteriori ritardi nel prenderne il controllo, date le difficoltà di una piccola popolazione che tenta di popolare una vasta fascia di terra. È quindi a vantaggio di Israele che la terra non sarà conquistata in un colpo solo, ma a tratti, nel corso di decenni o addirittura secoli.

La piena conquista di Canaan, quindi, dipenderà dalla futura crescita della popolazione israelita. È interessante questa comprensione ecologica della relazione fra terra e persone, un delicato equilibrio che assicura la sopravvivenza, e che esige il rinvio della piena occupazione di Canaan.

Lattesa del tracollo etico dei Cananei

La promessa di un possesso ritardato della terra appariva già nel racconto dell’alleanza con Abramo, per una ragione diversa. La terra sarà data ai discendenti di Abramo (Gen 15,18), attendendo però che i costumi peccaminosi degli Amorrei si moltiplichino oltre ogni tolleranza. Sarà questa la giustificazione morale necessaria per trasferire a Israele la terra di Canaan:

«Sappi bene che la tua discendenza dimorerà forestiera in un paese non loro, e saranno schiavizzati e oppressi per quattrocento anni… E alla quarta generazione ritorneranno qui, perché l’iniquità degli Amorrei non è ancora colma» (Genesi 15,13-16).

Israele dovrà attendere la fine di questo periodo di schiavitù in Egitto, finché i peccati non più tollerabili dei Cananei non giustificheranno la loro sostituzione con gli Israeliti.