Isola dei Serpenti: la ritirata dei russi
Ministero della Difesa russo: «Il 30 giugno, come segno di buona volontà, le forze armate russe hanno conseguito gli obiettivi prefissati per l’Isola dei Serpenti e hanno ritirato la guarnigione sul posto». Il gesto avrebbe lo scopo di facilitare le esportazioni di cereali dall’Ucraina. Del tutto diversa la versione ucraina. Ma perché tanta importanza data all’Isola dei Serpenti?
L’Isola dei Serpenti
L’Isola dei Serpenti era balzata alla ribalta della cronaca mondiale con il primo atto dell’invasione russa dell’Ucraina, il 24 febbraio, quando i soldati dell’incrociatore Moskva occuparono l’isola.
Situata nel Mar Nero a 35 km dalle coste di Ucraina e Romania, l’Isola dei Serpenti fa parte dell’oblast (regione) di Odessa. L’isola ha un’area di 17 ettari e l’unico abitato è il villaggio di Bile.
I greci la chiamavano «isola d’Achille» perché vi sorgeva un tempio dedicato all’eroe, protettore del Mar Nero: secondo alcune tradizioni, vi era stato addirittura sepolto. Altro antico nome greco è Λευκός (Leukós, ovvero «Isola Bianca»). Anche i romani la chiamavano isola «bianca» (Alba).
Il toponimo ucraino moderno di «Isola dei Serpenti») è dovuto al fatto che l’isola ospitava molte bisce acquatiche (biscia tassellata, abilissima nuotatrice). Una curiosità: questi serpenti giungevano dal Danubio facendosi comodamente trasportare dai rami degli alberi. In rumeno si chiama Insula Şerpilor e in turco Yılan Adası. Durante la dominazione ottomana, l’isola era denominata in greco moderno «Fidonisi» («Serpente»).
Di impero in impero
L’Isola dei Serpenti seguì la sorte del mondo greco. Prima incorporata nell’impero romano, andò poi a far parte dell’impero d’Oriente (456); dopo la caduta di Bisanzio, passò sotto l’impero ottomano. A seguito della guerra russo – turca (1787-1792) fu annessa all’impero russo. Dopo la sconfitta di questo nella guerra di Crimea, passò per un novantennio al principato di Moldavia; ma nel 1944 fu occupata dall’Armata Rossa (è una dannazione, la sua) e restò all’Unione Sovietica fino al 1991, quando entrò a far parte del neonato stato ucraino indipendente. Vi fu qualche recriminazione da parte della Romania quando sulla piattaforma intorno all’isola si scoprirono giacimenti di petrolio e di gas.
L’importanza di questo fazzoletto di terra in mezzo al mare è però strategica: controllare l’Isola dei Serpenti significa avere un avamposto davanti ad Odessa. La flotta russa ne ha riconosciuto l’importanza militare nel momento in cui il 24 febbraio, all’inizio dell’invasione dell’Ucraina, ha voluto assicurarsi quel tratto di mare. Chi governa l’Isola dei Serpenti può controllare meglio il porto di Odessa. E, di conseguenza, il traffico navale. Svanisce la possibilità di uno sbarco ad Odessa.
L’occupazione russa
L’Isola dei Serpenti, attualmente, rappresenta una base per il controllo del Mar Nero. Per questo, il 24 febbraio le forze di occupazione russa si interessarono subito dell’isola, inviandovi l’incrociatore Moskva. «Siamo una nave da guerra russa, vi chiediamo di deporre le armi e di arrendervi per evitare spargimento di sangue e morti non necessarie, altrimenti bombarderemo». Queste le parole con cui il capitano della Moskva avrebbe intimato la resa alla guarnigione ucraina. La risposta del soldato di Kiev non si è fatta attendere: “Nave da guerra russa….». Con quel che segue.
Questa colorita vicenda dell’Isola dei Serpenti è subito diventata virale nel mondo del web. Si è creato un mito, si sarebbe detto un tempo. La scena è stata persino riprodotta su un francobollo, subito andato a ruba; e ancor più andato a ruba dopo l’affondamento della nave Moskva, che evidentemente ha dovuto seguire l’invito del mitico soldato. La seconda edizione del francobollo riporta la scritta «Fatto», e la nave russa sullo sfondo non si vede più: infatti è affondata. La cartolina con i francobolli affrancati a Kiev può costare anche 900 dollari.
