L’Eucaristia fa la Chiesa – Un’omelia di don Enzo Greco (1998)

L'Eucaristia fa la Chiesa
Foto di Philip Barrington da Pixabay

La festa del Corpus Domini è un ulteriore prolungamento della festa del Giovedì Santo e questa festa nella tradizione cristiana vuole mettere al centro l’Eucaristia. Per indicare la Messa abbiamo diversi termini che usiamo: la Messa, che significa missione; l’Eucaristia, che significa rendimento di grazie; l’Agape che significa sacramento dell’amore, sono vari termini che designano l’Eucaristia. L’Eucaristia che fa la Chiesa.

Vorrei anzitutto mettere in evidenza per il popolo di Dio quello che San Paolo ci ha detto: «Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso». In questa lettera ai Corinzi, in questo brano, San Paolo riferisce l’Eucaristia, cioè riferisce che fino alla fine del mondo Gesù è in mezzo ai suoi discepoli che siamo noi, attraverso il pane e il vino, i segni che significano realmente la sua presenza: «Fate questo in memoria di me». 

Allora, una prima sollecitazione importante ci viene da questo: da che cosa proviene l’Eucaristia e la Messa domenicale? Voi so che frequentate la Messa domenicale in maniera costante, ma – scusate se mi ripeto, mi ripeto da tanto, compito responsabile di ogni pastore – siamo consapevoli che l’Eucaristia, la Messa è una tradizione che viene dal Signore e non è una cerimonia in più?

La partecipazione all’Eucaristia domenicale

Allora, cari cristiani, la partecipazione all’Eucaristia domenicale: la Chiesa ha scelto il giorno di domenica  come appuntamento per l’Eucaristia perché la domenica è il primo giorno della settimana, perché la domenica è il giorno della Risurrezione di Cristo. È vero che quelli più anziani ricordano il precetto della Chiesa che ogni domenica ogni cristiano deve assolvere: la partecipazione alla Messa domenicale; ma al di là del precetto bisogna riscoprire questa esigenza: chi fa il cristiano non è il cristiano, ma Gesù; chi fa la comunità cristiana non è la comunità cristiana, ma l’Eucaristia, la Messa.

Facendo memoria di Gesù nella sua Parola, nel suo Pane e nel suo Vino, noi rifondiamo ogni settimana il nostro essere cristiani e rifondiamo la nostra comunità cristiana partendo dall’Eucaristia. L’Eucaristia quindi come punto di partenza della vita della Chiesa: ripetere, rivivere, reimmergersi nei gesti del Signore che prese il pane  e prese il vino e che ci ha comandato «Fate questo in memoria di me», vuole dire riscoprire, rivivere il nostro essere Chiesa; quindi una comunità cristiana che riparte dall’Eucaristia.

Nell’Eucaristia Gesù rinnova la sua alleanza nel sangue: memoriale della nuova ed eterna alleanza; patto di fedeltà unilaterale, in cui Dio è sempre fedele anche se noi siamo infedeli; patto nel sangue perché anche noi rinnoviamo il nostro patto con lui e con il nostro prossimo. L’Eucaristia ci forma; senza Eucaristia noi cristiani non avremmo una forma: saremmo informi; è nell’Eucaristia che noi veniamo formati dal corpo di Cristo, formati dalla sua Parola.

La centralità dell’Eucaristia

In un convegno sacerdotale di due giorni insieme al nostro vescovo è emersa coralmente questa mozione: il popolo di Dio ci dà poco tempo per celebrare l’Eucaristia. L’Eucaristia dovrebbe durare un’ora o un’ora e mezzo e non gli attuali 40-45 minuti, o poco più se qualcuno come me varca oltre. Noi sacerdoti vogliamo educare il popolo lentamente in modo che l’Eucaristia abbia lo spazio di almeno un’ora e mezzo la domenica; questo in prospettiva futura, ma credo che a grandi passi ci dobbiamo arrivare. Magari eliminando un eccessivo numero delle Messe, in modo che il popolo di Dio dedichi all’Eucaristia il tempo che si conviene al giorno del Signore.

Ma al di là di questa considerazione che mi sembra importante, sentiamo da più parti di dover ridare al popolo di Dio la centralità dell’Eucaristia, la centralità di questo riferimento della memoria di Cristo, nel convincimento che si può partire soltanto dall’Eucaristia per formare la Chiesa, dai gesti del Signore che il sacerdote nella sua persona compie.

