Suor Andreina 2 bis. L’Argentina di Perón

Manifestazione in Plaza de Mayo. Di Sconosciuto – Revista Judicial nº 211, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=42955835

Suor Andreina, suora Clarissa missionaria che ha trascorso in America Latina una gran parte della sua lunga vita,dal 1951 al 1998, fu in Argentina proprio negli anni critici del peronismo. Ce ne parlò così…

L’Argentina di Perón nel racconto di suor Andreina

Sì, per l’Argentina effettivamente arrivai a Buenos Aires nel 1955, nel periodo di maggior turbolenza del governo di Perón e ci rimasi fino al 1958.

Già in viaggio sul treno, insieme ad una consorella, incontrai un impiegato che avevo conosciuto all’ospedale di Tartagal il quale mi disse di non scendere in città perché c’era la rivoluzione contro i cristiani. Effettivamente quando arrivai in stazione c’era davvero gente che gridava «A morte suore e preti!».

Fu proprio in quel periodo che avvenne la guerriglia del Corpus Domini. Durante una manifestazione nel giorno del Corpus Domini, l’11 giugno 1955, fu dato fuoco ad una bandiera argentina; i peronisti incolparono dell’episodio i cattolici. Il 16 giugno, i golpisti, nemici di Peron, bombardarono Plaza de Mayo, dove si trovava il presidente, mancandolo però. Fu uno dei momenti più duri; si avverò la profezia di don Orione che aveva detto che sarebbe scorso il sangue per le strade di Buenos Aires: come risposta i peronisti bruciarono sette chiese, tra cui quella di Santo Domingo e di San Francesco.

Anche noi dovemmo scappare; i conventi non erano sicuri. Furono per noi tre anni di sofferenze: di notte andavamo a dormire a casa di amici; io, in particolare, avevo trovato alloggio dal fratello di una mia amica suora. Per le strade giravamo vestite da civili.

Perón rimase al potere ancora per poco, dopodiché fuggì su una nave militare paraguaiana che i golpisti non potettero attaccare. Alla fine andò in esilio.

Quando fuggì festeggiammo.

Lasciata l’Argentina, si scoprì che sotto la casa Rosada c’era un tunnel che portava al mare che lui usava per condurvi i nemici che faceva morire affogati.

Ricordo che tra le atrocità di cui venni a conoscenza ci fu anche il racconto di una signora che era rimasta di notte al cimitero e che aveva visto i soldati che nottetempo portavano i nemici al forno crematorio.

Peron manifestò la sua malvagità soprattutto dopo la morte di Eva.  Invitava a pranzo le figlie dei peronisti e metteva un foglio sotto il piatto della donne che gli piacevano: se queste si rifiutavano le uccideva.