La tradizione sacerdotale presenta Mosè, Aronne e Miriam come fratelli. Nessuno di loro raggiungerà la Terra promessa, e Miriam è la prima che esce di scena.
Nomi egiziani
Anche i nomi egiziani che portano li collegano ad una permanenza in Egitto. Mosè / Moshe significa “figlio” in egiziano, e generalmente compare nei nomi che hanno un significato teoforico: Ramesse = “figlio di Ra”, Thutmose= “figlio di Thoth”, ecc.
Il nome di Miriam inizia con la parola egiziana Meri che significa “amata”. Anche questo nome ricorre in nomi egiziani composti con un elemento teoforico: Meryamun =“amato da Amon”, Meritaten = “amato da Aton”, ecc. I traduttori latini hanno reso il nome con Maria, ed Amata è il significato di questo nome, che non ha niente a che fare con il latino Mario (Maschio, dal nome mas). Il suo equivalente maschile, in ebraico, è Davide, Diletto.
Per assonanza con nomi ebraici, al nome Aronne si attribuisce il significato di Illuminato, oppure Della montagna, o se ne fa un derivato di Aron = Arca. Ma anche se la sua etimologia è meno chiara, molti studiosi presumono che sia anch’esso di origine egiziana. Potrebbe derivare da aha-rw , “leone guerriero”.
Miriam la profetessa
Pur essendo qualificata come profetessa, Miriam sembra aver meno peso di Mosè ed Aronne. Si presume che sia la sorella maggiore che ha seguito il piccolo Mosè sulle acque del Nilo preoccupandosi di trovargli la propria madre come balia e affrontando decisamente la principessa figlia del faraone. Ma la prima volta che compare il suo nome è presso il Mar Rosso, quando prendendo un tamburello guida il coro delle donne nel cantico di ringraziamento per la liberazione dal pericolo (Es 15,20-21).
C’è chi pensa che la tradizione originaria attribuisse il Cantico del Mare a Miriam, e solo successivamente l’attribuzione si sia spostata su Mosè quale condottiero e principale profeta di Israele. Comunque sia, si tratta di un poema di guerra che viene riferito ad una donna; ed è tipico delle donne in Israele innalzare canzoni di vittoria dopo il buon esito delle battaglia (abbiamo gli esempi di Deborah, della figlia di Iefte, delle donne che celebrano la vittoria di Davide, di Giuditta su Oloferne…
Tutta l’uscita di Israele dall’Egitto è come inclusa dalla figura emergente di Miriam, da quando di lontano segue il fratellino portato dalle acque del fiume a quando esultante canta la vittoria di Dio presso le acque del mare. Con lei presente, le acque minacciose si mutano in acque di vita.
Miriam la ribelle esce di scena
Ma successivamente il nome di Miriam torna solo come una minaccia all’autorità di Mosè (Numeri 12, dove Miriam e Aronne parlano della donna kushita di Mosè e mettono in discussione la sua posizione profetica unica. Miriam viene colpita lebbra, dopo di che nella Torah non se ne parla più se non per accennare alla sua morte e poi indicarla come un esempio di trasgressione:
Ricorda ciò che il Signore, il tuo Dio, fece a Miriam durante il cammino mentre uscivi dall’Egitto (Dt 24,9).
A differenza della morte di Aronne che sarà solennizzata, la morte di Miriam viene sbrigata senza cerimonie (Num 20,1). Non è neppure precisato l’anno ma solo il mese, il primo di quello che potrebbe essere forse – con un grosso balzo temporale – il quarantesimo di permanenza nel deserto. Subito dopo si narra l’episodio dell’acqua dalla roccia, in cui Mosè grida al popolo: “Ascoltate voi ribelli”, usando per “ribelli” la parola morim, che nel testo senza vocalizzazione è identico al nome di Miriam (MRM). Un gioco di parole per rafforzare l’idea che il nome “Miriam” sia in qualche modo sinonimo di insurrezione?
Parità
La tradizione seguita da Michea le rende invece giustizia, restituendola ad una posizione di parità con Mosè ed Aronne come mediatrice di salvezza:
Poiché ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, ti ho riscattato dalla casa di schiavitù e ho mandato davanti a te Mosè, Aronne e Miriam (Michea 6,4).