
Leggi di purità sono quelle contenute nei cap. 11-15 del libro del Levitico, con l’aggiunta delle norme sul Kippur nel cap. 16. Non ci meravigliamo di trovare qui un’abbondanza di norme rituali, dato che il Levitico è opera esclusiva del circolo sacerdotale che ha raccolto e tramandato la tradizione “P” (sacerdotale) del Pentateuco. Risponde, perciò, essenzialmente alle necessità ed ai criteri dei sacerdoti del Tempio.
Tuttavia non si tratta semplicemente di rituali per gli specialisti del Sacro. Le norme mosaiche, anche quelle del Levitico, hanno a che fare con la vita della comunità. E per tutta la comunità troviamo qui raggruppate norme alimentari, igieniche, sessuali. Tutto Israele è un popolo santo per il Signore, e deve prendere a modello la santità di Dio.
Nei capitoli 11-15 leggiamo le regole sulla purità e impurità rituale:
- Cap. 11 norme alimentari
- Cap. 12 regole sulla purificazione dopo il parto
- Cap. 13-14 norme sulle malattie contagiose (il concetto di “lebbra” che qui troviamo è molto generico) e rituale di purificazione
- Cap. 15 leggi sulle impurità sessuali connesse a malattie e non solo, nell’uomo e nella donna.
Questa sezione si conclude con il cap. 16 che espone le norme per il grande giorno delle Espiazioni, il Kippur.
Leggi di purità. Levitico 11: Norme alimentari
La valutazione di impurità nei confronti di un animale non ha a che vedere con la bontà o meno dell’animale; significa soltanto che non è idoneo all’alimentazione né tanto meno all’offerta in sacrificio. L’asino è un animale considerato impuro, il che significa che non può essere ucciso per venire mangiato né sacrificato, ma è il compagno dell’uomo nel lavoro quotidiano, non meno del bue che invece è considerato puro.
Animali puri e impuri
Molte prescrizioni e catalogazioni relative agli animali (ad esempio in Lev 11 come in Dt 14) nascono probabilmente dall’osservazione che alcune carni non sono adatte all’alimentazione perché facilmente deteriorabili specialmente in un clima caldo. Ma sono anche la traccia di una lunga lotta contro i culti stranieri.
I cataloghi di animali impuri sono in effetti la squalificazione sacrale di animali che in altri culti possedevano un significato positivo. Ad esempio, il maiale o cinghiale entravano nel culto di Baal e di Astarte, cui l’animale era sacro. Bollire un capretto nel latte era un rito magico di fecondità la cui prescrizione si trova, al positivo, in uno dei testi di Ras-Shamra. Il sangue presso i Caldei era il cibo dei demoni, perciò assumere il sangue era un modo per entrare in comunione con essi.
Sostanzialmente, le norme alimentari prevedono come animali puri, quindi idonei all’alimentazione:
- Quadrupedi. Sono puri i quadrupedi che presentano due caratteristiche indispensabili: essere ruminanti ed avere lo zoccolo diviso in due. Sono questi i bovini, gli ovini, i caprini, i cervidi; tutti gli altri sono sprovvisti dell’una o dell’altra delle caratteristiche richieste, o di entrambe. Ad esempio il cammello è considerato ruminante, ma non ha lo zoccolo diviso; parimenti l’asino, il cavallo sono impuri. La lepre è chiamata ruminante (in realtà non rumina il cibo, ma rode il legno per limare gli incisivi), ma non ha l’unghia divisa in due, perciò è impura. Al contrario il maiale ha la zampa divisa in due, ma non rumina: è impuro. Anche il contatto con i loro corpi rende impuri e richiede riti di purificazione.
- Animali acquatici. Sono puri solo quelli che hanno scaglie e pinne, quindi i pesci. Crostacei, molluschi ecc. sono tutti impuri.
- Volatili: è puro solo il pollame da cortile. Rapaci, aironi, cicogne, e ogni altro uccello compreso il pipistrello (considerato uccello perché vola) sono impuri.
- Insetti: sono puri gli insetti alati che saltano, cioè cavallette, grilli e simili. Tutti gli altri sono impuri e fonti di impurità: una particolare attenzione è riservata al contatto con loro, per evidenti ragioni igieniche.
- Animali che strisciano o camminano raso terra, come la talpa, il topo e ogni specie di rettili: sono tutti impuri e fonti di impurità, specialmente se vengono a contatto con gli alimenti e con l’acqua potabile.