Briciole di storia alvernina (30). Una svolta: le prime robbiane (1475-79)

Le robbiane della Verna
L’Annunciazione di Andrea della Robbia è la prima terracotta invetriata ad arricchire il santuario (1475). Foto di A. Ferrini

Nell’ultimo quarto del XV secolo diminuisce, in certo senso, l’isolamento del Santuario rispetto al resto del mondo. Il vescovo di Arezzo, Gentile, toglie oraculo vivae vocis il divieto di pernottamento sul monte decretato dal suo predecessore nel 1295. Subito dopo, il Santuario viene arricchito delle più belle ceramiche provenienti dalla bottega dei Della Robbia.

Le robbiane della Verna rappresentano una svolta nella storia dell’arte del Santuario francescano, denotando un nuovo tipo di impulso da esso accolto in direzione della cura dei pellegrini. L’arte vi assume infatti una funzione catechetica, rendendo in qualche modo più accessibile il senso del Mistero. D’ora in poi, se si parlerà di Annunciazione, di Natività, di Passione, di Ascensione, di Assunzione al cielo, i visitatori potranno contemplarle nelle grandi terrecotte invetriate che le rappresentano.

29 gennaio 1475: l’indulgenza

Sisto IV con lettera Ex iniuncto nobis officio conferma alla Verna l’indulgenza, eguale a quella della Porziuncola, già concessa per il 17 settembre da Bonifacio IX (Ms A n. 2; cfr. CD p. 114 s. n. 73).

A seguito di questa lettera, su richiesta dei frati, il vescovo di Arezzo, Gentile, toglie oraculo vivae vocis il divieto di pernottamento sul monte decretato dal suo predecessore nel 1295. Da questo momento, il 17 settembre, o in caso di grande concorso di popolo, le donne possono pernottare nelle chiese della Verna (Mariano p. 52 s.).

Le robbiane della Verna. Anno 1475: l’Annunciazione

Annunciazione di Andrea della Robbia (particolare). Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/terracotterobbiane.php

Costruzione della cappella Niccolini nella chiesa grande e collocazione su detto altare della tavola di ceramica invetriata dell’Annunciazione, capolavoro di Andrea della Robbia. Scrive il Vasari:

«Nella chiesa ed in altri luoghi del Sasso della Verna fece molte tavole, che si sono mantenute in quelo luogo deserto, dove niuna pittura, né anche pochissimi anni si sarebbe conservata» (Vasari II p. 179; Guida p. 202 s.).

La scelta dell’arte dei Della Robbia da parte dei frati della Verna è dovuta a due sue caratteristiche:

  • è arte povera (terra, acqua e un po’ di colore), se confrontata con la scultura in marmo o bronzo; anche il trasporto sul monte della Verna viene ad essere più economico, perché le robbiane sono composte da tanti pezzi cotti singolarmente ed imballati singolarmente, facili da trasportare (venivano poi montati sul posto);
  • le opere resistono alle intemperie, a differenza degli affreschi che alla Verna si deterioravano subito (ne è un esempio il Corridoio delle Stigmate, affrescato più volte).

1475-80: Santi Francesco e Antonio Abate

Le robbiane della Verna
San Francesco. Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/terracotterobbiane-seq.php?idcat=&pag=16&idimg=3527
S. Antonio abate. Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/terracotterobbiane-seq.php?idimg=3527

Collocazione delle terrecotte invetriate di S. Antonio Abate e S. Francesco ai lati dell’altar maggiore in chiesa grande, opera di Andrea Della Robbia (Piroci p. 25).

Anno 1479: la Natività

Le robbiane della Verna
La Natività di Andrea della Robbia. Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/terracotterobbiane-seq.php?idimg=3522

Costruzione della cappella Brizi nella chiesa grande e collocazione su detto altare della Natività di Andrea della Robbia (data scolpita nella balaustra anteriore; Guida p. 199-202).

Se foste saliti alla Verna…

Natività (particolare). Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/terracotterobbiane-seq.php?idimg=3523

Se foste saliti alla Verna nell’anno del Signore 1479, avreste potuto contemplare delle meraviglie d’arte e di fede. Avreste visto già collocate nella chiesa grande a sinistra l’Annunciazione di Andrea della Robbia, a destra la sua Natività, ed ai lati dell’abside due robbiane mirabilmente raffiguranti S. Antonio abate col suo bravo porcellino, e S. Francesco con Stigmate e Crocifisso. Siamo in un’epoca in cui ancora le opere d’arte sono icone, e gli attributi figurativi aiutano la lettura teologica dell’immagine.

Avreste potuto così notare che il verde, il colore della vita, nell’Annunciazione è ancora solo un germoglio, ma nella Natività è divenuto rigoglioso costituendo la culla che accoglie il Verbo di Dio fatto Bambino: la Vita è divampata sulla terra. Avreste potuto notare che nella tavola dell’Annunciazione tutti gli sguardi sono rivolti a Maria in attesa del suo sì liberamente pronunciato, anche lo sguardo della colomba dello Spirito Santo che arresta il suo volo a mezz’aria; avreste potuto notare che nel quadro della Natività gli sguardi sono rivolti al Bambino Divino, ma lui non restituisce lo sguardo alla Madre, guarda noi invece, e così ci trasporta all’interno della scena e ci coinvolge nel Mistero…

Fonti di questo frammento di storia alvernina

P. S. MENCHERINI OFM, Codice Diplomatico della Verna e delle SS. Stimate, Gualandi, Firenze 1924

F. MARIANO DA FIRENZE, Dialogo del Sacro Monte (1522) a cura di Ciro Cannarozzi, Pacinotti, Pistoia 1930

G. VASARI, Le vite de‘ più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568) con nuove annotazioni e commenti di Gaetano Milanesi, 9 voll., Sansoni, Firenze 1878-1882

P. S. MENCHERINI, Guida illustrata della Verna, Collegio S. Bonaventura, Quaracchi 1921 (1^ ediz. 1902)

A. PIROCI BRANCIAROLI, La Verna. Guida al Sacro Monte, Edimond, Città di Castello 2000