La venerazione della Madonna del Rosario, sviluppatasi particolarmente dopo la Controriforma, è una delle forme attraverso le quali la Chiesa cattolica onora e prega la Beata Vergine Maria.
La festa viene celebrata il 7 ottobre in quanto istituita da Pio V come Madonna della Vittoria a ricordo della vittoria di Lepanto (1571) della Lega Santa (Spagna, Venezia e Stato della Chiesa) contro l’impero turco, ma Gregorio XIII la trasformò in festa della Madonna del Rosario in quanto i cristiani avevano recitato il S. Rosario prima della battaglia. L’iconografia è ripresa da quella, più antica, della Madonna della Cintola, raffigurando il gesto con cui Maria porge qualcosa ai fedeli.
Il rosario
Il rosarium / rosario acquista un significato religioso da partire dal XIII secolo quando viene ad indicare le preghiere mariane che formano come una corona di rose offerta alla Vergine. Nel Duecento, i cistercensi elaborarono, a partire da questa collana, la preghiera che chiamarono rosario, dato che la comparavano a una corona di rose mistiche offerte alla Vergine.
Il rosario è una preghiera contemplativa a carattere litanico di fondamento profondamente biblico.
Fu diffuso dalle confraternite del Santo Rosario fondate dal domenicano Pietro da Verona (1205- 1252).
La versione integrale della preghiera del rosario prevede la contemplazione di 15 misteri e quindi la recita di 150 Ave Maria, numero corrispondente ai 150 salmi che costituiscono il Salterio: è il Salterio dei poveri. L’aggiunta, nel 2002, dei cinque misteri «luminosi», lo ha portato a 20 poste e quindi a 200 Ave Maria, facendo però perdere la voluta antichissima analogia con i 150 salmi della Bibbia.
Dai «Discorsi» di San Bernardo, abate
(Disc. «De acquaeductu»)
«Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14); venne ad abitare particolarmente nei nostri cuori per mezzo della fede. Divenne oggetto del nostro ricordo, del nostro pensiero e della nostra stessa immaginazione.
Se egli non fosse venuto in mezzo a noi, che idea si sarebbe potuto fare di Dio l’uomo, se non quella di un idolo, frutto di fantasia?
Sarebbe rimasto incomprensibile e inaccessibile, invisibile e del tutto inimmaginabile. Invece ha voluto essere compreso, ha voluto essere veduto, ha voluto essere immaginato. Dirai: Dove e quando si rende a noi visibile? Appunto nel presepio, in grembo alla Vergine, mentre predica sulla montagna, mentre passa la notte in preghiera, mentre pende sulla croce e illividisce nella morte, oppure mentre, libero tra i morti, comanda sull’inferno, o anche quando risorge il terzo giorno e mostra agli apostoli le trafitture dei chiodi, quali segni di vittoria, e, finalmente, mentre sale al cielo sotto i loro sguardi.
Non è forse cosa giusta, pia e santa meditare tutti questi misteri? Quando la mia mente li pensa, vi trova Dio, vi sente colui che in tutto e per tutto è il mio Dio. È dunque vera sapienza fermarsi su di essi in contemplazione. È da spiriti illuminati riandarvi per colmare il proprio cuore del dolce ricordo del Cristo.