Eucaristia e Carità

Un’altra emergenza evidenziata dal nostro convegno sacerdotale è Eucaristia e carità. Sono strettamente congiunti l’Eucaristia e l’amore verso il prossimo; l’Eucaristia celebrata ogni domenica dà forma alla suprema virtù del cristiano che è la carità. L’incontro dell’uomo nella carità non diventi filantropia, non diventi semplice volontariato, diventi invece incontro in Cristo del nostro prossimo.

Presenza di Cristo

L’Eucaristia sia inoltre il segno per noi credenti, lo è oggettivamente, della presenza di Cristo, la presenza di Cristo che dobbiamo saper riconoscere, pregare, invocare. Allora un’esortazione: la visita al Santissimo quotidiana. Venire in chiesa senza pregare davanti all’Eucaristia non ha un senso; non si viene in chiesa per accendere la candela alla Madonna: questo si può fare, ma viene dopo.

Ecco – anche qui vi spiego molto elementarmente -, quando si viene in Chiesa ci sono tre gesti, seguitemi bene:

  • quando si entra in Chiesa si tuffa la mano nell’acquasantiera, ci si segna, e il primo gesto è il ricordo del nostro battesimo;
  • ci si genuflette, perché ormai non lo fa più nessuno, si viene al centro nella navata centrale e la prima cosa che si fa è la genuflessione davanti al Santissimo, poi la prima panca che trovi, dove stai comodo, ti inginocchi e fai il saluto all’Eucaristia.
  • Dopo aver fatto il saluto all’Eucaristia, un’espressione di adorazione, per esempio «Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e divinissimo Sacramento», o meglio ancora un incontro forte e spontaneo con l’Eucaristia in adorazione.

Dopo vai a fare la devozione alla Madonna, puoi fare un’Ave Maria, o accendere una candela, ma preventivamente vengono questi tre gesti che ripeto: ci si segna con l’acqua santa; genuflessione; ci si inginocchia nella panca, si saluta il Santissimo, poi lentamente ci si muove verso le altre devozioni.

Nutrimento dell’anima

L’Eucaristia sia quindi il centro della vita cristiana, sia il punto di riferimento. Ecco, nell’Eucaristia noi troviamo il cibo che ci alimenta: ecco la nostra fede, che deve essere alimentata dalla parola di Dio che ci istruisce, dal Pane di vita che è il cibo dell’anima. Basta conoscere i canti della vita eucaristica e ci accorgiamo l’importanza data dai canti tradizionali dell’Eucaristia al cibo eucaristico che ci nutre.

Fare la Comunione a due a due

Ma, anche qui, conosciamo il gesto che facciamo al momento della comunione? Mi sia consentito dire che c’è l’abitudine un po’ strana di venire a fare la comunione in fila indiana. La liturgia ci insegna a venire camminando a due a due, ma quale è il significato di questo gesto? La vita è un cammino per cui la Comunione si riceve in piedi, in atteggiamento di camminare; sta a indicare il Viatico che ci accompagna nella via della vita. A due a due: perché non c’è comunione con Cristo senza amore verso il prossimo.

Gesù ha detto: «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, là io sono presente». Quindi fare la fila indiana per ricevere la comunione in senso individualistico è un andare fuori delle regole, togliendo questo significato profondo del «due a due», e stasera spero che sentiate che il «due a due» implica la comunione con Cristo.

Senza fretta!

Le nostre Messe poi siano serene, tranquille, calme nella loro celebrazione, nel momento del canto, della preghiera, del gesto comune. All’inizio ho detto di non andare di fretta, non correre; si deve sentire una voce sola, quella calma e quella serenità in cui si scandiscono bene le parole, con cui il popolo di Dio nel giorno della resurrezione di Cristo si ritrova celebrare l’Eucaristia.

L’Eucaristia fa la Chiesa

L’Eucaristia sia quindi l’elemento fondante, l’Eucaristia sia lo specchio in cui io specchio la mia vita cristiana della settimana come singolo e come comunità: l’Eucaristia fa la Chiesa. In questo giorno grandissimo del Corpus Domini noi infine ci ricordiamo che custodiamo la più grande certezza della nostra vita cristiana: il pane non è più pane, il vino non è più vino ma è realmente il Corpo e il sangue di Cristo: Egli che ha detto «Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo».

Il Signore sarà ed è sempre con noi, è lui la nostra forza, la nostra speranza; senza di lui noi non siamo nulla, senza l’Eucaristia,  memoriale della sua presenza, la Chiesa, i cristiani sarebbero soltanto seguaci di una semplice filosofia di vita.

In questo giorno grandissimo al Signore Gesù che è l’unico mediatore tra Dio e gli uomini, al Signore Gesù che è pane di vita, sia la gloria nei secoli dei secoli, Amen.