Oltre alla relazione che l’adam ha col creato (vedere QUI), un importante elemento di somiglianza fra l’uomo e Dio si può scoprire nel fatto che l’adam stesso (nome collettivo, e usato senza articolo in 1,26) è creato non come singolo, ma come comunità di persone che condividono la stessa natura: maschio e femmina li creò. La pienezza del concetto di uomo non si ha nel maschio soltanto, ma nel maschio e nella femmina insieme.
Mentre nell’annuncio di 1,26 si parla genericamente dell’umanità, nella sua realizzazione, in 1,27, si tratta dell’essere umano concreto (ha-’adam, con l’articolo), di una identità personale precisa specificata dall’essere individuo maschile o femminile.
Maschio e femmina li creò: la comunione umana
Siamo ancora lontani dalla rivelazione di Dio come Trinità di Persone, cioè come relazionalità nella comunione di un Dio che non è una Monade solitaria, ma è tale ricchezza di Amore da esplicarsi in una relazione intratrinitaria Padre / Logos / Amore, rimanendo perfetto nella sua Unità. Ma già questa comunione di Persone si può intravedere negli effetti che produce negli esseri che crea.
L’adam è relazionalità, a immagine del Dio-che-è-Parola, del Dio-che-è-Amore, relazionalità che nel testo biblico viene colta nella componente fondamentale della coppia maschio – femmina. L’adam esiste solo come essere-in-relazione: l’essere umano in astratto non esiste affatto, ma esiste solo in quanto maschio e femmina, essere-con-l’altro ed essere-per-l’altro.
Questa relazionalità essenziale dell’essere umano è un altro elemento che rispecchia l’immagine di Dio. Come Dio è comunione di Persone, anche ogni uomo è chiamato ad essere in comunione con l’altro.
Ogni uomo che nasce è a immagine di Dio
Tutto questo non può che gettare una luce del tutto positiva sul processo della procreazione, che perpetua l’atto creazionale di Dio affidandolo alle creature.
Tutto è dono per l’adam, ed anche il processo della generazione viene ricevuto da Dio. La sessualità è inscritta nel progetto -’adam come una realtà positiva, segno di una relazionalità che ha le sue radici in Dio. L’alleanza tra uomo e donna diverrà, infatti, sacramento dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, delle nozze fra Cristo e la Chiesa, e sarà, per sua natura, inscindibile, basandosi su una istanza di fedeltà assoluta che rispecchia la fedeltà indefettibile di Dio all’adam.
E la procreazione, benedetta da Dio, collabora all’opera creatrice di Dio nel cosmo, in cui l’adam è posto come signore (Salmo 8) ma non come despota. Non è dunque al singolo, ma alla comunità della coppia, della famiglia, e poi del popolo di Dio, che Dio dà l’ordine di assumere la responsabilità di dare senso alla natura: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e dominatela…
Però la procreazione non è vista in sé come un riflesso della somiglianza con Dio, al contrario del culto cananeo della prostituzione sacra, ierogamia in cui l’uomo partecipava magicamente al mondo della divinità. La procreazione è solo uno strumento che l’uomo possiede per trasmettere nel mondo la sua dignità, la somiglianza divina. Secondo Gn 5,3 Adamo genererà Set a sua immagine, secondo la sua somiglianza, secondo cioè, l’immagine e somiglianza di Dio.