La Bibbia dall’ABC. L’adam e il cosmo (Genesi 1,29 s.)

Adamo ed Eva nel paradiso terrestre. Di Johann Wenzel Peter – Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=71616778

Dio ha dunque posto l’adam nel mondo quale segno della sua sovranità, così come un monarca pone nel suo regno la propria effigie come simbolo della propria autorità.

L’umanità, così, è il culmine di un crescendo:

  • È l’ultima opera
  • È oggetto per tre volte del verbo creare
  • Con la creazione dell’umanità, Dio può finalmente dire che il creato è molto buono (1,31).

Un mondo vegetariano?

Questo diritto di sovranità non implica ancora, tuttavia, il diritto di uccidere per cibarsi. Come nutrimento all’umanità sono assegnati cereali e frutti, agli animali l’erba della campagna (Gn 1,29 s.).

Non si tratta di un insegnamento di carattere storico o scientifico, ma solamente teologico. Il nutrimento vegetale indica, unica allusione nella redazione P, uno stato di pace primordiale nel mondo creato da Dio: l’unico accenno alla pace paradisiaca della creazione, così come è uscita dalla Parola di Dio. Lotta e uccisioni non sono entrate nel mondo per comando di Dio, neppure nel solo regno animale.

Questa dichiarazione divina costituisce una chiara delimitazione del diritto dell’adam alla sovranità. L’uomo non è padrone assoluto del cosmo in cui è posto perché ne sia responsabile: non è altro che il rappresentante di Dio nel mondo sub-umano.

Il dominio della natura deve avvenire in un clima di rispetto: la vita è sacra a Dio solo; la morte, la manipolazione violenta degli esseri senzienti, entrerà nel mondo solo in relazione al dilagare del male morale.

L’attuale regime di violenza nella natura, ci dice l’agiografo, non è quello voluto da Dio. Egli infatti, nel corso della rivelazione, ha promesso cieli nuovi e terra nuova, dove regneranno la giustizia e la pace. Celebre è la profezia di Is 11,6-8:

11,6 Il lupo dimorerà insieme con l’agnello,
la pantera si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello pascoleranno insieme
e un fanciullo li guiderà.
7 La vacca e l’orsa pascoleranno insieme;
si sdraieranno insieme i loro piccoli.
Il leone si ciberà di paglia, come il bue.
8 Il lattante si trastullerà sulla buca dell’aspide;
il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi.

Si prenda o no alla lettera, in questa immagine visionaria, nella pace ricomposta tra gli animali, predatori e prede, in cui il serpente è il tradizionale avversario dell’uomo, viene espressa la pace originaria di cui Dio ci chiama a ricomporre il disegno.

E Romani 8 riprende questa aspirazione cosmica, in un contesto di resurrezione (11E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi):

19L’ardente aspettativa della creazione, infatti, è protesa verso la rivelazione dei figli di Dio. 20La creazione infatti è stata sottoposta alla caducità – non per sua volontà, ma per volontà di colui che l’ha sottoposta – nella speranza 21che anche la stessa creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio. 22Sappiamo infatti che tutta insieme la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. 23Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo

L’adam pienamente conciliato con Dio è in piena armonia con tutto l’universo, e se ne serve senza fargli violenza. E tutto questo è più che buono: è molto buono. La frase ed ecco, era molto buono, pronunciata e scritta in un mondo sconvolto, esprime una ferma convinzione di fede: nessun male è stato introdotto nel mondo da Dio.

L’origine del male

Il cammino dell’uomo non è solitario in questo nostro cosmo corruttibile ferito dal suo peccato, ma è compiuto con tutte le altre creature, che, esse pure, anelano in qualche modo alla liberazione dalla corruzione, inconsapevolmente e innocentemente: è all’uomo che si deve attribuire questa corruzione, ed è l’uomo, se si fa guidare dallo Spirito di Dio, che deve essere artefice di questa liberazione.

All’interrogativo sull’origine del male risponde il racconto jahvista, scavando nel profondo della psicologia umana. Vedremo invece in seguito, nel proseguimento del racconto P, al momento del diluvio, come il progetto di Dio sull’adam e sul cosmo si sia corrotto a causa dell’adam stesso.