Mi ha fatto camminare nelle tenebre. Questo è il lamento dell’orante della terza Lamentazione, che inizia con un canto individuale. La prima parte è di totale sconforto: il dolore dell’orante viene da Dio.
Tempo di guerra
Cinquantatreesimo giorno
Tra bombardamenti e fake news
Mariupol
Gli attacchi russi si stanno intensificando nell’Ucraina orientale e meridionale. Mariupol ha ricevuto dalle forze russe l’ordine di arrendersi entro la giornata di domenica. Secondo il ministero della Difesa russo, l’intera città di Mariupol è ormai completamente ripulita dai militanti Azov, dai mercenari stranieri e dalle forze armate ucraine e vi resterebbero, privi di acqua e cibo, solo alcuni combattenti ucraini nell’acciaieria Azovstal. Kiev avrebbe vietato loro di arrendersi, e proibito i negoziati sulla resa dei militari rimasti a Mariupol, «ordinando ai nazisti del Battaglione Azov di sparare a chiunque abbia intenzione di deporre le armi». Kiev smentisce la resa di Mariupol: «Il ministero della Difesa russo sta diffondendo una falsa notizia, sostenendo che il suo esercito ha ripulito Mariupol dai combattenti del reggimento Azov. Vi avvertiamo: questa è una fake news! Le forze ucraine continuano a difendere Mariupol».
Il ministero della Difesa russo ha pure annunciato che «nel corso delle azioni offensive per liberare la città di Mariupol, su richiesta del presidente della Repubblica turca Erdogan, ieri è stata effettuata un’operazione speciale nel distretto di Primorsky per liberare gli ostaggi detenuti dai nazisti ucraini in una moschea turca. Gli ostaggi, cittadini di uno dei paesi della Comunità degli Stati indipendenti, sono stati rilasciati e portati in un luogo sicuro». La notizia non è stata confermata.
Secondo l’Intelligence militare britannica, la resistenza di Mariupol ha rallentato l’intera offensiva russa in Ucraina, consumando risorse che avrebbero potuto essere impiegate su altri fronti.
Incrociatore Moskva
La Russia ha diffuso un video dei marinai sopravvissuti all’affondamento della nave ammiraglia Moskva durante l’incontro con il capo della marina russa in Crimea. È visibile anche il capitano Kuprin, che invece sembra essere stato ucciso nell’esplosione prima dell’affondamento. Il video sarebbe quindi datato. Lo trovate QUI.
Governatore dell’Oblast di Kharkiv, Oleh Synehubov: la Russia ha bombardato Kharkiv 23 volte nelle ultime 24 ore, uccidendo 3 civili. La procura generale ucraina ha avviato un’indagine preliminare per violazione del diritto di guerra e per omicidio premeditato.
Stato maggiore di Kiev: i russi stanno preparando un referendum che porti alla proclamazione di una repubblica separatista a Kherson, l’unica grande città ucraina finora in mano a Mosca. «Proseguono i preparativi per un referendum illegale sulla proclamazione della cosiddetta “Repubblica popolare di Kherson” in alcuni territori temporaneamente occupati dalla Russia. Per falsificare i suoi risultati, si prevede di utilizzare i dati personali dei residenti della regione raccolti dagli occupanti durante la distribuzione di ciò che hanno definito “aiuto umanitario’” Ai residenti locali viene anche detto che dopo che i risultati dello pseudo-referendum saranno disponibili, saranno “mobilitati” per unirsi alle forze armate della Federazione Russa».
La logica di Berlicche
Nell’insieme, le notizie che pervengono da Mosca hanno qualcosa della logica di Berlicche: «Testa, vinco io, croce, perdi tu».
Trappole mortali
Ministro dell’interno ucraino: i russi, prima di ritirarsi dalle città ucraine, hanno lasciato una serie di trappole nelle case, inclusi esplosivi nelle lavatrici. «In tutti i posti dove gli occupanti hanno trascorso la notte, hanno installato trappole, la popolazione trova esplosivi anche nelle case dove vivono agenti di polizia, soccorritori e militari». Sono stati trovati esplosivi alle porte o addirittura dentro le lavatrici, molte auto sono state minate. I cittadini sono invitati a non rientrare fino a quando gli artificieri non avranno compiuto lo sminamento.
