«Il professore buono che amava l’arte». Così titola il Tirreno, nell’articolo a firma di Michelangelo Pasquinelli, dando la notizia della scomparsa, avvenuta lo scorso 17 giugno, di Lido Mazzi.
Io lo conobbi nell’ottobre del 1967, quando viaggiavamo entrambi da Livorno all’Elba, dove insegnavamo cose diverse. A quell’epoca si portava dietro grandi rotoli di disegni veramente ingombranti, suppongo lavori dei suoi alunni, finché non venne l’era delle borsine di plastica e iniziò a viaggiare con quelle. Era originario di Rio Marina ma abitava a Livorno con la madre. Poi, dopo la morte di lei, negli anni Settanta, fu accolto dai frati a Piombino, nel convento dell’Immacolata. Lì risiedette per diversi anni, divenendo un’istituzione parrocchiale. Chi non lo conosceva?
Insegnava alle Manzoni e sicuramente gli alunni lo amavano per la sua bontà: non solo per la sua particolare dolcezza nel trattare con loro, ma anche perché, a dir la verità, dava volti altissimi a tutti e lottava perché agli scrutini nessuno venisse bocciato e si alzassero i giudizi – a tutti, proprio a tutti, ve lo assicuro io che sono stata varie volte presidente di commissione agli esami di terza media nella sua scuola. Vedeva solo il bene in tutti, non c’era rimedio. Anche se a volte qualche birbante gli giocava degli scherzi crudeli… Potrei raccontarne tanti di aneddoti parrocchiali, ma mi fermo qui.
Poi si sposò con Anna e si trasferì a Suvereto, continuando a insegnare alle medie Manzoni finché non passò a insegnare arte al liceo. Aveva conseguito il titolo all’Accademia delle Belle Arti di Carrara, ma aveva anche studiato organo perché amava la musica sacra e aveva dato anche dei concerti. L’arte lo avvicinava a Dio.
Aveva una bontà e una fede sovrumane, e una serie di attenzioni per gli altri che lo caratterizzavano. Inesorabilmente, telefonava a tutti (tutti!) per gli auguri di buon onomastico, buon compleanno e – se lo aveva scoperto – anche per l’anniversario del battesimo; suppongo che non potesse telefonare per fare gli auguri di Natale e di Pasqua perché non gli sarebbero bastate 24 ore per chiamare tutti quelli che aveva in elenco. Quando ad agosto non ho ricevuto la telefonata per il mio compleanno ho iniziato a preoccuparmi. E avevo ragione. Il Signore ti dia pace, Lido, insieme alla «tua» Anna che ti ha preceduto di poco.