22 settembre. La tragedia dello Sgarallino: 80° anniversario

Il piroscafo Andrea Sgarallino. Di Luigi De Pasquali – Storia dell’isola d’Elba, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=133485546

La tragedia dello Sgarallino, avvenuta 80 anni fa a Portoferraio, segnò profondamente la vita delle famiglie elbane: si disse che non vi fosse casa all’Elba dove non si piangesse un morto.

Il piroscafo, intitolato ad un garibaldino livornese, Andrea Sgarallino, era stato costruito dai Cantieri Orlando di Livorno per la Società Anonima di Navigazione Toscana; 731 tonnellate di stazza, lungo 56 metri e largo 8,56 m, possedeva una velocità di crociera attorno ai 14 nodi. Aveva iniziato il servizio passeggeri tra Piombino e l’Elba nel 1930.

La tragedia dello Sgarallino

Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, lo Sgarallino era stato requisito dalla Regia Marina e adibito a servizi militari, quindi armato e dotato di livrea militare mimetica. Poco dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, lo Sgarallino aveva invece ripreso il servizio civile di trasporto passeggeri. Era la mattina del 22 settembre del 1943. Sull’Andrea Sgarallino erano imbarcati circa 300 passeggeri, per lo più giovani militari che rientravano a casa, smobilitati dopo l’armistizio, e numerosi civili elbani che si erano recati a Piombino per approvvigionarsi di vettovaglie, e stavano rientrando a Portoferraio con i rifornimenti acquistati sul continente.

Vicino al porto di arrivo, il capitano del sommergibile britannico HMS Uproar, vedendo la livrea militare del piroscafo e la bandiera tedesca, scambiò la nave apsseggeri per una unità bellica, e ne ordinò il siluramento immediato. Alle 9.49 due siluri spezzarono il piroscafo in due tronconi e ne causarono l’affondamento veloce a pochi metri dal porto di Portoferraio. Non vi fu niente da fare. Perirono circa trecento persone, forse trecentotrenta, a poca distanza dall’attracco. Solo in quattro sopravvissero. Non ci fu famiglia elbana che non piangesse in quella circostanza almeno un morto.

Un’anonima canzone popolare

Il sottomarino HMS Uproar, responsabile del siluramento e affondamento dello Sgarallino. Fonte immagine: https://en.m.wikipedia.org/wiki/HMS_Uproar#/media/File%3AHMS_Uproar.jpg

Il ventidue settembre partiva da Piombino

ben carico di gente l’Andrea Sgarallino.

Il ventidue settembre ben carico di gente

partiva da Piombino ched’è sul continente

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati

E in più di trecento non sono più tornati…

Aspetta aspetta al molo la gente ’un vé arrivare

la nave di ritorno e inizia a lagrimare.

Aspetta aspetta al molo la gente ode vociare

che l’Andrea Sgarallino or giace in fondo al mare

Erano tutt’a bordo, erano ben stipati

E in più di trecento non sono più tornati…

Erano a bordo, e non avran domani

Eran più di trecento, ed eran tutti elbani.

Il ricordo

Per fare memoria dell’evento, si svolgerà sabato 23 settembre alle 10 nella sala consiliare del Comune di Piombino la presentazione di un volume, realizzato dall’Università di Siena e finanziato dai Comuni di Piombino e Portoferraio, destinato ad approfondire con il massimo rigore storico i tragici eventi. Tra i relatori, Umberto Canovaro, presidente del Comitato Progetto Andrea Sgarallino 2023.

L’affondamento del piroscafo Sgarallino è considerato la più grave tragedia in mare della seconda guerra mondiale che abbia coinvolto la popolazione civile. Una tragedia che ha segnato la comunità dell’Elba, e che rimane fortemente scolpita nella memoria, di generazione in generazione.

Commenta il sindaco di Piombino Francesco Ferrari:

«È difficile oggi immaginare gli splendidi scorci del Canale di Piombino come il teatro di una guerra, eppure la “grande storia” è arrivata anche qui, con il suo carico di violenza e disperazione, e ha incrociato la rotta ed il destino di tante persone. Conservare la memoria di quell’episodio tragico, così come di tanti altri, è un dovere civico che consolida la nostra identità, riportandoci alla mente con chiarezza quale sacrificio è stato chiesto anche alle nostre comunità da una guerra globale e spietata. Per questo motivo è lodevole e preziosa l’opera prestata da chi in questi anni ha dedicato le proprie energie a creare iniziative per ricordare, in diversi modi, la tragedia del piroscafo Andrea  Sgarallino. Il volume, frutto di un progetto dell’Università di Siena finanziato dai Comuni di Piombino e Portoferraio in occasione dell’anniversario degli 80 anni dalla tragedia, contribuisce in modo sostanziale alla conservazione della memoria, inserendo la tragedia locale nel quadro più ampio della seconda guerra mondiale grazie al contributo della ricerca storica».