Briciole di storia alvernina (126). Salita alla Verna: le prime automobili e… la treggia

La treggia
I buoi salgono la via della Beccia trainando la treggia

Ricchi o poveri, fino a cento anni fa tutti, giunti ai piedi della Verna, dovevano lasciare le loro cavalcature e salire a piedi per l’antica mulattiera della Beccia. Si faceva eccezione per i sovrani e i principi della Chiesa, che potevano salire a bordo della treggia, una specie di slitta di legno, senza ruote, utilizzata normalmente per trasportare il foraggio attraverso i campi. È sulla treggia che F. Fortunato voleva far salire prima la Regina, poi le damigiane

1910: Una prima automobile si avventura alla Verna… mal gliene coglie!

Rocambolesco viaggio alla Verna in automobile della Wharton:

“Alle undici di notte eravamo ancora pencolanti sui botri spaventosi dell‘Appennino, incapaci di tornare indietro e del pari di proseguire. Un possente contadino sollevò di peso il nostro bagaglio e lo scaraventò su un carro mentre altri ci puntellavano coi pietrami le ruote nei tratti di più ripida ascesa. E così alle undici e mezza raggiungemmo il cancello della Verna… Occorse ancora una mezz’ora per svegliare i frati, ma sotto il loro sguardo severo dovettero consumare una cena a base di zuppa all’olio, acciughe e formaggio prima di poter andare a letto! ―Il giorno seguente, dovemmo far scendere l‘automobile per mezzo di funi fino a tre quarti di miglio sotto il convento, con Cook al volante, nella discesa verticale e una ventina di uomini appesi alla fune che per fortuna non si spezzò” (Piroci p. 11-17).

È alla Verna Pietro Mascagni (VdV LXIII, 1989, n. 4).

Agosto 1910: Il cardinal Gasparri

È alla Verna il Card. Pietro Gasparri, futuro Segretario di Stato (Album, L. 49). La treggia che lo trasporta si ribalta sul Piazzale mandando a gambe all’aria lui e il suo solenne segretario, mentre pensavano di entrare trionfalmente tra lo scampanio festante e il plauso della folla! Lo racconta spiritosamente lui stesso in una sua lettera, e conclude: “Io ritornerò alla Verna, ma credo che preferirò fare a piedi l’ultimo tratto” (“La Voce della Verna” giugno 1999).