
Il pernottamento delle donne alla Verna era sempre stato vietato tranne che in particolari circostanze come la festa di S. Francesco: ma dovevano trascorrere la notte nelle chiese. Successivamente fu costruito alla Beccia, dalla Compagnia dei Benefattori della Verna di Firenze, l’Ospizio delle donne per il pernottamento (Iscrizione in marmo sopra la scala del chiostro). Era divenuto necessario in quanto non solo uomini, ma anche donne della Compagnia salivano dalla Verna a Firenze, e mancava un luogo conveniente per alloggiarle. Questo primo ospizio era stato aperto nel 1612, poi era stato accresciuto nel 1637, risultando così fornito di cucinetta, cappella, una grande sala e sette camere con 19 grandi letti che potevano ospitare anche tre o quattro persone… Ci si accontentava veramente di poco, ma nell’Ottocento non bastava più.
1814-15: L’Ospizio della Beccia

Mons. Albergotti vescovo di Arezzo fa erigere alla Beccia, a sud del vecchio Ospizio, una nuova fabbrica a due piani per il pernottamento delle pellegrine (Iscrizione al primo piano dell’Ospizio; cfr. Guida p. 26). Lo benedice lo stesso vescovo Albergotti la domenica 1 ottobre 1815.
4 ottobre 1815: Il regolamento per l’Ospizio della Beccia
Mons. Albergotti vescovo di Arezzo redige un Regolamento per il pernottamento delle pellegrine all’ospizio della Beccia (Filza IV n. 129). Stabilisce che la sera due religiosi probi e maturi le conducano processionalmente all’Ospizio, dove le donne, divise nei due dormitori, prima di riposare reciteranno genuflesse le Litanie Lauretane, cinque Pater – Ave – Gloria, gli atti di Fede – Speranza – Carità – Dolore, un Pater a S. Francesco e l’Angele Dei. Poi silenzio fino al mattino, quando al suono di un campanello le donne reciteranno le stesse preghiere e, per la via che porta al Santuario, qualche Laude mariana.
Solo dal 1985 le donne potranno dormire nella foresteria della Verna.
4 ottobre 1815
Con lettera Mons. Albergotti si lamenta “perché nel ripulire il quartiere del Vescovo fu dato il bianco alle pitture che vi erano rappresentanti la Passione di Gesù, e le Stimate di S. Francesco” (MdC p. 84).