
Il Martedì grasso è il giorno che tradizionalmente conclude il Carnevale con mascherate e sfilate, e precede il mercoledì delle ceneri che segna l’inizio della Quaresima.

Festa importante nel folklore, ha il nome di “Grasso” perché rappresentava l’ultima occasione di mangiare a volontà, prima del periodo di rigorosa astinenza e digiuno della Quaresima. Per lo stesso motivo, costituiva anche un modo di sfogarsi in manifestazioni sociali di allegria come canti, balli, mascherate e sfilate, prima dell’austerità quaresimale.

Secondo l’interpretazione etimologica più accreditata, il termine Carnevale deriverebbe appunto dall’espressione latina carne levamen (col significato di “eliminazione della carne”). Un’interpretazione popolare la farebbe derivare da Carne, vale = Carne, ti saluto…

Nella società attuale, con il miglioramento delle condizioni economiche e con il diffondersi del consumismo, la caratteristica della festa si è estesa a tutto l’anno, per cui caratteristica del Martedì Grasso è rimasta l’usanza di mascherarsi, specialmente per i bambini, e di organizzare sfilate con carri carnevaleschi.

Una simile festa di travestimenti, rovesciamenti di ruoli e baldorie era rappresentata a Roma dai Saturnalia (che però si svolgevano prima del solstizio d’inverno), in cui per un giorno padroni e schiavi si scambiavano i posti, gli schiavi comandavano e i padroni li servivano. Ma era una burla: lo scatenarsi della licenza fungeva da valvola di sfogo sociale per il mantenimento dell’ordine costituito. Non per niente Semel in anno licet insanire…
Varie località italiane, magari dopo periodi di dimenticanza, si sono impegnate nel ripristinare la tradizione della sfilata carnevalesca il Martedì Grasso. Tra queste Piombino, con la modesta festa carnevalesca di Cicciolo, un fantoccio di cartapesta che alla fine della sfilata viene bruciato in Piazza Bovio.