Lettura continua della Bibbia. Utilità della permanenza dei Cananei

L'utilità dei Cananei
Foto di Jeff Jacobs da Pixabay

La permanenza dei Cananei in quella che diverrà la terra di Israele è un fatto. Spiegata con la necessità di non abbandonare una terra incolta agli animali del paese, oppure con la superiorità delle agguerrite popolazioni della terra di Canaan, con la loro funzione di castigo per le infedeltà di Israele o di banco di prova della loro lealtà al Signore, l’utilità della permanenza dei Cananei risulta anche da una qualche loro funzione positiva.

I Cananei rimangono per insegnare la guerra a Israele

Secondo alcuni passi di ispirazione deuteronomistica, il Signore lascia i Cananei nella terra affinché le generazioni successive possano vivere l’esperienza ispiratrice delle guerre di conquista:

«affinché le generazioni future degli Israeliti imparassero la guerra e istruissero quelli che prima non ne avevano esperienza» (Giudici 3,2).

Quando gli israeliti si saranno addestrati alla guerra, il Signore combatterà per loro e rivelerà la sua straordinaria potenza, unificando Israele e rafforzandone la fede. L’utilità dei Cananei, qui, appare come una forma di apprendistato…

Lutilità dei Cananei come forza lavoro

Una spiegazione diversa sul perché alcuni Cananei non furono conquistati è offerta, sempre dalla corrente deuteronomistica, nel libro dei Re. Nel suo resoconto riguardante le fortezze e le città-deposito costruite da re Salomone, egli nota che la corvée fu imposta ai discendenti delle nazioni:

«Tutti i superstiti degli Amorei, degli Ittiti, dei Perizziti, degli Evei e dei Gebusei che non erano della stirpe d’Israele, cioè quelli dei loro discendenti che erano rimasti nel paese e che gli Israeliti non erano riusciti a distruggere completamente, Salomone li ridusse in schiavitù, come avviene ancora oggi» (1 Re 9,20-21).

Non sorprende certo che Salomone abbia bisogno di operai per la sua grande impresa della costruzione del tempio. Ciò che sorprende è che, in quanto deuteronomista, l’autore dei Re non esprime disapprovazione per la violazione da parte di Salomone della legge deuteronomica che designa i Cananei come un popolo condannato allo cherem (Deut 20,17). Potente sovrano, ci si sarebbe aspettato che Salomone avrebbe liberato Canaan dagli idolatri; eppure non lo fa, e questo non è annoverato tra i suoi peccati. L’unico peccato esplicito di Salomone è il favore da lui accordato all’idolatria delle sue numerose mogli (1 Re 11,1–10).