
L’Ufficio delle Letture di stamani ci offre un bellissimo brano di un libro oggi poco conosciuto della Bibbia, il Siracide, che però in passato era molto utilizzato, tanto da venire denominato, nel latino della Chiesa, Ecclesiasticus. Questo nome gli fu dato da San Cipriano vescovo di Cartagine a motivo del grande uso che se ne faceva nella predicazione e nella catechesi, per il suo contenuto morale. Si tratta, infatti, di un libro sapienziale, cioè di riflessioni sulla condizione e sulla condotta umana, e sulla Sapienza divina che la deve improntare. Un libro che contiene una bellissima lode di Dio nel Creato.
Caratteristica dei libri sapienziali (Giobbe, Proverbi, Qohelet, Baruch, Siracide, Sapienza), a differenza di tutti gli altri fondati sull’esperienza storica di Israele, è una visione ampia della natura come meravigliosa opera creatrice di Dio. Ecco il brano che il Siracide ci offre nella liturgia del venerdì della Prima Settimana del Tempo Ordinario descrivendo con stupore e ammirazione i fenomeni naturali.
La lode di Dio nel creato. Dal libro del Siracide (43, 13-33)

Con un comando Dio invia la neve,
fa guizzare i fulmini del suo giudizio.
Così si aprono i depositi
e le nubi volano via come uccelli.
Con potenza condensa le nubi,
che si polverizzano in chicchi di grandine.
Al suo apparire sussultano i monti;
il rumore del suo tuono fa tremare la terra.
Secondo il suo volere soffia lo scirocco,
così anche l’uragano del nord e il turbine di vento.
Fa scendere la neve come uccelli che si posano,
come cavallette che si posano è la sua discesa;
l’occhio ammira la bellezza del suo candore
e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
Riversa sulla terra la brina come il sale,
che gelandosi forma come tante punte di spine.
Soffia la gelida tramontana,
sull’acqua si condensa il ghiaccio;
esso si posa sull’intera massa d’acqua
che si riveste come di corazza.
Inaridisce i monti e brucia il deserto;
divora l’erba come un fuoco.
Il rimedio di tutto, un annuvolamento improvviso,
l’arrivo della rugiada ristora dal caldo.
Dio con la sua parola ha domato l’abisso
e vi ha piantato isole.
I naviganti parlano dei pericoli del mare,
a sentirli con i nostri orecchi restiamo stupiti;
là ci sono anche cose singolari e stupende,
esseri viventi di ogni specie e mostri marini.
Per lui il messaggero cammina facilmente,
tutto procede secondo la sua parola.
Potremmo dir molte cose e mai finiremmo;
ma per concludere: «Egli è tutto!».
Come potrebbero avere la forza per lodarlo?
Egli, il Grande, al di sopra di tutte le sue opere.
Il Signore è terribile e molto grande,
e meravigliosa è la sua potenza.
Nel glorificare il Signore esaltatelo quanto potete,
perché ancora più alto sarà.
Nell’innalzarlo moltiplicate la vostra forza,
non stancatevi, perché mai finirete.
Chi lo ha contemplato e lo descriverà?
Chi può magnificarlo come egli è?
Ci sono molte cose nascoste più grandi di queste;
noi contempliamo solo poche delle sue opere.
Il Signore infatti ha creato ogni cosa,
ha dato la sapienza ai pii.
La divina armonia del creato

Il libro del Siracide è stato scritto in ebraico verso il 180 a.C. dal dotto Gesù ben Sirach, ed è stato tradotto in greco da un suo nipote verso il 132 a.C. Ed ecco un commento di Sant’Atanasio, il campione della dottrina trinitaria. Apprezzate l’immagine della cetra suonata con arte e soprattutto dell’immenso coro delle creature che, ognuna con la propria voce, cantano tutte la stessa lode.
Dal «Discorso contro i pagani» di sant’Atanasio, vescovo
(Nn. 42-43)

Non esiste alcuna creatura, e nulla accade, che non sia stato fatto e che non abbia consistenza nel Verbo e per mezzo del Verbo, come insegna san Giovanni: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di lui, e nulla è stato fatto senza di lui (cfr. Gv 1, 1).
Come infatti il musicista, con la cetra bene intonata, per mezzo di suoni gravi e acuti, abilmente combinati, crea un’armonia, così la Sapienza di Dio, tenendo nelle sue mani il mondo intero come una cetra, unì le cose dell’etere con quelle della terra e le cose celesti con quelle dell’etere, armonizzò le singole parti con il tutto, e creò con un cenno della sua volontà un solo mondo e un solo ordine del mondo, una vera meraviglia di bellezza. Lo stesso Verbo di Dio, che rimane immobile presso il Padre, muove tutte le cose rispettando la loro propria natura, e il beneplacito del Padre.
Ogni realtà, secondo la propria essenza, ha vita e consistenza in lui, e tutte le cose per mezzo del Verbo costituiscono una divina armonia.
Perché poi una cosa tanto sublime possa essere in qualche modo capita, prendiamo l’immagine di un immenso coro. In un coro composto di molti uomini, bambini, donne, vecchi e adolescenti, sotto la direzione di un solo maestro, ciascuno canta secondo la propria costituzione e capacità, l’uomo come uomo, il bambino come bambino, il vecchio come vecchio, l ‘adolescente come adolescente, tuttavia costituiscono insieme una sola armonia. Altro esempio. La nostra anima si muove nello stesso tempo i sensi secondo le peculiarità di ciascuno di essi, così che, alla presenza di qualche cosa, sono mossi tutti simultaneamente, per cui l’occhio vede, l’orecchio ascolta, la mano tocca, il naso odora , la lingua gusta e spesso anche le altre membra del corpo sporgenti, per esempio i piedi camminano.
A un solo cenno della volontà del Verbo di Dio, tutte le cose furono così bene organizzate, che ciascuna opera ciò che le è proprio per natura e tutte insieme si muovono in un ordine perfetto.