
Il lunedì successivo alla Pasqua è nel calendario liturgico cattolico il Lunedì dell’Ottava di Pasqua o, più brevemente, Lunedì di Pasqua.
Detto popolarmente Pasquetta, porta in Italia anche il bel nome di Lunedì dell’Angelo, perché ricorda l’annuncio dell’angelo alle donne che giunte al sepolcro di Gesù lo trovano spalancato e vuoto.
Il riferimento diretto è al Vangelo secondo Matteo.
Matteo 28 1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte.
5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».
8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Lunedì dell’Angelo o in Albis
Il Lunedì dell’Angelo si chiama anche, con un nome ancora più bello e ricco di significato, Lunedì in Albis, cioè in banche [vesti], in quanto coloro che avevano ricevuto il battesimo nella notte di Pasqua avevano indossato una veste bianca che avrebbero mantenuto per otto giorni, deponendola solo la domenica successiva (appunto, la Domenica in Albis, ovvero In albis deponendis, quella in cui le vesti bianche si dovevano deporre).
È festa religiosa ma non di precetto; è invece, in Italia, festività civile, ma solo dal 1947. Prima di allora era giorno lavorativo, ma nel dopoguerra l’Italia adottò l’usanza portata dai soldati britannici delle forze di occupazione angloamericane. Infatti, nei contratti di lavoro inglesi le festività che ricorrono in domenica non venivano retribuite come doppie, ma venivano fatte recuperare il lunedì seguente. Tanto di guadagnato per i lavoratori italiani.