È ovvio che un ministro, come personaggio pubblico, sia sotto i riflettori, e non gli sia consentito passarla liscia quando commette qualche gaffe: e allora si scatena la satira, con gran divertimento degli avversari e grande imbarazzo degli alleati. Una gaffe può capitare a tutti, così come si può manifestare una piccola lacuna; ma qui si esagera.
Un ministro della Cultura gaffeur
Il 15 gennaio 2023, il ministo della Cultura Sangiuliano aveva affermato con sicumera: «Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri». Il 6 luglio dello stesso anno il ministro, mentre faceva parte della giuria del Premio Strega, aveva ammesso, in relazione ai libri che aveva valutato: «Proverò a leggerli». Lo scorso 4 aprile, durante la presentazione della nuova passeggiata archeologica a Roma, aveva dichiarato, rispondendo a un giornalista britannico: «Se pensiamo a Londra pensiamo a Times Square». Peccato che questa si trovi a New York.
Ma poi è venuto il peggio. Non solo il ministro – non di un ministero qualunque, ma della CULTURA – ha confuso i piani temporali della vita di Colombo e Galileo, ma ha costruito per intero una storia… che non esiste. Guardate QUI.
Un ministro della Cultura che ha litigato con la storia
A Taormina, durante l’evento «Taobuk 2024 – Identità italiana, identità culturale», il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, parlando del riformatore odierno come un nuovo Colombo o Galileo, ha affermato:
«… la Santa Inquisizione, perché l’Inquisizione nella Spagna dell’epoca era un contropotere molto forte. Colombo va davanti alla Santa Inquisizione e spiega il suo progetto. Colombo, sapete, non ipotizzava di scoprire un nuovo continente, ma Colombo voleva raggiungere le Indie circumnavigando la terra sulla base delle teorie di Galileo Galilei. Allora i Padri, chiamiamoli “Padri”, gli Inquisitori, dicono: “Ma nessuno ha mai andato oltre le Colonne; perché bisogna andare oltre le Colonne d’Ercole se non c’è mai andato nessuno?”….».
Il ragionamento doveva servire a dire che «Nell’attività normativa legislativa quando ci mettiamo a ragionare a come riformare, troviamo sempre i soloni che ci dicono: “Ma questa cosa non è mai stata fatta”. Ma se nella storia dell’umanità non ci fosse stato qualcuno che a un certo punto ha rotto gli schemi, noi non avremmo fatto tante conquiste».
Errori ed orrori
L’errore che salta subito in evidenza è quello relativo alle date: ovviamente, Colombo non poteva conoscere le teorie di uno scienziato che non era ancora nato. Ma non sfugga alla critica un altro elemento fondamentale: le teorie di Galileo, che riguardano la fisica e l’astronomia, non c’entrano affatto con la rotta di Cristoforo Colombo. Riguardano il movimento della Terra intorno al Sole (Eliocentrismo), e non la sfericità della Terra stessa, che era nota da ben oltre un millennio, con buona pace dei terrapiattisti. Se anche Galileo fosse stato contemporaneo di Colombo, di quali teorie si sarebbe potuto avvalere il navigatore per il suo viaggio? Dell’eliocentrismo?
La sfericità della Terra era nota da oltre un millennio
Due acquisizioni erano necessarie per rendere possibile il viaggio di Colombo: che la Terra fosse sferica, e lo si sapeva da parecchi secoli; e che la circonferenza terrestre fosse sufficientemente piccola da renderne accessibile la circumnavigazione, e questo lo affermava fin dal II secolo d.C. la Geografia di Tolomeo, disgraziatamente errata su questo punto.
Che la Terra fosse una sfera era già noto ai filosofi presocratici (VI-V secolo a.C.) e divenne un dato acquisito fra il II secolo a.C. (Eratostene) e il II d.C. (Tolomeo). Come è possibile ignorare che nel Medioevo si credesse nella sfericità della Terra, visto che Dante Alighieri si basa su questa immagine di fondo per costruire la sua Commedia? Lo può ignorare uno dei nostri distratti studenti di oggi, ma lo può ignorare un ministro della Cultura? E quindi, dove sarebbe l’eresia – così l’ha chiamata – di Cristoforo Colombo?
L’invalicabilità delle Colonne d’Ercole? Vallo a raccontare ai portoghesi
Eresia, appunto: ma quale? Secondo il ministro della Cultura, che si è inventato di sana pianta tutta una storia fasulla, Colombo avrebbe dovuto presentarsi davanti alla S. Inquisizione che avrebbe sostenuto l’invalicabilità delle Colonne d’Ercole.
Qui mi sembra che il ministro della Cultura si confonda leggermente, forse con l’Ulisse dantesco, benché io abbia il sospetto che non ci si possa confondere con ciò che non si sa. Ma al tempo di Colombo le Colonne d’Ercole, che ormai si chiamavano Stretto di Gibilterra, erano state valicate da quel dì: il «Non plus ultra» era stato sorpassato da secoli. Le Canarie erano state scoperte dagli europei nel 1336, e poco dopo era toccato a Madera e alle Azzorre, mentre già i romani avevano navigato lungo le coste atlantiche dell’Europa.
L’Inquisizione
L’Inquisizione non si occupava di viaggi per mare, né tanto meno i dotti di Salamanca credevano al terrapiattismo; il problema non era la correttezza dottrinale di una teoria, ma la fattibilità dell’impresa. Quello che premeva alla corte di Isabella, Inquisizione compresa, era che i calcoli della rotta fossero esatti e l’impresa fosse fattibile. L’Inquisizione che entra in merito all’impresa di Colombo, inoltre, non è la S. Inquisizione o Sant’Uffizio, istituito a Roma nel 1542, ma l’Inquisizione spagnola che rispondeva ai Reali di Spagna, in questo caso una commissione da loro costituita per valutare il suo progetto: altro che contropotere!
Il testo
Ma leggiamo il testo di questo disgraziato intervento:
«Nell’eresia c’è la visione del futuro. Isabella di Castiglia dice a Cristoforo Colombo: “Lei si deve sottomettere a un esame della Santa Inquisizione”; perché l’inquisizione nella Spagna dell’epoca era un contropotere molto forte. Colombo va davanti alla Santa Inquisizione e spiega il suo progetto. Colombo sapete che non ipotizzava di scoprire un nuovo continente, ma Colombo voleva raggiungere le Indie circumnavigando la terra sulla base alle teorie di Galileo Galilei.
Allora i i Padri, chiamiamoli Padri, gli Inquisitori, dicono: “Ma nessuno ha mai andato oltre le Colonne; perché bisogna andare oltre le Colonne d’Ercole se non c’è mai andato nessuno?”. E questo è l’approccio che abbiamo noi anche quando nell’attività normativa legislativa quando vogliamo riformare… Quando noi ci mettiamo a ragionare su come riformare alcune strutture urbanistiche così sempre che troviamo i soloni che ci dicono “Eh ma questa cosa non è stata mai fatta, si è sempre fatto in un certo modo!”. Ma se nella vita della storia dell’umanità non ci fosse stato qualcuno che ha rotto a un certo punto gli schemi, noi non avremmo conquistato tante conquiste che poi abbiamo fatto».