
Paolo rimane a Efeso, e il suo ministero apostolico è molto intenso. Predica per tre mesi nella sinagoga, dopo di che, trovando opposizione, è costretto a separarsene e a dedicarsi ai pagani, parlando ad una scuola di retorica detta di Tiranno.
«Questo durò due anni, col risultato che tutti gli abitanti della provincia d’Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola del Signore».
C’è una crescita della Chiesa, ma i prodigi che Dio opera per mezzo di Paolo attirano anche un’attenzione malata.
Miracoli e superstizione
«Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano».
Passare dal miracolo al miracolismo è anche troppo facile:
«Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch’essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi».
Dalla gratitudine e letizia per i miracoli della grazia alla scimmiottatura del soprannaturale per profitto il passo è breve.
Alcuni esorcisti giudei, evidentemente già abituati ad approfittare della credulità della gente, anch’essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, «dicendo: Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica». Un fenomeno purtroppo molto diffuso anche oggi, in tempi in cui invece che in Dio si crede nella tecnologia, ma poi si cade nella superstizione di bassa lega.
Un episodio grottesco
Questo era praticato anche da «sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giudeo», ebrei della diaspora poco coerenti con le tradizioni patrie. Per loro, il messaggio di Paolo si trasforma in uno strumento di procedura magica. L’episodio degenera in toni grotteschi: «Ma lo spirito cattivo rispose loro: Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?. E l’uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite. Il fatto fu risaputo da tutti i Giudei e dai Greci che abitavano a Efeso e tutti furono presi da timore e si magnificava il nome del Signore Gesù».
Un episodio in sé circoscritto fa scalpore, costituendo comunque un richiamo sul nome del Signore. Anche se nato in un contesto di atteggiamento magico e superstizioso,
«Molti di quelli che avevano abbracciato la fede venivano a confessare in pubblico le loro pratiche magiche e un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche portavano i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti. Ne fu calcolato il valore complessivo e trovarono che era di cinquantamila dramme d’argento. Così la parola del Signore cresceva e si rafforzava».
Da un bene a un male a un altro bene… Questa oscillazione della folla dall’ascolto della Parola e all’ammirazione dei miracoli alla magia e alla superstizione fa comprendere che ci può essere una religiosità non toccata e non coinvolta nella novità evangelica… non solo duemila anni fa.