Incontro con l’iconografia

L'iconografia

Abbiamo parlato di iconografia, venerdì 6 dicembre, con un vero e proprio iconografo, Giancarlo Guasconi. L’occasione è stata una iniziativa della Compagnia della Stella di Piombino, nel contesto di una mostra pittorica di argomento vario in cui sono state esposte anche alcune icone. Si è parlato di arte sacra, quindi, ma di un genere tutto particolare.

L'iconografia

Giancarlo “scrive” icone da vent’anni, e l’iconografia è divenuta una parte di lui. Si parla di “scrivere” icone e non di dipingere, perché tutto ciò che fonda e norma l’iconografia fa sì che ogni icona sia come una pagina di S. Scrittura, più che un dipinto espressivo di sentimenti.

Il Volto dei volti

L'iconografia
Il Cristo “acheropita”, non dipinto da mano umana

Una scelta particolare di Giancarlo è di dipingere su pietra, e l’asperità della pietra, a differenza della levigatezza del legno, esprime al meglio le asperità della vita. Sulla pietra “scrive” il Volto dei volti, il volto di Cristo, quello che secondo una pia leggenda i pittori mandati dal re di Edessa non riuscirono a ritrarre, e che si impresse invece miracolosamente su di un telo: è la pittura acheropita, cioè non fatta da mano umana; è la base di ogni icona.

L'iconografia
La Madonna della Tenerezza

Tutti i volti hanno il Volto di lui, si tratti di uomini o donne, di Maria o del Bambino. Perché quel che conta nell’icona non è il realismo della rappresentazione ma il simbolismo teologico di ogni minimo particolare. Questo tipo di arte, sviluppatosi a partire dal IV secolo cioè dopo la cessazione delle persecuzioni, ha unificato oriente e occidente, finché poi l’arte sacra occidentale ha preso una via diversa, quella che intendeva suscitare sentimenti e devozione, mentre l’arte orientale ha mantenuto la massima fede alla tradizione iconografica.

Un approfondimento QUI.

Altre opere esposte: Serena Niccolai, Auto iconica a Cittadella

Alla mostra politematica di valenti pittori, divisa in vari settori e molto godibile, è annesso un mercatino di beneficenza per i piccoli ospiti dell’orfanotrofio di Yerevan in Armenia.

Giuseppina Bellini, L’ovile (2004)
Tetyana Murzina, Palazzo comunale (2003)
Marzio Verucci, Tra fascino ancestrale e tzunami di emozioni nel presente, 2024