Ci sono voluti quattro mesi, 10 raid in questi ultimi giorni, nuovi obici piazzati sulla costa, e droni turchi, per arrivare a una simbolica riconquista. È stato determinante, dicono, l’obice semovente 2S22-Bohdana, un camion 6×6 del 2018 dalle industrie di Kramatorsk e appositamente riadattato per questa guerra; sono stati determinanti i droni Bayraktar provenienti dalla Turchia. Dal 23 giugno Kiev tempestava l’Isola dei Serpenti per cancellare quella prima simbolica conquista dell’invasore. Determinante si è rivelato anche colpire il sistema missilistico russo Pantsir S-1, installato sull’isola: «Le due navi messe a protezione avevano sedici missili di crociera e poco altro: qualche unità di difesa aerea e un po’ di corpi speciali. Abbiamo inflitto pesanti perdite, almeno 40 morti», dice Kiev.
E adesso, gli occupanti russi hanno lasciato l’Isola dei Serpenti. Che cosa è successo?
Qual è la versione corretta?
Gli ucraini esultano, i russi minimizzano. Il ministero russo della Difesa, come abbiamo visto, spiega: «Le nostre forze armate hanno soltanto raggiunto gli obbiettivi prefissati, e il 30 giugno, in segno di buona volontà, hanno rimosso la guarnigione per consentire d’esportare più facilmente il grano». «Ora sarà chiaro alla comunità internazionale che la Russia non interferisce sugli sforzi dell’Onu d’organizzare un corridoio umanitario e d’esportare prodotti agricoli dall’Ucraina. Questa decisione non consentirà a Kiev di speculare oltre, sul tema dell’imminente crisi alimentare». Ma questa sa tanto di decisione subita.
L’esercito ucraino ha salutato «la liberazione di un territorio strategico» (comandante in capo delle forze armate ucraine, Valeriy Zalouzhniy). «Con la liberazione dell’Isola dei Serpenti, la regione di Odessa è stata completamente ripulita dagli occupanti russi» (portavoce del governatore Sergey Bratchuk). «Incapaci di resistere al fuoco della nostra artiglieria e agli attacchi missilistici della nostra aviazione, gli invasori russi hanno lasciato l’Isola dei Serpenti» (capo di stato maggiore ucraino generale Oleksii Hromov).
«E questa è una vittoria molto importante — dice il governo ucraino —. Mercoledì notte, il nemico ha evacuato frettolosamente i resti della sua guarnigione con due navi. L’isola è in preda a incendi, si sentono ancora esplosioni».
Nessuno però sa esattamente che cosa stia accadendo sull’isola. «I risultati finali dell’operazione militare sono allo studio», dicono da Kiev. Al ritiro russo non è seguito un immediato sbarco ucraino: probabilmente c’è la paura delle mine e delle trappole. Il valore dell’operazione è comunque altamente simbolico.
Tempo di guerra
Quattro mesi e otto giorni
Papa Francesco all’Angelus
Papa Francesco ha definito “barbaro” l’attacco missilistico compiuto dalle forze armate russe contro un centro commerciale della città di Kremenchuk. «La martoriata Ucraina continua ad essere flagellata da barbari attacchi come quello che ha colpito il centro commerciale di Kremenchuk».
La cortina di ferro è tornata?
Una cortina di ferro sta già calando tra Russia e Occidente. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov da Minsk dopo il vertice della Nato. «La Nato si aspetta l’obbedienza incondizionata del mondo». La Cina gli ha fatto eco criticando duramente gli esiti del vertice: è la Nato la vera «sfida sistemica alla pace e alla stabilità mondiale» poiché «lancia guerre ovunque, uccidendo civili innocenti» e ora, con la partnership siglata con i quattro alleati indopacifici, «ha esteso i suoi tentacoli, nel tentativo di esportare la mentalità della Guerra Fredda».
L’espressione «Cortina di ferro», già usata in altri sensi, fu coniata nel senso attuale da Winston Churchill nel 1945. Eccone l’uso in un discorso tenuto il 5 marzo 1946:
«Diamo il benvenuto alla Russia nel suo giusto posto tra le più grandi Nazioni del mondo. Siamo lieti di vederne la bandiera sui mari. Soprattutto, siamo lieti che abbiano luogo frequenti e sempre più intensi contatti tra il popolo russo e i nostri popoli. È tuttavia mio dovere prospettarvi determinate realtà dell’attuale situazione in Europa. Da Stettino nel Baltico a Trieste nell’Adriatico una cortina di ferro è scesa attraverso il continente. Dietro quella linea giacciono tutte le capitali dei vecchi stati dell’Europa Centrale e Orientale. Varsavia, Berlino, Praga, Vienna, Budapest, Belgrado, Bucarest e Sofia; tutte queste famose città e le popolazioni attorno a esse, giacciono in quella che devo chiamare sfera Sovietica, e sono tutte soggette, in un modo o nell’altro, non solo all’influenza Sovietica ma anche a un’altissima e in alcuni casi crescente forma di controllo da Mosca».