Yurii Bova, sindaco di Trostianets nella regione di Sumy: cinque bambini ucraini sono rimasti uccisi da mine e trappole lasciate dai soldati russi. «Cinque bambini sono già stati uccisi da mine e diverse trappole. Sono stati segnalati anche dei feriti. Ci sono molti ordigni di questo tipo».
Un ricordo… I mutilatini di don Gnocchi
Non posso fare a meno di pensare ai cartelloni, appesi alle pareti delle aule scolastiche nel nostro dopo guerra, con il monito ai bambini di non toccare oggetti trovati per terra. Le immagini mostravano bambini che avevano perso un arto, o la vista, perché avevano giocato con una mina o una bomba inesplosa. Era famosa, in quegli anni, la figura di don Gnocchi, che si era dedicato ai «mutilatini», i piccoli invalidi che erano rimasti mutilati a causa delle mine lasciate dalla guerra. Fece anche scalpore, nella sua prematura scomparsa, la donazione delle retine perché due piccoli potessero tornare a vedere. Fu il primo donatore di organi in Italia.
Nei mesi precedenti, don Carlo Gnocchi aveva avviato le pratiche per trasferire e fare operare in Svizzera un ragazzo cieco, visto che in Italia i trapianti di cornea non erano ancora possibili. Tre o quattro giorni prima di morire don Carlo chiese all’amico don Giovanni Barbareschi: «Sei pronto a rischiare la prigione per me? Io voglio donare le cornee. Se ti senti, vai a cercare un oculista che si tenga a disposizione. Se ti va male sappi che andrai in galera per me».
Sfidando la legge, appunto, il doppio intervento di trapianto con le cornee di don Carlo Gnocchi fu eseguito dal professor Cesare Galeazzi, direttore del Pio Ospedale Oftalmico di Milano (oggi Fatebenefratelli), che ricorda nel suo diario:
«Improvvisamente, domenica 26 febbraio alle 2 del pomeriggio suona il telefono. Era una suora della clinica Columbus che mi diceva di andare subito perché don Carlo aveva chiesto di me. Quando lo vidi giaceva nel letto, sotto la tenda a ossigeno, il viso esangue, le belle mani stanche e bianche.
Mi disse: “Cesare, ti chiedo un grande favore, non negarmelo. Fra poche ore io non ci sarò più, prendi i miei occhi e ridona la vista a uno dei miei ragazzi, ne sarei tanto felice. Parti subito per Roma, là nella mia casa c’è da pochi giorni un bel ragazzo biondo e poi forse anche un altro, mi hanno detto che un trapianto di cornee potrebbe farli rivedere, avrei già dovuto parlartene, parti subito, promettimelo, io ti ringrazio. Addio….”.
Non dimenticherò mai quegli attimi di stravolgente commozione; non ricordo nemmeno che cosa dissi, so che piangevo e so che promisi. Ricordo che lo baciai in fronte. Uscii frastornato, pieno di paura per l’incombente gravoso impegno così solennemente assunto».
Una piccola pubblicazione di don Gnocchi sul tema del dolore innocente: QUI.
Comunità internazionale
Il governo della Bulgaria ha dato ordine, alle autorità portuali del Paese, di sospendere l’ammissione delle navi russe e la fornitura di servizi a qualsiasi nave battente bandiera russa, così come alle navi che hanno cambiato la loro bandiera russa o la loro registrazione in qualsiasi altro stato dopo il 24 febbraio; con alcune eccezioni per le navi che necessitano di aiuti umanitari, nonché per le navi che trasportano carburante, cibo e medicinali nell’Ue.
Profughi
Onu: sono 4.836.445 gli ucraini fuggiti dal loro Paese dall’inizio dell’invasione russa. Viminale: sono 95.952 le persone in fuga dal conflitto in Ucraina arrivate fino a oggi in Italia, 49.588 donne, 11.343 uomini e 35.021 minori. L’incremento, rispetto a ieri, è di 1.152.
