
Inizia a questo punto la serie di quelle che noi chiamiamo le piaghe d’Egitto, e che la Bibbia chiama invece prodigi o segni, portatori comunque di una grande sofferenza inflitta ai nemici.
Una scena del film «I Dieci Comandamenti» QUI.
Le piaghe d’Egitto: lo schema narrativo
La tradizione più antica, J, conosceva solo un settenario di piaghe, come pure il salmo 78,43-51:
- L’acqua del Nilo
- Le rane
- I mosconi
- La peste del bestiame
- La grandine
- Le cavallette
- La morte dei primogeniti.
Ne conoscevano probabilmente solo 5, ma non le stesse, le tradizioni E (acqua, grandine, cavallette, tenebre, primogeniti) e P (acqua, rane, zanzare, ulcere, primogeniti).
Il salmo 105,27-36 ne elenca 9. Solo la prima e l’ultima sono dunque menzionate da tutte le tradizioni, allo stato attuale del testo, la serie si è integrata e allungata fino a 10, numero che rappresenta un mezzo stilistico molto in voga nell’antico Vicino Oriente.
Lo schema della narrazione è fisso e si snoda nei seguenti elementi:
- Comando di Dio
- Minaccia al faraone
- Produzione della paiga
- Imitazione da parte dei maghi
- Cessazione della piaga
- Ostinazione del faraone.
Di questo schema esiste un tipo breve (che comprende solo alcuni elementi) e un tipo lungo (che li comprende tutti), che si alternano: vi è un tipo breve di narrazione ogni due lunghi.
Le piaghe d’Egitto: la natura
Acqua mutata in sangue e rane; zanzare e tafani; peste del bestiame e ulcere; grandine e cavallette; tenebre e morte. Questa è la sequenza dei segni mandati sull’Egitto. Sembra un racconto da bambini, ma se osservate la sequenza vedete che c’è uno schema preciso, un crescendo. Le piaghe procedono a due a due in una sequenza crescente di danni e di terrore.
Le prime due sono calamità acquatiche, e provocano solo disgusto.
Zanzare e tafani sono insetti, e suscitano vero fastidio.
Seguono le malattie del bestiame e degli uomini, con gravi danni.
La grandine e le cavallette sono le grandi calamità dei paesi agricoli, e causano carestia.
Tenebre e morte: l’ambientazione è notturna, e la sequenza è al culmine.
Nel loro insieme, le prime quattro piaghe provocano solo disgusto e molestia, le quattro seguenti (malattie e calamità agricole) dolorosi danni, le ultime due terrore e morte.
Al tempo stesso, si assiste ad un crescendo nelle reazioni del faraone:
– all’inizio non tiene neppur conto dall’accaduto,
– poi promette di liberare Israele (salvo rimangiarsi la promessa al cessare della piaga),
– progressivamente consente che Israele si allontani ma non troppo,
– in seguito riconosce addirittura di aver peccato
– e permette la partenza solo degli uomini,
– poi del popolo ma senza il bestiame,
– infine è lui a cacciare Israele dall’Egitto.
Vi è anche un crescendo comico rappresentato dai maghi di Egitto, che inizialmente scimmiottano i prodigi operati da Mosè ed Aronne producendo anche loro sangue al posto di acqua e rane (in tal modo, invece di dare sollievo al paese ne aggravano la condizione: un miracolo alla rovescia). Le zanzare però non riescono a produrle, e quando compare la piaga delle ulcere spariscono di scena perché sono coperti di ulcere anche loro…