Le ferite lasciate dalla vita

Le ferite lasciate dalla vita
Crocifissione di Andrea della Robbia, Verna, cappella delle Stigmate. Foto di A. Ferrini. Fonte immagine: https://www.ilbelcasentino.it/terracotterobbiane-seq.php?idcat=&pag=27&idimg=3539

Papa Francesco, con un linguaggio molto semplice, va sempre molto a fondo nelle questioni, soprattutto quando riguardano il vissuto della gente. Nell’udienza del 5 aprile 2023, il cui tema era la Passione del Signore, è entrato in profondità nel vissuto della sofferenza, le ferite lasciate dalla vita. Credo che possa far bene alle persone che si portano dentro un dolore sordo…

Papa Francesco, Udienza del 5 aprile 2023

Le ferite lasciate dalla vita

Rivolgiamo un secondo sguardo al Crocifisso e vediamo Gesù ferito. La croce mostra i chiodi che gli forano le mani e i piedi, il costato aperto. Ma alle ferite del corpo si aggiungono quelle dell’anima: ma quanta angoscia! Gesù è solo: tradito, consegnato e rinnegato dai suoi, dai suoi amici, anche dai suoi discepoli, condannato dal potere religioso e civile, scomunicato, Gesù prova persino l’abbandono di Dio (cfr v. 46). Sulla croce compare inoltre il motivo della condanna, «Costui è Gesù: il re dei Giudei» (v. 37). È un dileggio: Lui, che era fuggito quando cercavano di farlo re (cfr Gv 6,15), viene condannato per essersi fatto re; pur non avendo commesso reati, è messo in mezzo a due malfattori e gli viene preferito il violento Barabba (cfr Mt 27,15-21). Gesù insomma è ferito nel corpo e nell’anima. Mi domando: in che modo ciò aiuta la nostra speranza? Così, Gesù nudo, privo di tutto, di tutto: questo, cosa dice alla mia speranza, come mi aiuta?

Anche noi siamo feriti

Anche noi siamo feriti: chi non lo è nella vita? E tante volte, con ferite nascoste che nascondiamo per la vergogna. Chi non porta le cicatrici di scelte passate, di incomprensioni, di dolori che restano dentro e si fatica a superare? Ma anche di torti subiti, di parole taglienti, di giudizi inclementi? Dio non nasconde ai nostri occhi le ferite che gli hanno trapassato il corpo e l’anima. Le mostra per farci vedere che a Pasqua si può aprire un passaggio nuovo: fare delle proprie ferite dei fori di luce… Pensa alle tue ferite, quelle che tu solo sai, che ognuno ha nascoste nel cuore. E guarda il Signore. E vedrai, vedrai come da quelle ferite escono fori di luce. Gesù in croce non recrimina, ama. Ama e perdona chi lo ferisce (cfr Lc 23,34). Così converte il male in bene, così converte e trasforma il dolore in amore.

Le ferite lasciate dalla vita possono divenire fonti di speranza

Fratelli e sorelle, il punto non è essere feriti poco o tanto dalla vita, il punto è cosa fare delle mie ferite. Le piccoline, le grandi, quelle che lasceranno un segno nel mio corpo, nella mia anima sempre. Cosa faccio io, con le mie ferite? Cosa fai tu e tu con le tue ferite… quelle che soltanto tu sai?

Tu puoi lasciarle infettare nel rancore, nella tristezza oppure posso unirle a quelle di Gesù, perché anche le mie piaghe diventino luminose… Le nostre ferite possono diventare fonti di speranza quando, anziché piangerci addosso o nasconderle, asciughiamo le lacrime altrui; quando, anziché covare risentimento per quanto ci è tolto, ci prendiamo cura di ciò che manca agli altri; quando, anziché rimuginare in noi stessi, ci chiniamo su chi soffre; quando, anziché essere assetati d’amore per noi, dissetiamo chi ha bisogno di noi.

Perché soltanto se smettiamo di pensare a noi stessi, ci ritroviamo. Ma se continuiamo a pensare a noi stessi non ci ritroveremo più. Ed è facendo così che – dice la Scrittura – la nostra ferita si rimargina presto (cfr Is 58,8), e la speranza rifiorisce. Pensate: cosa posso fare per gli altri? Sono ferito, sono ferito di peccato, sono ferito di storia, ognuno ha la propria ferita. Cosa faccio: lecco le mie ferite così, tutta la vita? O guardo le ferite altrui e vado con l’esperienza ferita della mia vita, a guarire, ad aiutare gli altri? Questa è la sfida di oggi, per tutti voi, per ognuno di voi, per ognuno di noi. Che il Signore ci aiuti ad andare avanti.

Dal libro di Isaia (58,6-8)

6 Non è piuttosto questo il digiuno che preferisco: spezzare le catene inique, sciogliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e rompere ogni giogo? 7 Non forse questo: spezzare il pane all’affamato, introdurre in casa i poveri senza tetto, coprire colui che hai visto nudo, senza trascurare quelli della tua carne? 8 Allora la tua luce spunterà come l’aurora e la tua ferita sarà presto cicatrizzata; la tua giustizia camminerà dinanzi a te e la gloria del Signore ti seguirà.