La disposizione dell’accampamento si presenta subito come fondamentale per il cammino del popolo di Israele.
L’accampamento (Numeri 2)
2 1Il Signore parlò a Mosè e ad Aronne e disse: 2«Gli Israeliti si accamperanno ciascuno vicino alla sua insegna con i simboli dei loro casati paterni; si accamperanno di fronte alla tenda del convegno, tutt’intorno.
3Si accamperanno a oriente, verso levante, quelli dell’insegna dell’accampamento di Giuda secondo le loro schiere. Principe per i figli di Giuda è Nacson, figlio di Amminadàb, 4e la sua schiera è di settantaquattromilaseicento censiti.
5Si accamperanno accanto a lui quelli della tribù di Ìssacar. Principe per i figli di Ìssacar è Netanèl, figlio di Suar, 6e la sua schiera è di cinquantaquattromilaquattrocento censiti.
7Poi la tribù di Zàbulon. Principe per i figli di Zàbulon è Eliàb, figlio di Chelon, 8e la sua schiera è di cinquantasettemilaquattrocento censiti.
9Il totale dei censiti per l’accampamento di Giuda è di centoottantaseimilaquattrocento uomini, suddivisi secondo le loro schiere. Leveranno le tende per primi…
33Ma i leviti non furono censiti in mezzo agli Israeliti, come il Signore aveva comandato a Mosè.
34Gli Israeliti eseguirono ogni cosa come il Signore aveva comandato a Mosè. Così si accampavano secondo le loro insegne e così levavano le tende, ciascuno secondo la sua famiglia in base al casato dei suoi padri.
L’accampamento: il cuore
Al centro dell’accampamento vi è dunque la Tenda del Convegno, che custodisce l’Arca dell’Alleanza. È a tutti gli effetti il cuore dell’accampamento: la sua parte intima, la più protetta. Attorno alla tenda del convegno vi saranno le tende dei Leviti. Subito dopo seguiranno le tende delle dodici Tribù, ma secondo un ordine ben preciso.
Questa realtà visibile, geografica, geometrica, vuole chiaramente rimandare ad una realtà spirituale, costitutiva del popolo di Dio. È Dio il cuore dell’uomo e della comunità degli uomini, e deve stare al centro anche visibilmente: ne abbiamo bisogno, noi che siamo fatti di carne e di sangue e che viviamo in una quotidianità che ci deve ricordare quale sia il centro della nostra storia.
Si inizia con la tribù di Giuda, a oriente. Ogni tribù ha la sua insegna ed il suo posto. Il numero che risulta dal censimento è di 603.550 israeliti maschi, adulti in grado di prendere le armi e combattere. Israele è un popolo cui Dio ha dato un ordine e un compito, non una massa confusa di gente che si muove verso una terra da arraffare. La sua struttura è fatta di partecipazione e di responsabilità. Nel libro dell’Esodo, lema di organizzazione di un popolo così numeroso (ma ricordiamo che i numeri biblici hanno essenzialmente valore simbolico e non vanno presi alla lettera), su suggerimento di Ietro suocero di Mosè, era già nata una struttura di anziani, capi di dieci, di cinquanta, di cento, di mille.
Ora per ogni tribù viene scelto un responsabile, un principe, che deve organizzare, sorvegliare verificare; uno a cui ci si può rivolgere per farsi ascoltare.
E i Leviti?
Censite tutte le dodici tribù (la tribù di Giuseppe è sdoppiata nelle due dei figli, Efraim e Manasse), sono però lasciati fuori dal censimento i Leviti, perché in quanto interamente consacrati al servizio del Santuario e alla santità del Signore sono esclusi dalla guerra. Non vengono censiti perché non possono essere annoverati tra gli uomini da combattimento. È infatti importante la distinzione tra sacralità e profanità. Non che la realtà profana non sia altrettanto buona della realtà sacra; sono entrambe necessarie; ma non si devono né confondere, né mischiare, né sopraffare reciprocamente. Undici tribù (considerando quella di Giuseppe una unica tribù, composta da Efraim e Manasse)si dedicano alla realtà profana; una tribù si dedica alla sacralità. I campi sono ben distinti in Israele: i due ministeri devono rimanere divisi.