
La vocazione profetica è una vera vocazione, cioè una chiamata divina. Mentre l’esercizio del sacerdozio e della regalità richiedono l’appartenenza ad una casta chiusa (per fare il sacerdote bisogna essere figli di sacerdoti della tribù di Levi, per fare il re bisogna essere figli di re della tribù di Giuda), la vocazione profetica sceglie chi vuole e non guarda in faccia a nessuno. È improvvisa e imprevista e imprevedibile. Nella maggior parte dei casi l’investitura profetica non comporta preparazione, ed avviene in modo imprevisto ed istantaneo, in qualsiasi luogo e momento.
La vocazione profetica
Tutti i profeti hanno avuto questo primo contatto con Dio che li ha trasformati radicalmente, ma solo alcuni ci hanno lasciato questo ricordo.
Samuele è chiamato da bambino, Amos paragona la sua vocazione agli incontri con il leone ruggente. Geremia, timido e pacifico, la paragona ad una seduzione violenta. Mosè, Geremia, Giona tentano di sottrarsi all’incarico. Isaia, invece, dopo lo sgomento, lo abbraccia con zelo. La condizione sociale non conta: Geremia ed Ezechiele sono sacerdoti, Isaia è un nobile, Amos è un mandriano, Deborah e Hulda sono donne. La missione profetica si serve di israeliti, ma anche di pagani come Balaam; si serve persino di un’asina, l’asina di Balaam, che vede ciò che il suo padrone, il veggente dall’occhio penetrante, non riesce a vedere…
Il racconto di vocazione
L’analisi letteraria permette di individuare nei racconti di vocazione una particolare forma narrativa, sviluppata in 6 momenti che vediamo ad esempio nel racconto di vocazione di Gedeone (Giudici 6).
Presentazione | Giudici 6,11b-12 Venne il messaggero del Signore e si fermò sotto la quercia che era in Ofra…. Intanto Gedeone, figlio di Ioas, stava battendo il grano nel frantoio per sfuggire ai Madianiti. Il messaggero del Signore gli apparve |
Parola introduttiva | 12b e gli disse: «Il Signore è con te, prode guerriero». |
Incarico | 14 Il Signore allora si rivolse verso di lui con queste parole: «Va’, perché con la tua forza salverai Israele dalle mani dei Madianiti. Sono io che ti mando». |
Obiezione | 15 Gli rispose Gedeone: «Oh, Signore! Come farò a liberare Israele?! La mia famiglia è la più oscura in Manasse e io ne sono il membro più insignificante!». |
Rassicurazione | 16 Ma il Signore riprese: «Sarò io con te e tu potrai abbattere i Madianiti, come se fossero un solo uomo». |
Segno | 17-22 17 Gedeone disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che sei proprio tu quello che parla con me. 18 Non ti allontanare di qui, ti prego, finché non sarò tornato; ché voglio prepararti un dono per offrirtelo». Il messaggero del Signore l’assicurò che sarebbe restato lì finché egli non fosse tornato. 19 Gedeone entrò in casa e preparò carne di capretto e pane azimo. Posta poi la carne in una cesta e il brodo in un tegame, uscì incontro all’ospite che lo attendeva sotto la quercia e gli offrì il cibo. 20 Il messaggero di Dio, allora, gli disse di prendere la carne e le focacce, di porle su una pietra che c’era lì e versarvi sopra il brodo. Quando Gedeone ebbe fatto tutto, 21 il messaggero del Signore stese la punta del bastone che teneva in mano toccando la carne e le focacce. Subito un fuoco sprigionatosi dal sasso divorò la carne e le focacce. Poi il messaggero del Signore scomparve dalla vista di Gedeone, 22 il quale, resosi conto che quello era davvero il messaggero del Signore, esclamò: «Ahimè! Signore Dio! Ho visto davvero il messaggero del Signore faccia a faccia!». |
Non ogni racconto di vocazione o annunciazione, tuttavia, presenta in tal modo i sei elementi; ad esempio, Is 6, propriamente, manca del segno. La dimensione del segno è, comunque, importante, tanto è vero che nel racconto dell’Annunciazione (Luca 1,26-38) Maria non lo chiede, ma l’angelo glielo dà ugualmente: «Ed ecco, Elisabetta, tua parente…».