Lettura continua della Bibbia. Luca Atto Quarto: Il Risorto. L’annuncio alle donne (24,1-11)

L'annuncio alle donne
L’annuncio alle donne. Di Giovan Battista Gaulli (1639-1709) – Art UK, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=91859100

Il racconto lucano della passione aveva seguito lo schema marciano, ma adesso se ne svincola e lo sviluppa autonomamente. Luca racchiude infatti tutti gli eventi pasquali in una sola giornata (cap. 24), artificiosamente, perché negli Atti li protrarrà per 40 giorni. Li concentra nel tempo, ma anche nello spazio: Gerusalemme e dintorni (Emmaus). Esclude ogni apparizione in Galilea: Gerusalemme è per lui lo snodo di tutto, la svolta nella storia.

Le unità narrative nel racconto di Luca sono quattro:

  • L’annuncio alle donne presso il sepolcro (1-12)
  • apparizione di Emmaus (13-35)
  • apparizione agli apostoli nel cenacolo (35-49)
  • ascensione al cielo (50-53).

La tomba vuota (24,1-12)

La scoperta della tomba vuota è il dato di partenza, ma non l’unico. Una tomba vuota potrebbe avere diverse spiegazioni: la fede pasquale risulta dall’esperienza di un Vivente. “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, ma è risuscitato” (24,5 s.).

I racconti della resurrezione divergono in modo difficilmente spiegabile sul piano storico.

Nessun evangelista si propone di descrivere il momento della resurrezione, che di per sé trascende l’esperienza fenomenica e che non ha avuto nessun testimone. Si tratta di episodi trasmessi dalla Chiesa primitiva in racconti staccati, per esprimere esperienze difficili a inquadrarsi secondo schemi comuni ed aventi poco in comune le une con le altre: mancano riferimenti a modelli letterari possibili, ed inoltre l’esperienza della resurrezione è ex-plosiva, proietta nella missione, non im-plosiva come la passione, che raccoglie ai piedi della croce.

La differenza è, inoltre, indizio di veridicità: un racconto a tavolino sarebbe stato sicuramente costruito meglio.

La pietra rotolata

Secondo Luca, le donne avevano preparato gli aromi il venerdì, in Marco invece avevano lasciato passare il sabato. Per Matteo, le donne vennero al sepolcro per una visita, in quanto la presenza delle guardie ne escludeva l’accesso (24,1).

La pietra viene trovata rotolata. Le donne sono perplesse. Il fatto di per sé non ha un significato evidente (24,2-3). Sono i due uomini in veste sfolgorante (24,4) a dare il significato all’Assenza: come “due uomini” erano stati qualificati Mosè ed Elia alla trasfigurazione in Luca; due uomini in bianche vesti si presentano dopo l’ascensione in At 1,10. Giovanni parla di due angeli (= messaggeri), Matteo di un angelo, Marco di un giovane. Si tratta sempre di un messaggio da parte di Dio, l’interpretazione spirituale di una assenza. V. 5 La reazione è di timore di fronte al sacro (chinare il volto verso terra).

L’annuncio pasquale alle donne e delle donne

L’annuncio pasquale è comune ai sinottici: Non è qui, ma è risuscitato, eghérthe che è aoristo passivo di eghéiro = svegliare. Il passivo esprime l’azione divina di risvegliare il corpo di Gesù: Dio è sovrano anche sul regno dei morti; l’aoristo esprime un’azione puntuale nel tempo. “Ricordatevi”, viene detto alle donne, “di come vi parlò quando ancora era in Galilea” (24,6): Luca non dà appuntamento ai discepoli in Galilea ma ricorda le parole di Gesù nella missione storica in Galilea. Le donne devono richiamarsi alla memoria le parole di Gesù per capirne la resurrezione (24,7-8): gli annunci della passione (9,22.44; 18,32 s.) ripresi alla lettera, con l’accento sul déi (deve) che esprime alla greca il progetto salvifico di Dio. La storia non è abbandonata a se stessa, ma sempre diviene strumento del piano di Dio. Pietro e Giovanni servono a Dio come figli, Giuda e Satana come strumenti…

Ritornate dal sepolcro, le donne annunziarono tutto questo agli Undici (24,9). Le donne sono le prime evangelizzatrici. Secondo Marco fuggono perché prese dal terrore, e non trasmettono agli apostoli il comando di recarsi in Galilea. In Luca danno spontaneamente l’annunzio. Luca ricorda, tra le altre, la Maddalena, Giovanna e Maria di Giacomo (24,10).

Una fede senza credulità

“Queste parole delle donne parvero come una allucinazione e non credevano loro” (24,11). Non è credulità la fede nel messaggio pasquale, ma, al contrario, è un consenso che deve vincere un tenace scetticismo. Non si attendeva una resurrezione, in alcun modo. Il Messianismo dell’epoca era solo glorioso, il Messia non doveva morire e quindi neppure risorgere. Un Messia morto, semplicemente, non poteva essere il Messia: la morte smentiva completamente tale velleità. La resurrezione di Gesù prende tutti alla sprovvista, i persecutori, ma soprattutto i discepoli. V. 12 Pietro, come in Gv 20,2-10, verifica il dato della tomba vuota. Esso non è la prova della resurrezione, lascia solo perplessi.