
Lettura continua della Bibbia: a circa sei mesi dall’inizio di questa esperienza, possiamo tracciarne un piccolo bilancio.
L’esperienza ha suscitato in parecchie persone un notevole interesse. Sia chiaro, è la Parola di Dio che lo suscita: quello che stiamo facendo, incontrarci settimanalmente o comunque tenersi in contatto su una chat, è un modo di mettersi in rapporto con l’Interlocutore per eccellenza, il Creatore del dialogo, il Dio della Parola.
Un articolo introduttivo QUI.
Sistematicità
Quello che seguiamo è un modo sistematico di conoscenza della S. Scrittura: invece di limitarci ad un rapporto saltuario e occasionale, ci proponiamo di fare la lettura dell’intero testo biblico, mettendo in comune le nostre risorse per cercare di conoscerlo meglio.
Voglio precisare che per conoscenza qui si intende il senso biblico che ha il termine in ebraico, non la semplice acquisizione di dati ma un rapporto vivo che coinvolge l’intera persona in tutte le sue dimensioni. Per chi tende a criticare gli approcci di studio alla Bibbia bollandoli di intellettualismo: non si tratta di studiare una materia (anche se questo, certamente, aiuta), ma di accostarsi ad una Persona. Come dicevo ai miei studenti quando tenevo il corso di Introduzione alla S. Scrittura: non siamo noi a leggere il testo biblico, è il testo biblico che legge noi, e nel confronto con sé svela noi a noi stessi. Questo è lo scopo, sebbene non si possa misconoscere l’importanza dello studio letterario di un complesso di testi che sono un patrimonio anche culturale dell’umanità.
Abbiamo letto il Vangelo secondo Matteo perché è il testo liturgico di questo Anno A, il libro della Genesi perché è la base di tutto, e adesso stiamo leggendo il libro dell’Esodo. Arrivati a Numeri, intervalleremo le letture dell’Antico Testamento con una lettura dal Nuovo, probabilmente la Prima lettera ai Tessalonicesi che è il più antico scritto cristiano esistente.
Amicizia
L’habitat della S. Scrittura non è la lettura solitaria (anche se è importante leggerla nelle nostre case), ma la lettura e la riflessione comunitarie. Facendo un cammino comune ci si aiuta nelle difficoltà, si riesce ad andare avanti con maggiore tenacia, e si crea comunione. Questo può essere un aspetto secondario, ma è ugualmente importante. Stiamo constatando come le persone, delle più varie provenienze, abbiano iniziato a conoscersi ed a conoscersi meglio, e come si siano formati rapporti sereni nel cammino che stiamo facendo. La visita alla Sinagoga di Livorno è stata indicativa sotto questo punto di vista: un’esperienza condivisa che si è rivelata molto piacevole, nonostante le difficoltà nell’organizzarla.
Credo però che sia anche il caso di ribadire che quello della Lettura della Bibbia non è un gruppo ma uno spazio in cui tutti si possono ritrovare nell’approccio alla medesima Parola.
Un logo naïf per noi

Ci sono più persone dotate di talenti artistici di quanto non appaia a prima vista. Talvolta questi vengono in evidenza, talatra restano misconosciuti e compressi. Anche tra le persone che partecipano in vario modo a questa esperienza di Lettura continua della Bibbia esistono dei talenti; se alcuni magari rimangono nascosti, altri li conosciamo. Paola Capelli, ad esempio, si diletta di pittura, e adottando lo stile naïf ha prodotto una illustrazione che potrebbe benissimo diventare il nostro Logo.
Nell’immagine, infatti, domina l’elegante mole della chiesa dell’Immacolata, sovrastata da un cielo alla Van Gogh ed affiancata in alto da un sole splendente e dalla figura di San Francesco con i suoi amici animali, gatti, uccelli e un lupo: la natura amata come Creato e abbracciata nella lode del Creatore.
La chiesa è immersa nel verde, come è nella realtà; dietro la chiesa si mostra uno scorcio di mare, una piccola veduta in confronto al panorama di cui si gode dal terreno dietro il convento. Ma oltre ai pregi ambientalistici il convento offre molto di più: una storia di carità.
La Sala Senni

A destra nel disegno, più verso il basso, si vede infatti la Sala Senni, dove ci troviamo per i nostri incontri. Era nata negli anni Venti, cento anni fa, al tempo del padre Giustino Senni, come laboratorio per insegnare un mestiere alle ragazze di Piombino, città industriale dove il lavoro femminile praticamente non esisteva. Padre Giustino Senni pensò agli operai, pensò ai loro figli, ma pensò anche alle figlie adolescenti, che crescendo si sarebbero ritrovate senza un lavoro di cui vivere. Installò per questo il laboratorio di maglieria e di sartoria, attività con cui le giovani avrebbero potuto sostentarsi senza preoccupazioni. Lungimiranza di una persona che per avvicinare l’uomo partiva dai suoi bisogni più semplici ma ineludibili, e per quella strada riusciva ad aprirsi una breccia nel cuore ed a farglisi vicino anche spiritualmente!
Negli anni Settanta, l’edificio del laboratorio fu trasformato in Sala per incontri, e fu usato intensamente per i convegni e i corsi diocesani e per le attività della parrocchia. In questi primi lustri del nuovo millennio è stato anche sede della Scuola di Teologia.
Lo stile naïf

Lo stile naïf, con tutta la sua semplicità, è gradevole e pedagogicamente valido, in quanto comprensibile da tutti. I tratti puerili sono voluti, in quanto espressivi di una vicinanza al soggetto rappresentato che vada al di là di ogni sofistificazione “adulta”. Usa un linguaggio molto diretto ed è efficace in quello che vuole significare. Perciò, godiamocelo.
