Oggi l’Ufficio delle Letture (XXX Domenica del Tempo ordinario) ci propone un bellissimo passo di San Clemente Romano (quarto vescovo di Roma, morto in esilio verso il 99-100), relativamente alla contemplazione dell’armonia cosmica. È sicuramente un brano poetico, ma il pensiero che esprime, l’ammirazione per l’armonia del creato, potrebbe sembrare persino banale. Eppure non è così: il santo coglie profondamente il legame che unisce tutte le creature, in un contesto pagano in cui le creature venivano frammentate e divinizzate (politeismo) o, al contrario, fuse in un Tutto con la divinità (panteismo).
Il pensiero biblico restituisce gloria divina al Creatore di ogni cosa e dignità creaturale alla Casa comune ed a tutti gli esseri che la costituiscono e la abitano.
L’ebraico biblico non possiede neppure un sostantivo che esprima il significato di universo o cosmo; usa il binomio i cieli e la terra per indicare tutto ciò che esiste al mondo. Ma sa che tutto quanto è creato e amato da Dio.
Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
(19,2 – 20,12)
Fissiamo lo sguardo sul padre e creatore di tutto il mondo e immedesimiamoci intimamente con i suoi magnifici e incomparabili doni di pace e con i suoi benefici. Contempliamolo nella nostra mente e scrutiamo con gli occhi dell’anima il suo amore così longanime. Consideriamo quanto si dimostri benigno verso ogni sua creatura.
I cieli, che si muovono sotto il suo governo, gli sono sottomessi in pace; il giorno e la notte compiono il corso fissato da lui senza reciproco impedimento. Il sole, la luna e il coro degli astri percorrono le orbite prestabilite secondo la sua disposizione senza deviare dal loro corso, e in bell’armonia.
La terra, feconda secondo il suo volere, produce a suo tempo cibo abbondante per gli uomini, le bestie e tutti gli esseri animati che vivono su di essa, senza discordanza e mutamento alcuno per rapporto a quanto egli ha stabilito. Gli stessi ordinamenti regolano gli abissi impenetrabili e le profondità della terra. Per suo ordine il mare immenso e sconfinato si raccolse nei suoi bacini e non oltrepassa i confini che gli furono imposti, ma si comporta così come Dio ha ordinato. Ha detto infatti: «Fin qui giungerai e non oltre e qui si infrangerà l’orgoglio delle tue onde» (Gb 38, 11). L’oceano invalicabile per gli uomini e i mondi che si trovano al di là di esso sono retti dalle medesime disposizioni del Signore.
Pace e concordia
Le stagioni di primavera, d’estate, d’autunno e d’inverno si succedono regolarmente le une alle altre. Le masse dei venti adempiono il loro compito senza ritardi e nel tempo assegnato. Anche le sorgenti perenni, create per il nostro godimento e la nostra salute, offrono le loro acque ininterrottamente per sostentare la vita degli uomini. Persino gli animali più piccoli si stringono insieme nella pace e nella concordia. Tutto questo il grande creatore e signore di ogni cosa ha comandato che si facesse in pace e concordia, sempre largo di benefici verso tutti, ma con maggiore abbondanza verso di noi che ricorriamo alla sua misericordia per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. A lui l’onore e la gloria nei secoli dei secoli. Amen.