Papa Francesco
Omelia della Veglia Pasquale: il Papa chiede di portare Gesù Cristo «nella vita di tutti i giorni: con gesti di pace in questo tempo segnato dagli orrori della guerra; con opere di riconciliazione nelle relazioni spezzate e di compassione verso chi e’ nel bisogno; con azioni di giustizia in mezzo alle disuguaglianze e di verità in mezzo alle menzogne. E, soprattutto, con opere di amore e di fraternità. Con Gesù, il Risorto, nessuna notte è infinita; e anche nel buio più fitto, brilla la stella del mattino».
Il Papa, alla fine dell’omelia, si è rivolto al sindaco di Melitopol Ivan Fedorov, che era presente alla Veglia Pasquale con alcuni parlamentari ucraini. «In questo buio che voi vivete, signor sindaco, signori e signore parlamentari, il buio oscuro della guerra e della crudeltà, tutti noi preghiamo con voi questa notte, preghiamo per tante sofferenze. Noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia, la nostra preghiera e dirvi coraggio e vi accompagniamo. Possiamo anche dirvi la cosa più grande che oggi si celebra: “Cristo e’ risorto”», ha detto il Papa pronunciando queste ultime parole in ucraino.
Cinquantaquattresimo giorno
Sette morti, tra cui un bambino, e otto feriti: bilancio dell’attacco condotto con cinque missili contro Leopoli. Colpita anche la stazione dei treni. Distrutta anche la ferrovia di Dnipro nel distretto di Pavlograd.
Ministero della Difesa ucraino: le forze armate hanno liberato diversi insediamenti intorno alla città di Izyum, nella regione di Kharkiv, a seguito di intense ostilità. La maggior concentrazione di unità russe nel distretto di Izyum è in direzione di Slobozhansky, perché è da lì, si ritiene, che cercheranno di sviluppare un’offensiva a est.
Testate atomiche
La Russia è prima al mondo per numero di testate atomiche, con 5.977. I Paesi Nato (Usa, Francia e Regno Unito) insieme arrivano a 5.943 ordigni nucleari. Molto indietro segue la Cina, con 350 testate, poi Pakistan (165) e India (160). Israele conterebbe circa 90 testate nucleari, la Corea del Nord una ventina.
Provocazioni: di chi?
Il ministero della Difesa di Mosca si è rivolto all’Onu, al Comitato internazionale della Croce rossa e all’Osce avvertendo che gli ucraini starebbero preparando una provocazione nel giorno della Pasqua ortodossa, il 24 aprile, con bombardamenti con mortai su alcune chiese ortodosse per poi incolpare i russi nelle regioni di Zaporizhzhia, Nikolaev, Odessa, Sumy e Kharkiv.
Una situazione veramente incresciosa
Sindaco di Mosca Sergei Sobyanin: circa 200.000 persone rischiano di perdere il posto di lavoro a Mosca dopo che le aziende straniere hanno sospeso le operazioni o hanno deciso di lasciare il mercato russo. Le autorità moscovite sono comunque pronte a supplirle offrendo impieghi temporanei.
La Paramount ha annunciato che dal 20 aprile non trasmetterà più i suoi canali televisivi in Russia. Anche tutti i canali musicali di Mtv smetteranno di essere visibili in Russia.
Corridoi umanitari
Vicepremier Iryna Vereshchuk: nessun corridoio umanitario oggi per l’evacuazione dei civili dalle zone di combattimento in Ucraina, per il secondo giorno consecutivo, a causa dei blocchi e dei bombardamenti russi; neanche per la città devastata di Mariupol.
Profughi
Viminale: sono 96.512 i profughi ucraini accolti finora in Italia: 49.900 donne, 11.479 uomini e 35.133 minori. Rispetto a ieri l’incremento è di 560.
Mi ha fatto camminare nelle tenebre
Articolo precedente QUI.
La terza Lamentazione si differenzia dalle altre quattro per vari motivi.
