Maria Dolens

Maria Dolens suona ogni sera i suoi cento rintocchi per i caduti di tutte le guerre. Di Gio la Gamb, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=53744252

Del 2 Novembre rammento, da quando ero bambina (le distrazioni erano poche e in casa c’era solo la radio), il suono di Maria Dolens. È uno dei ricordi che più lego alla Commemorazione dei Defunti. Poi ci sono i ricordi familiari, sì, la visita al Camposanto della Misericordia, una specie di città nel cui labirinto mi districavo abbastanza bene, fino ad arrivare alla tomba di Mascagni e da quella parte uscire nel regno dei vivi. Crisantemi ovunque… ma il suono che lego a questo giorno è la voce di Maria Dolens trasmesso dalla radio. Un suono, vi assicuro, che faceva venire i brividi pensando a ciò che vi era dietro.

Maria Dolens

Maria Dolens è la grande campana di Rovereto che dal 1925 piange in Italia e nel mondo i caduti di tutte le guerre. Nacque sull’idea di un sacerdote, don Antonio Rossaro (1883-1952), che voleva trovare un modo per ricordare tutti i caduti della Grande Guerra da poco conclusa (purtroppo, non l’ultima come si sperava). Pensò quindi di realizzare una campana fusa con il bronzo dei cannoni delle nazioni che avevano partecipato al conflitto.

Riuscì ad ottenere dagli Stati ex belligeranti cannoni e altro materiale bellico dismesso. Grazie alla loro collaborazione la campana (che avrebbe avuto il nome di “Maria Dolens”) poté essere fusa nell’ottobre 1924 e inaugurata solennemente il 4 novembre 1925, anche se si dovette poi fondere altre tre volte per ottenere il suono voluto. È la quinta campana al mondo per peso tra quelle che suonano a distesa, con le sue 22,639 tonnellate. È preceduta in questo solo da una campana in Giappone di 36 tonnellate, una a Newport negli Stati Uniti di 33, quella della Cattedrale Ortodossa di Bucarest con 25 tonnellate, e la Petersglocke del duomo di Colonia con 24 tonnellate.

Sul manto di “Maria Dolens” sono incisi gli autografi  e i motti dettati da Pio XII: “Nulla è perduto con la Pace. Tutto può essere perduto con la guerra”; e Giovanni XXIII: “In pace hominum ordinata concordia et tranquilla libertas”.

Ogni sera, alle 21.30, i suoi cento rintocchi, col loro lamento accorato, ricordano i caduti e le vittime di tutte le guerre senza distinzioni di fede o di nazionalità, ed invocano pace e fratellanza tra tutti i popoli del mondo.

Il video QUI.

Una proposta: potremmo ogni sera a quell’ora, ovunque siamo, raccoglierci tutti col pensiero insieme a quella voce che grida a Dio e agli uomini: Pietà! Pace! Non più la guerra, non più!