Lettura continua della Bibbia. Libro dei Numeri: l’impostazione

L'impostazione
Al Sinai. Di David Roberts (1839) – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=20971964

Il libro dei Numeri: l’impostazione. Il libro si presenta come un insieme sia di testi narrativi che legislativi e cultuali. I vari brani provengono da diverse tradizioni e risultano messi insieme senza uno schema strutturato, che si ritrova invece negli altri libri del Pentateuco.

Secondo alcuni critici, questa scarsa strutturazione non sarebbe casuale, ma dimostrerebbe come il libro dei Numeri sia un libro di frontiera, all’incontro fra la tradizione Sacerdotale (dominante in Genesi ed Esodo ed esclusiva nel Levitico) e la visione laica (cioè non sacerdotale) del Deuteronomio.

Per una semplice introduzione ai Numeri nel contesto del Pentateuco, vedere QUI.

L’impostazione: La struttura del libro

Il tema fondamentale del libro dei Numeri è il cammino del popolo di Israele nel deserto, dal Sinai (dopo la Teofania, la stipulazione dell’Alleanza e le Leggi rivelate da Dio a Israele) fino alle soglie della Terra promessa. I censimenti effettuati prima della partenza rappresentano quasi un nuovo inizio del popolo.

L’ambientazione degli eventi è costituita da tre dislocazioni geografiche del racconto:

a. Ai piedi del monte Sinai con i preparativi per la partenza (1,1-10,10). Questa prima fase è centrata sull’obbedienza (alle norme per l’effettuazione del censimento, per la disposizione del campo, alle varie leggi…)

b. Avvenimenti attorno alla regione di Qadesh-Barnea (10,11-25,18). Questa seconda fase è caratterizzata dalla disobbedienza del popolo di Israele, espressa in una serie di ribellioni.

c. Avvenimenti successivi, a partire dalla pianura di Moab (25,19-36,12). La fase finale è incentrata sulla spartizione della terra.

Gli spostamenti nel deserto sono accompagnati dal fallimento della generazione dell’esodo, che rivela la necessità di una rinascita rappresentata da una seconda generazione, quella che entrerà nella terra promessa dove a cui neppure Mosè avrà accesso.

Il senso del libro dei Numeri

Il libro di dei Numeri non ha un tono epico come l’Esodo, ma non è neppure di carattere legislativo tanto quanto il Levitico, che lo precede. Il suo significato fondamentale va cercato proprio nel tema del deserto. Il libro si apre infatti con la parola Bemidbar, Nel deserto, che ha un significato particolare. Il midrash commenta: «La Torah è stata data per mezzo di tre cose: fuoco, acqua e deserto». Abramo, a causa della sua fede, secondo il midrash era stato gettato in una fornace ardente. Secondo il libro dell’Esodo, il popolo di Israele dovette entrare nell’acqua del mare, prima che questo si aprisse. Prima di giungere al monte Sinai, dovette invece sperimentare la mancanza di acqua, condizione tipica del deserto.

Appunto, questo lungo periodo nel deserto è uno degli elementi chiave della storia del popolo di Israele. Può veramente fare propria la Torah solo chi si pone di fronte ad essa come un “deserto”, ossia come una terra non lavorata né coltivata che si appresta a lasciarsi lavorare e dissodare. Altrettanto si può dire della nostra esistenza di fronte alla Parola di Dio.