È la più complessa: ha forma acrostica, ma le lettere alfabetiche iniziali sono ripetute per tre versetti anziché limitarsi ad uno solo, per cui abbiamo una serie di 22 lettere X 3 = 66 lettere iniziali, il triplo delle altre Lamentazioni. Ogni strofa, cioè, è composta di tre distici inizianti ciascuno con la medesima lettera. È perciò una composizione più artificiosa rispetto alle altre.
Il genere è quello della lamentazione individuale, come molti salmi, ad esempio il 22, anche se poi, come il salmo 22, diviene canto nazionale. L’agiografo non fa mai il nome di Gerusalemme o di Sion, né menziona la sua distruzione, ma riflette, come Giobbe, sul proprio dolore.
Il nome di Dio è presente solo due volte come JHWH; prevalentemente ricorre come Adonai, il Signore, o Elion, l’Altissimo, nomi divini il cui uso è divenuto più frequente nel post esilio.
Per tutti questi motivi, si pensa che questa Lamentazione sia più recente delle altre, composta da un diverso agiografo dopo l’esilio.
Lo sconforto: Mi ha fatto camminare nelle tenebre
Il soggetto che parla nella Lamentazione è un uomo forte (ghever) che ha provato l’afflizione sotto la forza dell’ira di Dio. Il suo è un canto lirico del dolore, non sappiamo se esclusivamente personale o identificato con il dolore della nazione. Un dolore che lo avvolge come la tenebra, e di cui non si vede la fine. Espresso con immagini di malattia, può riferirsi ad un male fisico, ma anche essere metafora di una sofferenza morale, come quella che prova la popolazione di una città assediata e imprigionata. Ma anche le immagini dell’incarceramento possono essere solo metaforiche. Non possiamo sapere quale fosse la natura reale di questa sofferenza. Tuttavia, la permanenza in questo stato di dolore è paragonata ai luoghi tenebrosi dello sheol, la dimora dei morti.
Come Giobbe, anche questo sofferente è sicuro che il suo dolore venga da Dio: in agguato nei suoi confronti come un orso e come un leone, Dio appare come un arciere che prende di mira la sua persona, e non ascolta, anzi soffoca la sua preghiera e gli sbarra ogni via di uscita. Ma il male non è solo materiale, è anche spirituale: la perdita della pace, della felicità e della speranza nel Signore. Questa prima parte della Lamentazione è molto cupa, paragonabile alla situazione di sofferenza del salmo 22. La sofferenza viene vista come causata direttamente da Dio, per motivi imprecisati e forse non precisabili.
Un uomo che ha molto sofferto
1 Io sono l’uomo che ha visto l’afflizione
sotto la verga del suo furore.
2 Egli mi ha condotto, mi ha fatto camminare nelle tenebre
e non nella luce.
3 Sì, contro di me di nuovo volge la sua mano
tutto il giorno.
4 Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle,
ha spezzato le mie ossa.
5 Ha costruito contro di me e mi ha circondato
di veleno e di affanno.
6 Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi,
come quelli che sono morti da lungo tempo.
7 Mi ha circondato di un muro, perché non esca;
mi ha caricato di pesanti catene.
8 Anche quando grido e chiamo aiuto,
egli chiude l’accesso alla mia preghiera.
9 Egli mi ha sbarrato la via con blocchi di pietra,
ha sconvolto i miei sentieri.
10 È stato per me come un orso in agguato,
come un leone in luoghi nascosti.
11 Mi ha sviato dal mio cammino, e mi ha squarciato,
mi ha reso desolato.
12 Ha teso il suo arco, mi ha posto
come bersaglio delle sue frecce.
13 Mi ha fatto penetrare nelle reni
le frecce della sua faretra.
14 Io sono diventato lo scherno di tutto il mio popolo,
la sua canzone di tutto il giorno.
15 Egli mi ha saziato d’amarezza,
mi ha abbeverato d’assenzio.
16 Mi ha spezzato i denti con la ghiaia,
mi ha affondato nella cenere.
17 Tu mi hai allontanato dalla pace,
io ho dimenticato il benessere.
18 Io ho detto: «È sparita la mia fiducia,
non ho più speranza nel SIGNORE!».