Ai cristiani, nati da un fenomeno squisitamente messianico, può sembrare che tutto l’Antico Testamento sia pervaso della fede messianica. In effetti, una attesa del messia esiste, ma non quanto potremmo supporre. Si leggono libri interi della Bibbia senza che se ne trovi una minima traccia. Passi messianici, però, ve ne sono, e sono fondamentali.
L’attesa del Messia
Già la speranza dei profeti scrittori era collegata ad un discendente di Davide, sulla base della profezia di Natan (2 Sam 7):
12 Io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. 13 Egli edificherà una casa al mio nome e io renderò stabile il trono del suo regno per sempre. 14 Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.
A livello storico, questo figlio di David sarebbe stato Salomone, cui viene però promesso un regno eterno – promessa eccessiva per un semplice sovrano. L’enfasi è dovuta al fatto che il re umano dovrebbe rappresentare, per il suo popolo, il riflesso della giustizia del re divino (cfr. Salmo 72).
Il Messia (Mashîach. Da mashach = ungere), cioè l’Unto, è il re che adempie al suo incarico. Ma nessun re storico soddisfa pienamente questa speranza, e i profeti ne chiedono conto ai vari re che si succedono sul trono, esprimendo criticamente questa attesa. Il compimento della promessa di Dio dipende anche dalla risposta dell’uomo. Siamo, scrive M. BUBER,
«nel paradosso dell’autonomia umana, voluta e quindi anche creata da Dio, nel mistero drammatico del confronto. Anche la profezia ‘messianica’ nasconde un’alternativa. Anch’essa non è una predizione, ma una proposta. L’approvato che Dio “ha”, deve sorgere da questa storica argilla umana».
Isaia per primo esprime l’attesa messianica in modo profetico positivo, non ancora con l’oracolo di 7,14, ma con la profezia del meraviglioso fanciullo di 9,5-6: è questa la prima indubbia affermazione del messianismo individuale, incentrato su un davidide ideale che realizzerà in modo perfetto il regno di Dio sulla terra.
L’attesa del Messia prima di Isaia
Prima di Isaia, gli oracoli che si possono considerare messianici sono due:
- la benedizione di Giacobbe a Giuda (Gen 48,8-12)
- il quarto oracolo di Balaam su Israele (Num 24,17).
Come si vede, la presenza degli oracoli messianici nei primi secoli della storia biblica è piuttosto rada, benché sia destinata ad aumentare col tempo. Comunque sia, si tratta sempre, a livello originario di testo, di una figura regale e vittoriosa. La sofferenza non fa parte degli attributi di questa figura. I testi che leggiamo come profezie del Cristo sofferente riguardano, a livello originario, la figura del Giusto sofferente, dissociata dalla figura messianica. Solo in Gesù di Nazareth si uniranno.