Il santuario della Verna si trova ad un’altitudine notevole, 1128 metri sul livello del mare; ma la vetta del monte Penna lo sovrasta da un’altitudine di 1289 metri, una salita non difficile da farsi ma più o meno faticosa a seconda di chi la compie.
Sicuramente la salita al monte Penna non è faticosa per l’energia di un bambino di 9 anni, nello specifico il mio nipotino Giovanni che quest’anno vi è salito per la prima volta con i suoi genitori…
… trovando, sulla vetta, una piccola cappella.
L’edificazione della cappella della Penna (m. 1283 s.l.m.) risale al 1580, e fu possibile grazie ad Antonio Angelieri di Anghiari (gli storici più recenti, come Savelli e Alberoro, danno invece l’anno 1570).
Il Crocifisso che vi fu collocato era della bottega dei Buglioni: si trova attualmente, per motivi di sicurezza, nella cappella di San Lorenzo interna al convento.
Dalla sommità si gode una vista stupenda…
… con la soddisfazione di aver raggiunto un traguardo.
Dicono che da lassù, nelle giornate chiare, si possano vedere i due mari, sia il Tirreno che l’Adriatico: perché la Verna è press’a poco al centro d’Italia quanto a longitudine. Chissà… io non ci sono mai riuscita.
La Verna è bella in tutti i suoi aspetti e in tutti i suoi scorci, sia nel buio della notte…
… che nello splendore del giorno.
Sia nella delicatezza di un fiore…
… che nella maestosità della foresta.
E dove vogliamo collocare l’arte…
… e la storia? Chi visita la Verna torna indietro nel tempo di quattrocento – seicento – ottocento anni, con l’impressione però di essere non dentro un museo, ma dentro un ambiente vivo che contiene e trasmette tutti i valori di cui è portatore: pace, rispetto, carità universale.