La storia di Balaam, alle prese con l’asina parlante, è una satira, in cui il realismo non è certo il fattore principale. Ad esempio, Mosè Maimonide spiega tutto il racconto come una visione avvenuta nella mente del profeta… quello che conta è il significato. Che cosa rappresenta l’asina parlante?
L’asina parlante di Balaam: il testo
22 20La notte Dio venne da Balaam e gli disse: «Questi uomini non sono venuti a chiamarti? Àlzati dunque, e va’ con loro; ma farai ciò che io ti dirò». 21Balaam quindi si alzò di buon mattino, sellò l’asina e se ne andò con i capi di Moab.
22Ma l’ira di Dio si accese perché egli stava andando; l’angelo del Signore si pose sulla strada per ostacolarlo. Egli cavalcava la sua asina e aveva con sé due servitori.
23L’asina vide l’angelo del Signore che stava ritto sulla strada con la spada sguainata in mano. E l’asina deviò dalla strada e cominciò ad andare per i campi. Balaam percosse l’asina per rimetterla sulla strada. 24Allora l’angelo del Signore si fermò in un sentiero infossato tra le vigne, che aveva un muro di qua e un muro di là. 25L’asina vide l’angelo del Signore, si serrò al muro e strinse il piede di Balaam contro il muro e Balaam la percosse di nuovo. 26L’angelo del Signore passò di nuovo più avanti e si fermò in un luogo stretto, tanto stretto che non vi era modo di deviare né a destra né a sinistra. 27L’asina vide l’angelo del Signore e si accovacciò sotto Balaam. L’ira di Balaam si accese ed egli percosse l’asina con il bastone.
28Allora il Signore aprì la bocca dell’asina ed essa disse a Balaam: «Che cosa ti ho fatto perché tu mi percuota già per la terza volta?». 29Balaam rispose all’asina: «Perché ti sei beffata di me! Ah, se avessi una spada in mano, ti ucciderei all’istante!». 30L’asina disse a Balaam: «Non sono io la tua asina, sulla quale hai cavalcato da quando hai iniziato fino ad oggi? Sono forse abituata ad agire così?». Ed egli rispose: «No».
31Allora il Signore aprì gli occhi di Balaam ed egli vide l’angelo del Signore che stava ritto sulla strada, con in mano la spada sguainata. Balaam si inginocchiò e si prostrò con la faccia a terra.
32L’angelo del Signore gli disse: «Perché hai percosso la tua asina già tre volte? Ecco, io sono uscito a ostacolarti, perché il tuo cammino contro di me è rovinoso. 33L’asina mi ha visto e ha deviato davanti a me per tre volte; se non avesse deviato davanti a me, certo ora io avrei già ucciso proprio te e lasciato in vita lei». 34Allora Balaam disse all’angelo del Signore: «Ho peccato, perché non sapevo che tu ti fossi posto contro di me sul cammino; ora, se questo è male ai tuoi occhi, me ne tornerò indietro». 35L’angelo del Signore disse a Balaam: «Va’ pure con questi uomini; ma dirai soltanto quello che io ti dirò». Balaam andò con i prìncipi di Balak.
L’asina parlante: una scena comica
In questo episodio l’asino – anzi l’asina – viene in piena luce da protagonista. Balaam è stato convocato dal re perché maledica Israele, ma ciò non potrà avvenire: in realtà, giunto in vista dell’attendamento del popolo di Dio, anziché maledirlo lo benedirà quattro volte. Prima di raggiungere il re di Moab, però, Balaam, per tre volte, viene affrontato da un angelo con la spada sguainata, angelo che egli non è capace di vedere. Lo vede invece l’asina: la prima volta per evitare l’angelo e salvare la vita del profeta ripiega in un campo; la seconda volta si stringe contro il muro che costeggia il viottolo; la terza volta, non avendo spazio per voltare a destra o a sinistra, fa quello che fanno gli asini quando non vogliono andare avanti: si siede. Ogni volta Balaam, ignaro dell’angelo, la percuote rabbiosamente.
Alla fine il Signore apre la bocca all’asina, che parla chiedendo al padrone: «Che cosa ti ho fatto per percuotermi in questo modo per tre volte?». Balaam è così furioso che si trova comicamente a discutere con l’asina senza por mente al fatto che l’asina gli sta parlando: «Perché ti sei burlata di me; se avessi una spada in mano, ti ammazzerei subito». Ha dunque ragione l’asina di replicare saggiamente: «Non sono io la tua asina sulla quale hai sempre cavalcato fino ad oggi? Mi sono comportata di solito così con te?». Il profeta, allibito, è costretto a rispondere: «No». Balaam, l’uomo sconfitto dalla saggezza animale, si deve arrendere all’evidenza dei fatti: l’asina parla, e gli ha salvato la vita!
Il viaggio della vita
Questo episodio umoristico racchiude certamente un significato più grande del semplice prodigio per cui Dio sa far parlare un animale. C’è molto di più. Ciò che avviene lungo la via è paradigmatico del viaggio della vita. L’uomo si comporta come se fosse solo, ma sopra di lui stanno i suoi fratelli maggiori, gli angeli che lui non vede, e sotto di lui camminano i suoi fratelli minori, gli animali, che lui vede senza comprenderli: e tutti sono al servizio del Signore.
Il mondo della natura, compagno di percorso dell’uomo, non è, non può essere un oggetto passivo delle nostre manipolazioni. Ha delle capacità di cui lui non dispone, delle risorse di cui lui è privo, un rapporto con il Signore che passa per vie che l’uomo non conosce. Ha una sua voce che parla di Dio. Per questo Paolo De Benedetti, nel suo grazioso libretto E l’asina disse…, conclude: «Nel nostro mondo senza tenerezza, avessimo almeno la grazia di udire la voce dell’asina» (P. De Benedetti, E l’asina disse…, 60).