La Bibbia dall’ABC. Il diluvio: l’erompere delle acque primordiali e il resto salvato

L'erempere delle acque: Noè salva gli animali
Noè imbarca gli animali. Mosaico, Venezia (circa 1200-1250). Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15884871

L’erompere delle acque primordiali rappresenta la fase della de-creazione o anti-creazione in un diluvio che secondo la tradizione P dura un anno lunare più 10 giorni, cioè un anno solare. L’erompere delle acque sta a indicare che questo mondo può finire, tornando al caos originario; non è eterno. L’uomo lo può distruggere. Infatti, nella tradizione P o Sacerdotale la dinamica del diluvio è ben diversa da quella di una pioggia sia pur di quaranta giorni: esprime la destrutturazione del cosmo, il disfacimento dell’armonia costruita da Dio e corrotta dalla corruzione dell’uomo.

L’arca, con la sua struttura ordinata a tre piani, rispecchia l’ordine del cosmo così come Dio lo aveva progettato, perciò è lo strumento (o il veicolo) di salvezza atto a ripristinare l’ordine naturale, poiché lo rispetta. Secondo il Midrash, entrarono nell’arca tutti gli animali che avevano rispettato le leggi della natura: quelli che le avevano stravolte, seguendo la condotta dell’uomo, non vi ebbero parte.

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L’erompere delle acque e la speranza: il resto salvato

Nella catastrofe provocata dalla malvagità umana c’è una speranza, un resto: «Restò solo Noè e chi era con lui» (7,23). Il verbo restare, sha’ar, è affine al vocabolo resto, she’erith, cioè, nella letteratura profetica, il resto salvato.

Ci incontriamo, così, già con una tematica che sarà fondamentale nella storia della salvezza: il tema del resto. È la tradizione J a porre l’attenzione su di esso. Dio non permette mai che la linea della salvezza si interrompa, ma sempre preserva almeno una parte, quella che gli rimane fedele, attraverso cui la storia della salvezza continuerà.