
Le regine della carità. Anche in uno status di preminenza e di privilegio – quello regale – che potrebbe apparire antitetico ai valori cristiani si può accedere ai più alti livelli dell’unione con Cristo e del servizio dei poveri.
È quello che ha fatto ad esempio S. Elisabetta d’Ungheria, che nella sua breve vita ha letteralmente bruciato le tappe di un percorso di carità e di preghiera che l’ha condotta all’onore degli altari. È stata seguita in questo cammino dallo sposo e dai figli. Ma un simile percorso spirituale è stato condiviso da tante altre sante che in comune con Elisabetta hanno avuto la corona regale. Sono, come lei, sante della carità, cui il possesso di ingenti ricchezze non ha impedito di utilizzarle per aiutare gli scarti della società (per le regine evangelizzatrici, cfr. QUI).
Due santi sposi
Santa Cunegonda di Lussemburgo (978 circa – 1039) fu addirittura imperatrice del Sacro Romano Impero oltre che regina d’Italia in quanto moglie dell’imperatore Enrico II, anch’egli santo. Ella non fu in grado di dargli dei figli e l’imperatore, contro l’usanza dell’epoca, non la volle ripudiare e preferì veder estinguere la propria discendenza pur di continuare a vivere con lei. Coadiuvò il marito nel governo; rimasta vedova, resse l’impero fino alla salita al trono di Corrado II. Si ritirò poi in monastero dove si dedicò ad una vita ascetica di digiuni e di penitenze, ma anche a umili lavori manuali e all’assistenza delle consorelle malate.
La Regina dei traghetti

Santa Margherita regina di Scozia (1045-1093), sposa di re Malcom III, ebbe otto figli, ma era anche istruita, e ammirata per questo dal marito semianalfabeta, che la vedeva leggere con devozione la Bibbia e i libri di preghiera; anche nella carità spinse il marito a seguirla nell’assistenza dei poveri, degli orfani, dei malati. Istituì persino un traghetto perché i pellegrini potessero attraversare la profonda insenatura che divideva i loro villaggi (che per questo presero il nome di South Queensferry e North Queensferry) dall’abbazia di Dunfermline. La tradizione vuole che prima di mangiare lavasse i piedi ai poveri e si occupasse degli orfani e dei bisognosi, e che si alzasse a mezzanotte per assistere alle funzioni. Tre dei suoi figli divennero santi: Davide re di Scozia, Edmund che dopo aver preso parte alla vita politica si ritirò in monastero e Maud regina d’Inghilterra.
Madre e figlio

Bianca di Castiglia (1188 – 1252) fu regina di Francia come sposa di Luigi VIII e reggente in nome del figlio Luigi IX. Governò con saggezza ed ebbe 12 figli che educò rigorosamente. Al termine della vita prese l’abito cistercense. Anche il figlio Luigi IX è venerato come santo.
B. Ludovico IV di Turingia e S. Elisabetta d’Ungheria

Ludovico nacque nel 1200 e a undici anni fu fidanzato alla quattrenne Elisabetta di Ungheria, la quale visse da allora in poi alla corte di Turingia. Si sposarono nel 1221 ed ebbero tre figli: Ermanno, Sofia e la beata Gertrude, che venne alla luce 18 giorni dopo la morte del padre. Quando Elisabetta si dedicò alla pratica del francescanesimo, fu sempre sostenuta dal marito che non tentò mai di porre limiti alle pratiche ascetiche di lei. Partendo per una crociata, Ludovico morì di febbri in Otranto l’11 settembre 1227. I miracoli descritti presso la sua tomba lo fecero denominare «il Santo», Spesso si rappresenta Elisabetta che cura un malato, mentre Ludovico vede in lui il Crocifisso. La figlia minore Gertrude è stata beatificata nel 1311.
Tre generazioni di Sante

Kinga o Cunegonda (1224 – 24 luglio 1292) è stata regina di Polonia e viene riconosciuta patrona della Polonia e della Lituania. Era la figlia di re Béla IV d’Ungheria, nipote di Elisabetta d’Ungheria e pronipote di santa Edvige (sorella della nonna paterna). Le sorelle di Kinga erano Santa Margherita d’Ungheria e Iolanda di Polonia. Sposò, con riluttanza, Boleslao V il Casto, e divenne regina quando il marito salì al trono di Polonia. La coppia fece il voto di castità. Durante il suo regno, Kinga compì opere caritatevoli, come la visita dei poveri e l’aiuto ai lebbrosi. Quando il marito morì nel 1279, vendette tutti i suoi possedimenti, diede il ricavato ai poveri e si ritirò in un monastero di Clarisse trascorrendo tutto il resto della vita in preghiera.
Madre e figlia

La beata Costanza regina d’Aragona (1247-1300) era la figlia del Manfredi di cui parla Dante; moglie di Pietro III, ne ebbe sei figli, tra cui quella che sarà Santa Elisabetta del Portogallo. Si dedicò alla preghiera e alle opere di carità. Santa Elisabetta regina del Portogallo (1271 – 1336) era sposa del re Dionigi e cercò di mediare tra lo sposo e il figlio che si era ribellato; per questo il re la confinò in una fortezza. Rimasta vedova, donò quasi tutti i suoi averi ai poveri e ai conventi; entrò poi, dopo essersi fatta terziaria francescana, nel monastero delle clarisse a Coimbra, monastero da lei stessa fatto erigere. Sopportò con cristiana pazienza il difficile carattere del marito e le sue infedeltà e poi il comportamento ribelle del figlio Alfonso. La tradizione la descrive come esempio di carità cristiana, rivolgendo particolare attenzione ai malati di Lisbona, e prodigandosi per pacificare le contese. La sua carità la spinse ad occuparsi con dedizione anche dei figli illegittimi del marito; lo assisté, gravemente malato, fino all’ultimo; tanto fece, che ne favorì la conversione in extremis.