
Nella seconda parte del Vangelo di Marco, Gesù è in cammino verso Gerusalemme con i suoi discepoli. Inizia a profilarsi l’ombra della croce.
8 27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 36Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? 37Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? 38Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».
9 1Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
A Cesarea di Filippo
Tutto inizia nei dintorni di Cesarea di Filippo, nel nord della Galilea. Siamo ai piedi dell’Ermon, alle sorgenti del Giordano. Qui la città di Cesarea (da non confondersi con Cesarea Marittima) era stata costruita in onore di Cesare Augusto, nel 2-1 a.C., sulle rovine di un antico santuario dedicato al dio Pan (l’attuale Banyas). Era la capitale della tetrarchia di Filippo, il più pacifico ed innocuo degli eredi di Erode il grande.
È qui che Gesù si apparta con i discepoli per introdurli alla comprensione dei suo mistero: la gente lo ritiene un profeta come il Battista, come Elia; ma loro? E Pietro compie per tutti la prima professione di fede della comunità: Gesù è il Cristo, ovvero il Messia, l’Unto del Signore, il Consacrato atteso da Israele per il proprio riscatto (8,29).
L’ombra della croce
Questa fede di Pietro e della comunità dei discepoli è ancora parziale, si arrende subito di fronte alle difficoltà. Non accetta la passione, il rifiuto. Nelle antiche Scritture, invece, Gesù ha decifrato il suo cammino, nella figura gloriosa del Figlio dell’uomo (Dn 7) unita però a quella dolente del Servo del Signore (Is 53).
Il rifiuto avverrà per opera del sinedrio nelle sue tre componenti:
- i sommi sacerdoti che detenevano il potere religioso,
- gli scribi che esercitavano l’insegnamento,
- gli anziani, esponenti dell’aristocrazia laica, che rappresentavano il potere economico.
Patimenti, rifiuto, fallimento, morte non erano previsti nelle attese messianiche del tempo, che Pietro condivide, arrivando a prendere lui in disparte Gesù e rovesciando così il gesto che il maestro può permettersi con il discepolo, ed a minacciarlo…
Pietro, qui, funge da maestro, anzi da satana, avversario: è invitato a mettersi alla sequela di Gesù, non a cercare di precederlo indicandogli una via che non è la sua. Sta riproponendo a Gesù le tentazioni diaboliche affrontate nel deserto (specificate da Matteo e Luca, non da Marco, però).
E chi si mette alla sua sequela si trova ad imboccare una strada non facile di passione che passa per la croce: la vita fisica deve essere messa in gioco per guadagnare la vita vera. Né dobbiamo credere che la ricompensa venga solo nel mondo futuro: già in questa vita ci può essere dato di gioire della venuta del Regno. Pietro, Giovanni e Giacomo lo vedranno nella persona di Gesù trasfigurato, anche se neppure allora capiranno.