
Continua il prologo storico. Anni dopo la ribellione che respinge il popolo nel deserto per 40 anni, una volta ripresa la marcia verso la terra promessa, Israele aggira pacificamente il territorio di Edom – Esaù (in Num 20,14-21 l’atteggiamento di Edom è ostile) e attraversa i confini di Moab e di Ammon, discendenti di Lot (Gen 19,30 s.), comprando solo cibo e acqua da loro ma senza molestarli né esserne molestati affatto. Questo perché anche la loro terra è stata data loro da Dio, come la terra di Canaan è stata assegnata agli Israeliti.
Israele conquista invece il regno di Sichon, che si oppone al suo passaggio (cfr. Num 21,21.24), e il regno di Og re di Basan (cfr. Num 21,33 s.: in Deuteronomio la figura di Og acquista caratteri favolosi come ultimo superstite dei Refaîm, il cui ricordo viene legato ad un monumento megalitico, un “letto di ferro” lungo circa m. 4,5 e situato a Rabba), cioè tutta la Transgiordania. Questa terra viene spartita fra metà della tribù di Manasse e le tribù di Ruben e Gad. Mosè li informa che essi, anche se hanno ricevuto la loro terra, sono comunque tenuti ad assistere i loro fratelli nella conquista delle loro terre, ed essi si impegnano ugualmente ad affiancare le altre tribù nella campagna di conquista della Cisgiordania.
Mosè, a causa del suo popolo, non entrerà in Canaan (lo scritto Sacerdotale invece giustifica questo avvenimento con una colpa di Mosè in Num 20,12), ma dovrà cedere le redini a Giosuè. Non viene spiegato il motivo per cui a Giosuè sarà permesso di entrare nel paese; forse il testo lo immagina molto giovane. Il racconto storico riprenderà in Dt 31,1 ss.
La marcia verso la terra: differenze con Esodo – Numeri
Rapporto con gli Edomiti
Secondo Deuteronomio 2,4-6.29, gli Israeliti dovendo oltrepassare il paese di Edom acquistarono dagli abitanti acqua e cibo. Al contrario, nel racconto di Numeri 20,17-21 gli Israeliti chiedono cibo e acqua suscitando una risposta bellicosa da parte degli edomiti. Come nel Deuteronomio, anche qui gli Israeliti non attraversano Edom, ma la sequenza degli eventi e la relazione di Edom con Israele sono piuttosto diverse.
Sichon
In Deuteronomio 2,24-25, Dio dice a Mosè di combattere con Sichon e conquistare la sua terra, mentre in Numeri 21,23 la guerra sembra essere una conseguenza accidentale della belligeranza di Sichon.
Moab
In Deuteronomio 2,29, Mosè dice a Sichon che i Moabiti vendettero cibo e acqua agli Israeliti. Ciò contraddice Deuteronomio 23,5, dove si afferma che agli Israeliti è proibito sposare i Moabiti perché questi non dettero agli Israeliti pane e acqua, e sembra anche contraddire il racconto di Numeri 21 che non riporta alcuna richiesta di cibo e acqua da Moab (o Ammon).
Inoltre, contraddice lo spirito di Numeri 22,2-7 in cui Balaq esprime paura degli israeliti, spiegando ai suoi alleati madianiti che gli israeliti vivono accanto a lui e che presto divoreranno tutto in Moab. Questo discorso implica che Israele deve ancora entrare in Moab o entrare in rapporto con loro, ma che Balaq teme per il futuro.
In effetti, il racconto di Balaq in Numeri appare dopo la conquista di Sichon e Og, il che implica un percorso geografico completamente diverso, poiché a questo punto non ci sarebbe bisogno di chiedere acqua o cibo a Moab, come avviene nel racconto del Deuteronomio, una volta che Israele avrà conquistato l’altro territorio.
Ruben, Gad e parte di Manasse
In Deuteronomio 3,18-22, dopo aver conquistato la Transgiordania, Mosè suggerisce a Ruben e Gad di restare lì purché inviino il loro esercito nella Cisgiordania per aiutare i loro fratelli a conquistare il proprio territorio. Tuttavia, in Numeri 32,16-19, questo suggerimento viene avanzato da Ruben e Gad dopo che Mosè si adira alla loro richiesta di insediarsi nella Transgiordania.
In sintesi
Nonostante il racconto di Deuteronomio 2-3 condivida molti dettagli con la storia raccontata in Esodo e Numeri, le due versioni rimangono diverse. La soluzione più semplice del problema di queste discordanze è quella che presuppone più autori con molteplici tradizioni.
Il libro è concepito dal suo autore originale e da un redattore successivo come una rivisitazione di materiale già noto a Israele. I commentatori tradizionali credevano che questa rivisitazione provenisse dallo stesso Mosè, mentre la maggior parte degli studiosi odierni della Bibbia lo attribuisce in buona parte alla cerchia di scribi della corte di Giosia nel VII secolo a.C.
È possibile che gli autori del Deuteronomio intendessero la loro opera come l’intera Torah, e non una parte di essa; che volessero che il Deuteronomio soppiantasse i libri precedenti, cosa che non è avvenuta. Il Deuteronomio si è affermato, ma al fianco di Esodo, Levitico e Numeri.