
Nella sua estrema semplicità, questa foto scattata a Bologna da mia figlia Sara è una foto di sorprendente bellezza. Sembra un leggero graffio nel cielo notturno, oppure un faccione ridente a mezza bocca che si nasconde nell’oscurità. A me ricorda lo Stregatto o Gatto del Cheshire, il gatto mezzo invisibile e mezzo visibile di Alice nel Paese delle Meraviglie: uno Stregatto che ride nel buio della notte. Sorridere (o sogghignare) come un gatto del Cheshire (To grin like a Cheshire cat) era un modo di dire in uso ai tempi di Lewis Carroll a significare un largo sorriso fatto scoprendo completamente i denti.
Luna lunatica
Ma no, naturalmente non è lo Stregatto che ride nel cielo di Bologna. E allora può essere una sola cosa, la falce di luna crescente: infatti dopo la Pasqua, che ricorre la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera, la luna è calata, ha attraversato la fase del Novilunio, e adesso sta di nuovo crescendo. Eh sì, la luna è un po’ lunatica, non le si può chiedere di rimanere inalterata, deve continuamente cambiare – naturalmente, secondo il nostro punto di vista.
La cosa strana, in questa foto non artefatta, è il colore del cielo totalmente nero. In realtà non è così, il colore che percepiamo, che passa attraverso l’organo di senso e che arriva al nostro cervello è questo:

Per qualche particolare legge fisica che non conosco, se si scatta la foto ingrandendo sulla luna, il cielo risulta invece nero. Qualcuno lo potrà benissimo spiegare, suppongo. Io non ci riesco, e continuo a vedere lo Stregatto in quella bella foto tutta nera con il suo sardonico, smagliante sorriso bianco…

Beh, adesso, con questo diverso scatto, si è svelato il trucco… Allora ditelo, la luna c’era, non era sparita!