Viaggio nella Bibbia. Ciclo dell’Esodo: la figura storica di Mosè

Mosè
Ritrovamento di Mosè. Di Nicolas Poussin – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9100368

Nel secondo libro del Pentateuco, denominato Esodo dalla Bibbia greca, si trova il racconto dell’uscita dall’Egitto e della peregrinazione nel deserto, fino al monte Sinai, del popolo di Israele.

Poiché in ebraico i titoli dei libri della Torah sono tratti dalle parole con cui ciascuno di essi inizia, l’Esodo è chiamato Welleh Shemoth = E questi sono i nomi.

Nella storia della rivelazione veterotestamentaria, nessun evento ha avuto un influsso così vasto e profondo come l’esodo di un gruppo di servi dall’Egitto. Nessun’altra personalità, prima di Cristo, ha esercitato un’impronta così profonda nella sua epoca e nelle successive come Mosè.

Esodo occupa dunque nell’Antico Testamento il posto che nel Nuovo Testamento hanno i Vangeli.

Mosè

Una scena de I Dieci Comandamenti di Cecil B. DeMille

Tra la figura storica di Mosè, vissuto nel XIII secolo a.C., e la prima stesura scritta della sua vicenda, intercorrono almeno 300 anni; il redattore finale è venuto altri 5 secoli dopo. Questo lungo spazio di tempo è colmato dal processo di trasmissione orale di varie tradizioni, che ricollegano il Mosè della Bibbia con il personaggio storico. Tuttavia, la sua figura ha subìto progressivamente un processo di approfondimento teologico, di comprensione più piena dei significati di cui egli è stato mediatore, come vedremo trattando delle varie fonti.

Come nel caso dei patriarchi, anche per il personaggio di Mosè la storia profana non ha niente da offrirci, se non un quadro di riferimento che conferma sostanzialmente la narrazione biblica.

Il nome Mosè, che il testo biblico spiega con il verbo ebraico mashah = trarre (nel senso di “tratto dalle acque”), è invece una parola egiziana, derivata da Mesu = figlio, che entra spesso in nomi composti come lo stesso Ramses = Figlio di Ra o Thutmoses = Figlio di Thot.

La sua figura e la sua vita appartengono sicuramente all’ambiente storico del XIII secolo a.C. e non possono essere state inventate in tempi posteriori.

Mosè nelle diverse tradizioni

Notiamo anche che la figura di Mosè viene presentata con accenti molto diversi nelle varie tradizioni: a questo punto di fonti principali ne abbiamo 4, erché nella storia di Mosè si aggiungerà il Deuteronomista.

Tradizione J. – Mosè è un pastore carismatico, strumento del Signore (Es 3,7ss. 16-20; 4,1-9; 7,15ss.; 8,16; 9,13).

Il Signore opera i miracoli da solo, senza la sua collaborazione (Es 7,1-7.25; 6,9.17; 10,13; 14,21b; 16,13ss.).

Tradizione E. – Mosè è profeta e taumaturgo, interviene attivamente nella storia per incarico divino (Es 3,10-12=. Opera, soprattutto, mediante il suo bastone da pastore.

Il Mosè jahvistaIl Mosè elohista
… e il Signore diresse un vento dell’est sul paese tutto quel giorno e tutta la notte.
Venne il mattino, e il vento dell’est aveva portato le cavallette. Le cavallette salirono su tutto il paese d’Egitto e si posarono su tutto il territorio d’Egitto in gran quantità, così che prima non c’erano state tante cavallette, come dopo non ci saranno più (Es 10,13b-14b).
Il Signore disse a Mosè:
«Stendi la tua mano sul paese d’Egitto per le cavallette: salgano sul paese d’Egitto e mangino ogni erba della terra, tutto quello che ha lasciato la grandine».
Mosè stese il suo bastone sul paese d’Egitto, e… le cavallette salirono su tutto il paese d’Egitto (Es 10,12-13a-14a).

Il Mosè deuteronomista e quello sacerdotale presentano tutto un altro aspetto.

Tradizione D. – Mosè è il mediatore, il portavoce e il profeta del Signore (Dt 5,20-26; 9,9.18ss. 25; 18,8). Da iracondo che era, è divenuto mite ed umile )Num 12,1ss.). è il grande propiziatore del suo popolo (Dt 9m18ss. 25ss.). Soffre ed espia al suo posto come “servo del Signore” (Dt 3,24; 34,5) e minaccia di crollare sotto il peso del suo popolo (Num 11,11-17).

Tradizione P. – Secondo il ritratto sacerdotale, Mosè è il solitario con cui il Signore parla faccia a faccia (Es 24,15b-18.34.29ss.); non è lui, ma Aronne a scatenare le piaghe d’Egitto.