
La legislazione sociale del Codice dell’alleanza si apre, stranamente, con le leggi sugli schiavi, a differenza di qualunque altro codice legislativo dell’antichità. Perché questa stranezza? Fa pensare il fatto che Dio abbia appena liberato Israele dalla schiavitù d’Egitto, perciò Israele deve ricordarsi della condizone servile ed essere, a sua volta, liberante.
Esodo 21 1Queste sono le norme che tu esporrai loro. 2Quando tu avrai acquistato uno schiavo ebreo, egli ti servirà per sei anni e nel settimo potrà andarsene libero, senza riscatto. 3Se è entrato solo, uscirà solo; se era coniugato, sua moglie se ne andrà con lui. 4Se il suo padrone gli ha dato moglie e questa gli ha partorito figli o figlie, la donna e i suoi figli saranno proprietà del padrone ed egli se ne andrà solo. 5Ma se lo schiavo dice: Io sono affezionato al mio padrone, a mia moglie, ai miei figli; non voglio andarmene in libertà, 6allora il suo padrone lo condurrà davanti a Dio, lo farà accostare al battente o allo stipite della porta e gli forerà l’orecchio con la lesina; quegli sarà suo schiavo per sempre.
7Quando un uomo venderà la figlia come schiava, essa non se ne andrà come se ne vanno gli schiavi. 8Se essa non piace al padrone, che così non se la prende come concubina, la farà riscattare. Comunque egli non può venderla a gente straniera, agendo con frode verso di lei. 9Se egli la vuol dare come concubina al proprio figlio, si comporterà nei suoi riguardi secondo il diritto delle figlie. 10Se egli ne prende un’altra per sé, non diminuirà alla prima il nutrimento, il vestiario, la coabitazione. 11Se egli non fornisce a lei queste cose, essa potrà andarsene, senza che sia pagato il prezzo del riscatto.
Leggi sugli schiavi nel Codice dell’alleanza
La schiavitù è un istituto giuridico che è sempre esistito presso il popolo di Israele, però garantendo agli schiavi un trattamento molto umano, familiare. Anche lo schiavo ha dei precisi diritti, maschio o femmina.
Lo schiavo maschio
Anzitutto: nessuno è padrone della persona di un altro, neppure se lo compra. È padrone del suo servizio, ma non della sua vita. Lo schiavo ebreo il settimo anno deve andare libero, non per beneficenza o per compassione, ma perché “è” libero, essendo servo solo di Dio. Quello che il padrone compra, in realtà, non è uno schiavo, ma una prestazione d’opera che non può superare i sei anni.
Se lo schiavo entrando nella casa del padrone è già sposato, quando viene liberato porta anche la moglie con sé. Se invece ha preso moglie in stato di schiavitù, la donna e gli eventuali figli nati in schiavitù restano al padrone. Non è prevista,infatti, la liberazione della schiava, come invece accadrà, secoli dopo, con il Codice deuteronomico. Se perciò lo schiavo vorrà restare con moglie e figli, oltre che con un padrone a cui si è affezionato, gli sarà forato l’orecchio, e sarà schiavo per sempre. L’orecchio forato è un marchio che rappresenta la schiavitù perpetua, e l’orecchino è simbolo dell’assoggettamento allo stato di servitù.
La schiava femmina
La donna schiava ha, invece, un altro status: non ne è ancora prevista la liberazione al settimo anno, probabilmente perché la donna è in uno stato permanente di sottomissione ad un qualche uomo, padre, fratello, marito o padrone che sia. Ma il padrone la deve trattare non come una schiava, ma come una ragazza da marito o come una moglie. Può sposarla lui come concubina (moglie secondaria) oppure darla come tale a suo figlio; se non lo fa, la donna potrà sempre essere riscattata. Non potrà mai venderla a stranieri, deve restare in mezzo al suo popolo. Se ne prende un’altra al posto suo, deve ugualmente assicurare alla prima il mantenimento e la coabitazione; se non lo fa, la deve liberare.
Trattandosi di una società antica dove la donna è ancora considerata una proprietà dell’uomo, possiamo dire che non c’è male…
Inoltre, a parità di condizioni, si dirà successivamente, in Esodo 21,26-27, che se lo schiavo viene maltrattato e riporta danni deve essere liberato, maschio o femmina che sia.