Adesso, è Mosca che la usa ribaltando la direzione dell’espressione.
Crimini di guerra
L’Onu ha registrato oltre 300 esecuzioni di civili, 23 stupri, e 248 casi di detenzioni arbitrarie attribuiti alle forze russe in Ucraina. Le vittime civili sono 10mila, fra cui 4.731 morti. A loro si aggiungono 17 giornalisti uccisi. Le 300 esecuzioni sommarie documentate sono avvenute nelle regioni di Kiev, Cernihiv, Kharkiv e Sumy fra febbraio e marzo, ma il loro numero potrebbe essere più alto. Nella sola Bucha sono state verificate 50 esecuzioni. Vi sono 248 casi di detenzioni arbitrarie di amministratori locali, giornalisti, attivisti e civili, spesso sparizioni forzose, in sei casi concluse con la morte degli arrestati. Tali arresti sono stati compiuti da forze russe e delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk in cui viene anche denunciato il reclutamento forzato di combattenti.
Scambio di prigionieri
L’intelligence ucraina ha fatto sapere della liberazione di 144 soldati, di cui 95 difensori dello stabilimento Azvostal, il maggiore scambio di prigionieri finora fatto con Mosca. «Nel gruppo della resistenza dell’acciaieria Azvostal, 43 facevano parte del battaglione Azov», ha spiegato il ministero della Difesa di Kiev. «Dei soldati liberati, 23 sono ufficiali e 69 sono sergenti e sottoufficiali. Il più giovane ha 19 anni mentre il più anziano 65», «la maggior parte ha ferite anche gravi e tutti hanno bisogno di cure mediche o psicologiche».
Comunità internazionale
Firmato il protocollo di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia, dopo che un memorandum trilaterale ha sancito la revoca del veto turco all’ingresso dei due Paesi nordici nell’alleanza.
Mosca accusa Oslo di bloccare i rifornimenti alimentari destinati ai russi di un villaggio minerario a Spitsbergen, un’isola dell’arcipelago norvegese delle isole Svalbard, nell’Oceano Artico. Le autorità norvegesi baserebbero il loro rifiuto sulle sanzioni imposte alla Russia per l’invasione dell’Ucraina. Ma il governo russo fa riferimento al trattato del 1920 sulle isole Svalbard, in base al quale i paesi firmatari (compresa la Russia in quanto erede dell’Urss) hanno diritti sullo sfruttamento delle risorse naturali dell’arcipelago, malgrado questo sia sotto la sovranità norvegese.
Ministero degli esteri di Damasco: Il governo siriano rappresentato dal presidente Bashar al Assad ha riconosciuto ufficialmente «l’indipendenza e la sovranità» delle repubbliche di Donetsk e di Luhansk nel Donbass. La presidenza siriana intende stabilire relazioni con le due repubbliche secessioniste.
NotiziE di oggi
Missile su un condominio nell’oblast di Odessa, 20 morti tra cui due bambini e 38 feriti. L’orrore continua. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ricordato le parole del presidente Putin secondo cui le truppe della Federazione non attaccano siti civili: «Ancora una volta, vorrei ricordarvi le parole del presidente, comandante supremo in capo, secondo cui le Forze armate russe non attaccano obiettivi civili e infrastrutture civili durante le operazioni militari speciali. Allo stesso tempo, colpiscono i depositi militari, le imprese che equipaggiano e riparano l’hardware militare, i depositi di munizioni, le aree di concentrazione e di addestramento dei mercenari, compresi quelli stranieri, e gli elementi nazionalisti».
L’area portuale di Mykolaiv, nel Sud dell’Ucraina, è stata colpita da proiettili a grappolo proibiti. Ci sono vittime. Lo riferisce il governatore Vitaliy Kim. Dieci missili sono stati lanciati questa mattina sulla città nell’arco di 25 minuti.
Intelligence del ministero della Difesa britannico: Continua la battaglia per la conquista di Lysychansk, con intensi combattimenti per la conquista dell’altura intorno alla raffineria di petrolio della città. Quanto al ritiro russo dall’Isola dei Serpenti, «è molto probabile che la Russia si sia ritirata dall’Isola dei Serpenti a causa dell’isolamento della guarnigione e della sua crescente vulnerabilità agli attacchi ucraini, piuttosto che come “gesto di buona volontà”, come affermato» da Mosca.