Lettura continua della Bibbia. Luca: La vittoria sulla morte (8,40-56)

La vittoria sulla morte
La guarigione dell’emorroissa. Catacombe dei SS. Marcellino e Pietro (III secolo). Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=14728851

Gesù mostra la propria vittoria sulla morte sia restituendo alla vita fisica una fanciulla di dodici anni, sia restituendo alla vita sociale una donna da dodici anni impura, quindi intoccabile, esclusa dalla vita civile. Una è la figlia di Giairo che ha fede in Gesù, l’altra è chiamata Figlia da Gesù per la sua fede.

Silvano Fausti definisce questo racconto un racconto a sandwich, in quanto la guarigione della donna malata da dodici anni avviene all’interno di un altro racconto, in cui una situazione ancora più disperata viene risolta dalla parola di Gesù… Il gesto dell’emorroissa ci dice che cosa è la fede: è toccare Gesù affidandosi a lui; il gesto di Gesù che tocca la fanciulla ci dice quale ne è l’effetto: è la vittoria sulla morte.

L’episodio nell’interpretazione di Zeffirelli. Faccio notare che le parole dette da Gesù, Talitha kumi, sono quelle correttamente riportate con il verbo al femminile da S. Gerolamo nella Volgata.

Dodici anni

Dodici anni accomunano queste due figure femminili molto diverse l’una dall’altra. Una, donna navigata, anzi sfiorita, da dodici anni è messa al bando della società da una malattia che la rende continuamente impura e intoccabile, una morte civile. L’altra, appena sbocciata alla vita, già ragazza da marito, viene spenta dalla morte. Gesù risveglia l’una e l’altra ridonando loro la pienezza dell’esistenza e restituendole ai loro affetti.

Giairo, “Il Signore illuminerà” o “Il Signore risveglierà”, capo della sinagoga, è padre di una figlia che, dice Luca, “moriva”: il verbo all’imperfetto indica un’azione continua e progressiva; solo quando verrà il tempo delle nozze (a dodici anni già una fanciulla si poteva sposare) l’incontro con lo Sposo la farà vivere.

Il tocco del’intoccabile: la vittoria della Fede

La donna matura, che per dodici anni perde il proprio sangue, invece di dare la vita la perde. Lo stato di impurità continua la imprigiona in un carcere invisibile fatto di pregiudizi e di isolamento che le impedisce contatti franchi ed aperti. Gesù tocca gli intoccabili, ma qui è l’intoccabile che tocca Gesù nascostamente. Non è un’azione magica la sua: è l’emarginazione che la tiene nascosta, ma è la sua fede che la rende recettiva alla salvezza. La parola di Gesù la fa uscire dall’ombra e confessare pubblicamente la misericordia che Dio le ha usato. “Va’ in pace” (8,48), alla lettera “Cammina verso la pace”, è l’invito di Gesù.

Il tocco della Vita: la vittoria sulla morte

L’altra persona che incontra il Maestro è riportata indietro dall’abisso della morte come risvegliata da un semplice sonno: perché, di fronte a lui, la vera morte non esiste più. Gesù le prende la mano, la fa sua, come uno sposo che prende per mano la sua sposa, la accoglie e le dà il cibo della vita. La apre alla vita: colui che comanda alla morte è anche colui che invia i Dodici per proclamare il Regno e guarire gli infermi, portando la buona notizia in ogni luogo (9,1-6). Accettare di essere inviati è già un espropriarsi di sé, in conformità a Cristo che si spoglia della sua ricchezza per rivestirne noi. Il missionario partecipa di questo amore del Cristo e ne condivide la missione risanatrice, entrando nel vivo dell’umanità sofferente.

La curiosità morbosa di Erode Antipa

La domanda di Erode, “Chi è costui?”, chiude inconsapevolmente la cornice di questa sezione. Luca ha sorvolato sulla morte del Battista in quanto tende ad evitare i particolari più truculenti per rispetto alla sensibilità del mondo pagano, già così pieno di sangue e di iniquità.

È di questo genere la curiosità gratuita e sterile del tetrarca, l’attrazione del soprannaturale cercato non per fede ma per morbosità, attrazione che resta fine a se stessa e porta forse in sé solo un’oscura inquietudine originata da una coscienza sporca. Questa curiosità muove da motivazioni sbagliate, ma ha l’effetto di attirare la nostra attenzione sulla domanda giusta: Chi è costui? Il resto del Vangelo ci condurrà più dentro nel mistero del Cristo, verso la passione, verso quel pane spezzato e donato dal quale Lui può essere riconosciuto.